Ambiente. I paradossi della rete di monitoraggio .
Rilevamenti. I sensori in città sono gestiti dalla Provincia, mentre quelli della zona industriale sono sotto il controllo del Cipa, il Consorzio industriale per la protezione ambientale.
Indagini. A Milano e Palermo amministratori nel mirino della Procura, mentre nel capoluogo aretuseo il procuratore Rossi afferma: “Provvedimento non ancora preso in considerazione”
SIRACUSA – Per legge, il numero massimo degli sforamenti nelle rilevazioni delle Pm10 non deve superare i 35 giorni l’anno. A Milano e Palermo, per esempio, gli amministratori sono sotto inchiesta proprio perché non sono riusciti ad adottare provvedimenti per contenere l’inquinamento.
A Siracusa, invece, i dati delle centraline sembrano essere del tutto ignorati. Questo perché, nonostante nel 2009 si siano registrati 302 giorni di sforamento – e nel 2010, finora, ben 26 superamenti – il procuratore della Repubblica, Ugo Rossi, sostiene di non aver ancora preso in considerazione un intervento. Ma c’è anche un paradosso, laddove, nel Petrolchimico, secondo la rete di rilevamento, gestita dalle industrie, l’aria è pulita.
La città si conferma anche nel 2009 leader della speciale classifica dell’insalubrità dell’aria. A mantenerla in vetta, i numerosi sforamenti del limite di 50μg/m³ (microgrammi su metro cubo) delle concentrazioni medie giornaliere di Pm10, che il Dm n. 60 del 2002 impone nel numero massimo di 35 in un anno. A Milano, per capire quali provvedimenti sono stati adottati dagli Enti locali per evitare il superamento dei livelli di polveri sottili (già sforato nei primi 46 giorni del 2010), il procuratore aggiunto della Repubblica, Nicola Cerrato, ha iscritto nel registro degli indagati il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, il sindaco della città, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia meneghina, Guido Podestà.
A Siracusa, invece, già maglia nera del 2008 con 321 superamenti, il procuratore della Repubblica, Ugo Rossi, afferma che “un simile provvedimento nei confronti degli amministratori pubblici non è stato ancora preso in considerazione”.
Gli avvisi di garanzia lombardi sono arrivati in base all’art. 674 c.p. intitolato “Getto pericoloso di cose in luogo pubblico”. Eppure, la rete urbana di rilevamento della qualità dell’aria siracusana continua a registrare dati da record. Per stabilire i superamenti si prende in considerazione la centralina che ne ha registrato il maggior numero, anche perché la normativa non dà specifiche indicazioni in materia. Ebbene, la stazione di monitoraggio ubicata in viale Teracati, in una zona interessata da un intenso traffico veicolare, ha rilevato concentrazioni medie giornaliere che hanno superato per ben 302 volte il limite consentito.
Cinquantadue i giorni consecutivi di sforamento, dal 25 giugno al 15 agosto. Il giorno più nebuloso, il 16 maggio, con una concentrazione “media” di 253μg/m³. Il record mensile medio di 96μg/m³ lo dividono ex aequo gennaio e aprile. Ma il Dm 60/2002 prende in considerazione anche la media annuale delle concentrazioni, che non deve superare i 40μg/m³, e il dato siracusano si è attestato nel 2009 a 84μg/m³.
La corsa al primato della città di Siracusa non si arresta e va avanti anche nel 2010. Nei primi 46 giorni dell’anno, dal 1 gennaio al 16 febbraio, si sono già avuti 26 superamenti, con un picco di 169μg/m³ il 27 gennaio scorso.
Da più parti, amministrazione comunale compresa, si considera tuttavia anomala la stazione di rilevamento analizzata. In base a un documento dell’Arpa Sicilia, reperibile nel sito internet dell’Arta, dal titolo “Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria – contesti locali relativi alle stazioni di monitoraggio”, quella di viale Teracati a Siracusa sarebbe una delle stazioni siciliane ubicate in modo improprio, al fine di rappresentare adeguatamente lo stato della qualità dell’aria.
La situazione non cambia, comunque, se si considera la media dei superamenti registrati dalle 4 centraline, che in territorio urbano misurano le quantità di Pm10. Sono, infatti, 145 i giorni di sforamento, considerando addirittura che nella media rientra la centralina di via dell’Acquedotto, detta “bianca”, perché è ubicata in una zona senza traffico e al riparo dall’eventuale influenza del petrolchimico. In pratica, questa fornisce il dato naturale.
Per quanto riguarda l’area industriale, “le concentrazioni di Pm10 rilevate dalle stazioni poste in area industriale, nel 2009 testimoniano il sostanziale rispetto dei due valori limite fissati dal Dm 60/02”, spiega Agatino Gambadoro, direttore del Cipa, il Consorzio industriale per la protezione ambientale, che gestisce la propria rete di monitoraggio interconnessa per decreto con quella della Provincia regionale.
In base ai dati, i superamenti giornalieri sono stati appena 25 e la concentrazione media annuale è di poco inferiore ai 30μg/m³. “La questione – sottolinea, però, Fausto Campisi dell’associazione ambientalista Natura Sicula – è la mancanza di uno studio qualitativo delle polveri spalmato nell’arco dell’anno”. Infatti, in base a uno studio del 2006, commissionato dal Cipa all’Istituto di Fisica dell’università di Atene, la principale imputata per gli sforamenti sarebbe la sabbia proveniente dal Sahara.
E la vicina Catania, allora? Secondo Gambadoro del Cipa, “basta andare a verificare l’ultimo rapporto Ispra/Apat capitolo 6 Atmosfera, per notare che Catania da svariati anni non fornisce dati perché non li rileva”.
Per stabilire la speciazione delle polveri, il Dipartimento provinciale dell’Arpa sta effettuando da giugno scorso uno studio in territorio urbano. “A primavera – sostiene Gaetano Valastro, direttore del Dipartimento – avremo un quadro più completo. Intanto, i dati a oggi non registrano quantità fuori norma di metalli pesanti”.
Per Paolo Tuttoilmondo, di Legambiente Siracusa, “si vuole indirizzare il tutto verso altro che non sia dovuto a fattori antropici”, e rimarca il totale immobilismo della politica.
Infine, Salvatrice Pantano, dirigente del settore Igiene urbana del Comune di Siracusa, annuncia importanti novità che modificano la situazione, venute fuori da un incontro in Regione dello scorso 18 febbraio sul tema della rete regionale di monitoraggio.