Giovani e impresa, feeling di breve durata - QdS

Giovani e impresa, feeling di breve durata

Roberto Pelos

Giovani e impresa, feeling di breve durata

venerdì 07 Settembre 2018

Unioncamere: negli ultimi cinque anni in Sicilia gli imprenditori under 50 sono diminuiti del 9,3 per cento; in crescita i titolari di start up ma, impreparati, resistono poco sul mercato. Scuola-lavoro come in Germania e spesa dei fondi Ue per dare nuova linfa all’imprenditoria

ROMA – I giovani siciliani provano ad amministrare le imprese ma i loro tentativi hanno breve durata. Lo dice l’ultima elaborazione Unioncamere-Infocamere sui giovani con carica di amministratore nelle imprese italiane negli ultimi cinque anni.
 
Per quello che riguarda gli imprenditori under 50 nella nostra regione, nel periodo preso in esame, i numeri parlano di 106.740 capitani d’impresa al 31 marzo 2018 (per una variazione in percentuale del -9,3%), mentre in alcune realtà come la Lombardia, se ne registrano 286.024 (variazione del -19,3%), nel Lazio sono 162.278 (-10,5%), in Campania ne troviamo 139.316 (anche in questo la variazione in percentuale è del -10,5%) e l’Emilia-Romagna dove abbiamo 128.404 aziende rette da under 50 (-20,2%).
 
La variazione in percentuale, tra marzo 2013 e lo stesso mese dell’anno in corso, per quanto riguarda l’intero territorio nazionale è del -14,4% per 1.489.227 imprese. Anche le nuove generazioni, dunque, risentono della crisi che attanaglia la nostra terra dal punto di vista imprenditoriale per fronteggiare la quale sarebbero indispensabili provvedimenti urgenti: le reti d’impresa, tema già trattato più volte dal Quotidiano di Sicilia, potrebbero ad esempio avere una certa efficacia per i giovani imprenditori, ma abbiamo già riscontrato come questa tipologia di unione abbia difficoltà a decollare nella nostra regione, soprattutto in confronto con le realtà del Centro-Nord.
 
Anche la scuola-lavoro potrebbe apportare linfa ed idee (oltre a tanta esperienza) al settore imprenditoriale. Un po’ come avviene in Germania. A quindici anni, lo studente tedesco deve scegliere: proseguire gli studi accomodandosi tra i banchi di un liceo generalista oppure partecipare al sistema duale. Ma in cosa consiste, esattamente? Nel Duale Ausbildung, i ragazzi trascorrono un terzo del tempo a scuola e i rimanenti due terzi in un’impresa con un contratto di apprendistato.
Una volta terminato (con successo) il percorso, il ragazzo da studente diventa un lavoratore: nel 2014 il duale certificava oltre 327 qualifiche professionali riconosciute in tutto il Paese, con esami presso le Camere di Commercio.
 
Ma torniamo in Italia e alla fotografia dei numeri di Unioncamere. Se guardiamo al passato non è facile fare un raffronto; in alcuni casi emerge una situazione peggiore rispetto a quella attuale, ma se andiamo a sbirciare ad esempio i dati dello stesso ente camerale al 31 dicembre 2010, notiamo come le più importanti province dell’Isola, Catania e Palermo, risultassero tra le prime dieci per imprese giovanili con, rispettivamente, 15.801 unità, per una percentuale del 15,9% sul totale delle imprese regionali e 15.234 aziende (15,3%).
 
Talvolta è l’esperienza a far sì che gli “anziani” vengano preferiti a capo di un’azienda, tranne che per le imprese di nuova generazione come sottolinea Giuseppe Pace, vice presidente di Unioncamere Sicilia, intervenuto sull’argomento. “La Sicilia è in linea con il resto del Paese per quanto riguarda l’età anagrafica dei capitani di impresa. – ha sottolineato Pace – Le aziende infatti richiedono figure professionali esperte e con esperienza. Per questa ragione spesso e volentieri vengono privilegiati manager di lungo corso, capaci anche di gestire le sfide del mercato o i momenti di crisi e difficoltà finanziarie. Ecco perché cresce il numero di amministratori di imprese, in particolar modo quelli over 50.
 
Discorso diverso va fatto per esempio per le start up innovative che trovano terreno fertile al Sud e in Sicilia e sono spesso capitanate da giovani o giovanissimi manager. In questo caso – ha concluso il vice presidente di Unioncamere Sicilia – ci troviamo di fronte a un piccolo esercito di under 35 intraprendenti e creativi”.
 
Nuove generazioni che però vanno aiutate a coltivare i loro sogni e a concretizzarli, per evitare fenomeni come la fuga verso realtà più floride come l’estero o le regioni settentrionali, da sempre “rifugio definitivo” se così possiamo definirlo a mò di battuta, l’esodo al Nord di tutti quei meridionali, non solo giovani per la verità, che non riescono a trovare spazio lavorativo nella nostra terra.
 
