Secondo l’indagine Excelsior Unioncamere, le figure più richieste dal mercato sono quelle maggiormente qualificate. Maggiori possibilità di inserimento per le high skill, decrescono le richieste di operai con basso titolo
PALERMO – Secondo i dati forniti da un recente studio del Ministero del Lavoro che analizza la situazione della disoccupazione, riferita a fasce di età e titoli di studio, è emerso che ben il 50% dei giovani del Sud con basso titolo di studio è disoccupato e incontra gravi difficoltà nella ricerca di un posto di lavoro.
Nel 2009, la quota di giovani del Sud tra i 19 e i 29 anni si è fermata alle scuole medie e di questi circa il 47% non ha impiego e non ha intrapreso percorsi formativi e di questi il 60% riguarda la popolazione femminile.
L’indagine presentata dal Prof. Michele Tiraboschi, direttore del Centro Studi “Marco Biagi”, mostra quanto il fenomeno dei ragazzi disoccupati e con basso titolo di studio abbia i numeri più alti nel Sud, per cui secondo lo stesso Tiraboschi “non c’è scampo”.
Tanto più è basso il titolo di studio, tanta più alta è la quota di giovani adulti in condizione di marginalità ed afferma che “il problema della disoccupazione, specialmente quella femminile è soprattutto relativo al Sud”.
D’altra parte, anche i dati disponibili attraverso il Sistema Informativo Excelsior hanno evidenziato nel 2009 una crescita relativa delle entrate di figure professionali maggiormente qualificate negli ultimi cinque anni – le c.d. high skill-, ossia dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici, le quali oscillano dal 17% al 22% delle assunzioni programmate dalle imprese, nonché degli impiegati e delle professioni commerciali (dal 31% al 37%). Decrescono invece le richieste in misura considerevole di operai con più basso titolo.
Per effetto della minore richiesta di figure operaie e, soprattutto, per la miglior tenuta delle attività terziarie, rispetto a quelle manifatturiere, risulta in sensibile aumento la quota di professioni in entrata per le quali gli imprenditori ritengono più adatto un candidato di genere femminile.
Nel dettaglio, nel 2009 il fabbisogno di laureati più richiesti riguardano quelli a indirizzo economico, seguite dall’indirizzo sanitario e paramedico, ingegneria elettronica e dell’informazione. Le indicazioni raccolte attraverso l’indagine Excelsior, soprattutto se lette in un’ottica di più lungo periodo, consentono dunque di ricavare indicazioni utili per la progettazione dell’offerta formativa e, ancor più, per l’orientamento scolastico e universitario.
Nonostante la fase di recessione che il nostro Paese sta attraversando (con la conseguente “revisione al ribasso” dei programmi di assunzione), è infatti possibile che rimanga sostanzialmente inalterato il qualitativo tra domanda e offerta di alcune professioni e, per esteso, di alcuni indirizzi di studio, soprattutto quelli secondari e terziari a carattere tecnico-scientifico.
Un fabbisogno che va dunque ben al di là degli andamenti congiunturali e che rispecchia l’esigenza di privilegiare le assunzioni di professioni maggiormente qualificate come una delle principali leve da attivare per rimanere competitivi e sfruttare i segnali di ripresa che si profileranno all’orizzonte.
Le richieste in Sicilia: il 51% in cerca di laureati
Secondo i dati di UnionCamere-Ministero del Lavoro-Sistema Informativo Excelsior 2009 le assunzioni in Sicilia divise per livello di istruzione in percentuale variavano da un 51,8% per il livello di istruzione universitario, al 39,9% per istruzione secondaria, al 6,0% per le qualifiche professionali, al 2,3% per soggetti senza alcuna formazione specialistica. Tali percentuali si confermavano in tutte e nove le province, esclusa Ragusa, dove veniva evidenziata una maggiore richiesta per le figure con un livello di istruzione secondario o post secondario(62,5%), a scapito del livello universitario (17,1%). Per Trapani meno richieste per livelli di istruzione secondaria (15,9%) e più opportunità di lavoro per soggetti con qualifica professionale (21,3%). Più richieste di operai a Ragusa (15,5%), meno a Palermo e Messina. Le risultanze dell’indagine dimostrano, ancora una volta, la validità del titolo di studio e della formazione. Si rende dunque necessaria la diffusione del connubio inscindibile tra formazione-informazione e lavoro. In questo senso, va la campagna promossa dall’assessorato regionale al Turismo ed Ambiente organizzata dalla VM Agency di Palermo, un progetto che tende a promuovere e valorizzare le aree protette siciliane, coinvolgendo circa 200 studenti. Saranno impegnati nell’iniziativa docenti della facoltà di agraria di Palermo, esperti della comunicazione e manager degli enti che tutelano le aree in questione.