Puntare sui sistemi ibridi metano-solare o elettrico solare per abbattere consumi e costi annessi. DM 26/06/2009: in Lombardia c’è già la lista degli abilitati, nell’Isola no
PALERMO – L’emergenza ambientale pone nuove ed irrinunciabili sfide al settore energetico in edilizia, a cominciare dall’attestato di certificazione energetica (Ace), che vuole essere uno strumento per una gestione ragionata dell’efficienza energetica degli immobili.
“L’utilità dell’Ace – ha spiegato Giampaolo Grasso, ingegnere edile – è molteplice e può sinteticamente riassumersi come segue: agevolazioni urbanistiche, maggiori volumi e minori costi di concessione come attestato dal Piano Casa/2009, diritto alle detrazioni Irpef del 55% e maggior valore del fabbricato”. Le linee guida nazionali – DM 26/06/2009, che recepiscono la Direttiva europea 2002/91/CE, definiscono un unico sistema di certificazione energetica degli edifici. “Le linee guida non stabiliscono alcunché in relazione alla definizione dei soggetti certificatori – ha dichiarato Grasso – e in attesa di chiarimenti, nelle regioni che non hanno legiferato in materia, si ritiene debba essere applicata la normativa nazionale. Le legislative regionali antecedenti le linee guida hanno aperto un ventaglio di possibilità, perché, per esempio, in Lombardia, la legge aveva istituito un elenco regionale dei certificatori”.
Proprio l’elenco regionale dei certificatori appare un punto cardine essenziale, che dovrebbe essere sviluppato adeguatamente nel dibattito energetico isolano. “Un organismo di accreditamento regionale che segua le direttive nazionali – ha proseguito l’ingegnere catanese – si occuperà dell’accreditamento dei soggetti certificatori, dell’acquisizione dei dati mediante gli attestati, della realizzazione di un catasto energetico degli edifici ed offrirà consulenza tecnico/scientifica agli enti locali e ai professionisti”. Puntare sull’edilizia sostenibile è un investimento che fa bene all’ambiente ma anche alle tasche dei siciliani.
“Considerando il fabbisogno di energia elettrica – ha dichiarato Giampaolo Grasso – di una persona per produrre acqua calda sanitaria (ACS) con uno scaldabagno elettrico, pari a 1,93 kWh/giorno, significa che quotidianamente si immettono 1,35 kg di C02/pro capite, consumando 4,93 kWh/primari. Tale valore scende sensibilmente nel caso di produzione di ACS da una caldaia a metano (0,44 kg di C02/pro capite) e si abbatte totalmente se producessimo ACS solo con i collettori solari”. Un sistema ibrido, metano+solare o elettrico+solare, porta rispettivamente, spiega ancora Grasso, ad una riduzione di C02 emessa, dell’80% e del 60% rispetto all’utilizzo del solo scaldabagno elettrico e al conseguente abbattimento dei consumi e costi annessi.
“Il fabbisogno di energia per il riscaldamento di un edificio – ha illustrato Grasso – viene valutato in kWh/m²anno, tenendo conto che 1 litro di gasolio/m²anno equivale a 10kWh/m²anno ed immette nell’atmosfera 2,65 Kg di CO2; se un vecchio edificio (metà anni ‘70) presenta un fabbisogno per il riscaldamento intorno ai 180 kWh/m²anno, equivalenti a 18 litri di gasolio/m², è immediato il confronto con una casa di recente costruzione che consuma solo 12 litri di gasolio/m², fino ad arrivare alle cosiddette case da 3 litri, con un consumo inferiore ai 30 kWh/m²anno”. Ripartire da questa sensibilità per dare impulso al settore edilizio.
Dall’emergenza una riflessione per una nuova filosofia progettuale
CATANIA – “Senza retorica sono convinto che ogni momento di emergenza offra straordinarie opportunità creative, ed è per questo che il tema dell’energia può essere l’anno zero per una nuova filosofia progettuale che integri qualità architettonica e sostenibilità ambientale, migliorando la qualità delle nostre vite a partire dall’abitare”. In questo modo Giampaolo Grasso, ingegnere edile che ha effettuato uno stage presso il Mario Cucinella Architects con sede a Bologna, attraverso una convenzione che coinvolge il C.O.F. dell’Ateneo di Catania, ha spiegato la necessità di sfruttare l’opportunità offerta da un momento di grande fermento. Proprio lo studio Mario Cucinella, modello d’eccellenza per i progetti di architettura che integrano sostenibilità ambientale e impatto sociale positivo, offre l’idea del futuro prossimo dell’architettura che anche in Sicilia pare cominci a muovere i primi passi. “Il patrimonio edilizio post bellico – ha spiegato Grasso – è ormai obsoleto, l’occasione di avere un edificio di elevata classe energetica, trascina o può essere trascinata da un progetto di adeguamento e miglioramento architettonico sostanziale. Salvare la gabbia strutturale e strappare e riapplicare facciate, aggiungere terrazzi o serre bioclimatiche, modificare planimetrie interne, progettare verde integrato e landscaping”.