All’interno del panorama nazionale, la riduzione degli amministratori “giovani” incontra pochissime eccezioni, tra cui vanno segnalate quella degli amministratori under 30 dell’agricoltura (come sottolineano anche da Coldiretti), che sono aumentati di oltre 2.000 unità, e dei servizi di informazione e comunicazione (+463). Poiché i dati sulle cariche riflettono da vicino l’evoluzione dello stock di imprese, la lettura per tipo di attività evidenzia una contrazione nei settori che, nel periodo esaminato, hanno visto ridursi in modo più sensibile il numero di imprese: manifatturiero (-19mila amministratori), costruzioni (-17mila) e attività immobiliari (-4.600).
 

 
La parola a Girolamo Turano, assessore regionale alle Attività "Un nuovo istituto di credito per le nuove generazioni d’imprenditori siciliani"
 
Assessore, sono previste misure ad hoc per i giovani imprenditori siciliani?
“Le misure ad hoc per i giovani imprenditori possono aiutare, ma personalmente credo che serva un grande cambiamento culturale nel nostro Paese. L’indagine di Unioncamere dimostra come ci siano troppe difficoltà per le nuove generazioni ad entrare nel mondo del lavoro e soprattutto a fare carriera, e queste difficoltà in una regione come la nostra, dove un giovane su due sotto i 24 anni non lavora e dove un under 35 su tre è disoccupato, sono chiaramente amplificate.
Misure come il piano “Resto al Sud”, finalizzate ad incentivare l’impresa giovanile stanno andando molto bene ma credo che per la sfida, l’Italia e la Sicilia necessitino specialmente di un grande cambiamento culturale soprattutto nel mondo dell’impresa”.
 
Ci sono in programma crediti agevolati per le nuove generazioni di imprenditori?
“Nell’ultima sessione di bilancio il Parlamento regionale ha approvato la fusione tra Crias e Ircac che porterà alla nascita dell’Istituto regionale per il credito agevolato. è un passaggio che ho fortemente sostenuto perché il nostro sistema del credito agevolato è vecchio sessant’anni e credo che uno dei primi compiti del nuovo istituto di credito sia proprio quello di pensare alle nuove generazioni dei giovani imprenditori”.
 
C’è un settore, in particolare, che necessita di interventi urgenti?
“Più che di interventi urgenti io sono convinto della necessità di interventi strategici soprattutto su due campi: innovazione e internazionalizzazione. Per quanto riguarda l’innovazione abbiamo sul campo importanti strumenti: dalla Strategia per la specializzazione intelligente S3 al Programma regionale di internazionalizzazione Print Sicily 2020, passando per il Programma Operativo Fesr Sicilia 2014-2020 con obiettivi tematici su ricerca, innovazione, sviluppo, agenda digitale e competitività.
Con il presidente Musumeci abbiamo intenzione di sfruttare al massimo questi strumenti per favorire lo sviluppo dei processi di innovazione e a sostenere il fermento innovativo di Start up. Inoltre, per favorire l’internazionalizzazione in favore delle Pmi, chiediamo agli imprenditori qual è il mercato internazionale che vogliono ‘aggredire’ e noi compartecipiamo, per l’80% della cifra totale (fino a 200mila euro per le imprese associate, ndr), al raggiungimento dell’obiettivo”.
 

 
Alessandro Albanese, vice presidente vicario di Sicindustria: "Orientamento ai giovani e trasferimento tecnologico"
 
Visti gli ultimi dati di Unioncamere, come vede la situazione dell’imprenditoria giovanile nella nostra regione?
“Oltre ai dati di Unioncamere sulla diminuzione dei giovani a capo delle imprese italiane, spiccano i dati Istat elaborati da Confindustria secondo i quali la nostra è la regione con la più elevata percentuale di abbandono degli studi da parte dei giovani compresi tra 18 e 24 anni (23,5%) ed è al top tra oltre 200 regioni europee per l’alto tasso di Neet, cioè di giovani fra i 18 e i 24 anni che non studiano e non cercano lavoro, oltre ad una crescente migrazione di giovani imprenditori siciliani, fenomeno da bloccare”.
 
Sicindustria ha in mente iniziative particolari per supportare i giovani imprenditori?
“Sicindustria lavora sull’orientamento dei ragazzi, sul trasferimento tecnologico attraverso progetti di cultura di impresa e innovazione nelle scuole e università, sul sostegno all’internazionalizzazione e su qualsiasi aspetto della vita d’impresa che necessiti di un supporto da parte dell’associazione”.
 
Ci sono in cantiere collaborazioni con altri enti a tal proposito?
“L’ultima iniziativa in ordine di tempo è la partnership Sicindustria-Unicredit avviata proprio per sostenere la crescita e lo sviluppo del sistema imprenditoriale siciliano, con un focus sulle nuove leve dell’imprenditoria”.

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