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Palermo: l’Italia ricorda il sacrificio di Falcone e Borsellino

redazione

Palermo: l’Italia ricorda il sacrificio di Falcone e Borsellino

mercoledì 23 Maggio 2018

Settantamila ragazzi e migliaia di persone nei due cortei, le più alte cariche dello stato, i magistrati simbolo della lotta a Cosa nostra per ricordare i due eroi siciliani che hanno saputo innescare la reazione popolare e a far diventare vittoriosa la lotta alla criminalità organizzata

Un’Italia emozionata ricorda a Palermo il sacrificio di Falcone e Borsellino.
 
Quando i due cortei, il primo partito da via D’Amelio, il secondo dall’Aula Bunker, si sono ricongiunti sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo dove il magistrato viveva, in attesa di celebrare il Silenzio alle 17.58, l’ora della strage di Capaci, il numero dei partecipanti era impressionante.
 
Questo ventiseiesimo anniversario della strage di Capaci sarà ricordato per quei settantamila studenti venuti da tutt’Italia e per i mille giunti a bordo della Nave della Legalità partita ieri da Civitavecchia e sbarcati a Palermo per chiedere un’Italia libera dalle mafie.
 
I ragazzi sono scesi dalla nave srotolando un manifesto con i volti e i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e via d’Amelio.
 
Ad accoglierli c’erano il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Camera Roberto Fico, la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, il vicepresidente del Csm Giuseppe Legnini.
 
"La mafia non può durare in eterno – ha detto Fico – e molti ragazzi qui presenti sono il futuro".
 
"In questi anni – ha aggiunto Legnini – è stato fatto un lavoro rilevantissimo, accertando una parte di verità sulle stragi".
 
Una parte.
 
Dopo l’arrivo tutti hanno preso parte alla manifestazione organizzata nell’ambito della campagna #PalermoChiamaItalia, promossa dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone alla presenza di Pietro Grasso e Giuseppe Ayala, rispettivamente giudice a latere e pubblico ministero dello storico processo contro Cosa Nostra istruito da Falcone e Borsellino.
 
Non tutti tra i ragazzi, prima, sapevano che il 23 maggio del 1992 la mafia uccise brutalmente il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. E che due mesi dopo, il 19 luglio 1992, toccò a Paolo Borsellino che in Via D’Amelio saltò in aria con cinque agenti di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
 
Non sapevano che i due magistrati appartenevano al "Pool antimafia" che mise in piedi il maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra, nell’aula bunker dell’Ucciardone, che si concluse con 19 ergastoli tra cui quelli a Totò Riina e Bernardo Provenzano, 2665 anni di carcere, 11 miliardi e mezzo di lire di multe.
 
Eppure, proprio a bordo della nave, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha detto che "Ci sono ancora tante cose che dobbiamo accertare, tanti misteri intorno alle stragi. La storia dei nemici della mafia uccisi solo dalla mafia ha bisogno di altre importati acquisizioni".
 
"E’ una verità che va cercata – ha aggiunto – e lo abbiamo giurato davanti a quelle tombe che non ci saremmo fermati fino a quando non avremmo trovato i responsabili".
 
Prima della partenza della Nave il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti, presidente della Regione Siciliana ucciso dalla mafia, ha detto che il movimento di reazione civile contro la mafia è stato prezioso e importante e ha ottenuto notevoli risultati. Aggiungendo che oggi serve un ulteriore impegno da parte di tutti.
 
Sulle stragi Falcone e Borsellino del 1992 ci sono verità "rimosse, negate e manipolate", c’è una parte della classe dirigente del Paese che non ha voluto "fare i conti con la storia" ha aggiunto l’ex magistrato Guido Lo Forte, che al tempo degli attentati era procuratore aggiunto a Palermo.
 
Riguardo alla stagione stragista della mafia Lo Forte ha parlato di "suggeritori" che si ponevano l’obiettivo di "influire sugli equilibri generali dello Stato".
 
Una parola di speranza è venuta da Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, che ha promesso: "Prenderemo Matteo Messina Denaro".
 
Il programma della manifestazione palermitana prevede la presentazione dei progetti delle "Università della Legalità" – i 23 atenei che si sono impegnati a promuovere iniziative volte a sensibilizzare sul tema della mafia – una messa nella Chiesa di San Domenico, in ricordo delle vittime della mafia e un concerto della banda della Polizia di Stato, nel Teatro Massimo di Palermo.
 
Donani a Marsala sarà ricordata la figura del magistrato Francesca Morvillo, morta con il marito Giovanni Falcone nella strage di Capaci. Nel pomeriggio, nel Complesso monumentale San Pietro, l’attrice Stefania Blandeburgo leggerà brani del libro-monologo di Cetta Brancato "Canto per Francesca".

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