Forum con Rossana Interlandi, dirigente generale dipartimento regionale Territorio e Ambiente
Da quante unità è costituito il Dipartimento Territorio e Ambiente?
“Il dipartimento conta circa 250 unità tra dipendenti e contrattisti. Hanno tutti un profilo tecnico, si tratta di geologi, biologi, chimici, ingegneri, tutti molto preparati”.
Come neo direttore ha potuto verificare se la pianta organica è sufficiente?
“Il dipartimento registra una carenza di figure professionali su cui è necessario intervenire. Intanto, occorrerebbe potenziare il servizio di valutazione di impatto ambientale e valutazione di impatto strategica, oggi retto soltanto da 14 unità di ruolo con l’aggiunta di 28 contrattisti a cui di volta in volta si rinnova l’incarico. Questo servizio dovrebbe raggiungere almeno 80 unità per la mole di lavoro di cui si occupa. A questo, aggiungo il servizio del demanio, assolutamente insufficiente perché mancano almeno dieci unità, e il servizio parchi e riserve che dovrebbe essere potenziato con almeno altre dieci persone. Sostanzialmente, ritengo che per smaltire il lavoro arretrato e mettere il dipartimento nelle condizioni di rispondere agli interlocutori nei tempi previsti dalla legge, ci vorrebbero almeno 60, 70 funzionari in aggiunta”.
In che modo è stata rilevata la carenza di personale?
“Sono partita da un’analisi svolta dal mio predecessore ed ho continuato con uno studio in base alle competenze dell’assessorato che, intanto, sono aumentate. Mi riferisco, per esempio, alla valutazione ambientale strategica sui piani regolatori. In questo momento in Sicilia abbiamo tutti i piani regolatori fuori legge perché non sono dotati di valutazione strategica. In particolare, ci sono circa ottanta prg adottati già dai comuni che, però, non possono essere approvati dalla Regione in mancanza di Vas, valutazione ambientale strategica”.
Come si può intervenire?
“Sollevato questo problema, ancorché in ritardo perché la direttiva comunitaria è uscita già da qualche anno, l’Assemblea regionale siciliana ha inserito in finanziaria una norma transitoria che permette di salvare i prg adottati nonostante l’assenza di Vas. Tutto questo in attesa che si vada a regime, perché altrimenti i piani già adottati si sarebbero dovuti bloccare con grossissimi problemi per i comuni, soprattutto finanziari. Ma questo è solo uno dei tanti casi. Dopo una ricognizione del personale ho chiesto all’assessorato al Bilancio di avere incrementate le risorse sui capitoli relativi alla contrattualizzazione dei dipendenti per far si che possa fare un atto di interpello e che ci siano anche dipendenti di altre amministrazioni stimolati a venire nel nostro dipartimento. Non è un posto molto ambito per l’enorme mole di lavoro e di responsabilità, ma sono convinta che ci sono anche tantissime persone professionalmente capaci ed interessate a cambiare, se motivati”.
Qual è il livello dell’informatizzazione?
“Il livello di informatizzazione è molto buono. Tutti gli uffici hanno un indirizzo di posta elettronica e a seguito delle circolari dell’assessore alla Presidenza è stata incrementata la comunicazione via e-mail. Il nostro sistema è scorporato dalla rete della Regione e per molti versi è anche avanzato. Ci troviamo ad un buon livello perché abbiamo utilizzato i fondi comunitari del ciclo 2000 -2006 per dotarci del Sira, il sistema informativo regionale ambientale. Si tratta di un meccanismo di lettura integrato del territorio, prima inesistente, che oggi grazie anche alla collaborazione di Sicilia e-Servizi, consente a chi vuole investire, oppure semplicemente a chi è interessato per studio o conoscenza di una determinata zona, di apprendere tutte le informazioni dal punto di vista naturalistico, idrogeologico, senza dover consultare diverse fonti. è un sistema di lettura unico che presenteremo ai dirigenti per l’utilizzo interno e poi esterno, affinché anche tutta l’utenza possa utilizzarlo. La mia ambizione è, innanzitutto, di rendere il Dipartimento un centro di produzione delle conoscenze, obiettivo che raggiungeremo anche utilizzando le risorse della programmazione 2007-2013”.
Quali sono le competenze della Regione nelle autorizzazioni di carattere ambientale?
“La Regione è titolare delle autorizzazioni delle emissioni in atmosfera. In sintesi, sul tema ambientale c’è una competenza dello Stato che è anche concorrente con la regione, sugli aspetti naturalistici la competenza è della Regione. Sulle emissioni in atmosfera la legge statale impone alcuni limiti, ma la Regione, se lo ritiene necessario, può anche essere più restrittiva. E questo avviene perché, se da un lato un impianto singolarmente considerato può essere a norma secondo i livelli previsti dalla legge, dall’altro se diversi impianti si trovano in una stessa area industriale determinano complessivamente una qualità dell’aria scadente. A questo punto, allora, bisogna imporre necessariamente di abbassare i livelli. Lo abbiamo fatto, per esempio, a San Filippo del Mela. Per abbassare i livelli delle emissioni occorrono enormi investimenti e per questo la Regione chiede un cronoprogramma ed effettua controlli per verificare la riduzione delle emissioni”.
Come vede il futuro energetico?
“La nostra regione per ora dipende dal fossile e la strada è molto lunga per creare un sistema che rispetti l’ambiente. Bisogna intanto lavorare per avere un sistema in grado di produrre energia da fonte rinnovabile come il fotovoltaico e l’eolico, ma non come avviene oggi. In questo momento il sistema non funziona perché l’energia dipende da eventi naturali e non è programmabile. Dobbiamo far comprendere agli investitori la necessità della regione di dotarsi di un sistema di accumulo dell’energia in esubero. Se questa energia venisse accumulata e rilasciata secondo necessità, potremmo sostituire progressivamente gli impianti di produzione energetica inquinanti”.