normativa rende necessario aggiungere la dicitura “contiene solfiti” sull’etichetta
Un’azienda piemontese, la Mirafiore & Fontanafredda, in collaborazione con Air Liquid, ha messo a punto per la prima volta un processo che intende eliminare i solfiti dal vino. Questi sono infatti pericolosi per i soggetti asmatici e per alcuni allergici (ad esempio all’aspirina).
L’Air Liquid, azienda che opera nel campo della produzione di gas industriali e medicali, ha realizzato un’applicazione che consente la refrigerazione e la protezione del pigiato in atmosfera priva di ossigeno, prima e durante il suo passaggio alla pressa/tino, permettendo di non aggiungere solfiti.
I vini biologici non sono necessariamente privi di solfiti: sono privi di solfiti aggiunti artificialmente. La novità normativa rende necessario aggiungere la dicitura “contiene solfiti” sull’etichetta o sulla retroetichetta, unitamente alle altre indicazioni richieste dalla legge vigente.
L’obbligo scatta quando il contenuto in SO2 (anidride solforosa) supera i 10 mg/litro. I limiti legali imposti dalla comunità europea sul contenuto finale di anidride solforosa nel vino sono tassativi e ben precisi, con massimi consentiti di 160 mg/litro per i vini rossi secchi e di 210 mg/litro per i vini bianchi. Oltre questo limite il prodotto non può essere messo in commercio.
Considerando che i solfiti sono composti organici presenti in natura e vengono prodotti anche dai leviti durante la fermentazione può esistere un vino a zero solfiti? Anche in Sicilia (oltre al caso dell’azienda piemontese di cuio sopra) qualcuno ha voluto vincere una scommessa contro una risposta che potrebbe sembrare ovvia. Si chiama il “Don Pasquale che non dà alla testa” ed è stato recentemente prodotto in duemila esemplari dell’etichetta di Marabino, che produce in contrada Buonivini nel Val di Noto: viene presentato proprio come vino senza solfiti.
Il Nero d’Avola, interamente biologico, recensito in un articolo di Simona Licandro pubblicato sul sito dell’Istituto della vite e del vino della regione Sicilia sarà in vendita, ma solo in Sicilia, già dal prossimo mese e sarà una delle pochissime Doc senza solfiti d’Italia.
Alla fine dell’800 Giuseppe Benanti, nonno dell’attuale proprietario, avviò la produzione di vini in un antico podere del padre, a Viagrande (vicino Catania). Ventidue anni fa, nel 1988 Giuseppe Benanti riprende l’antica passione di famiglia, dando inizio ad una curata selezione dei terreni etnei con una spiccata vocazione alla vitivinicoltura e alla ricerca di particolari cloni di vitigni autoctoni e di nuove tecniche enologiche.
Salvo Foti raggiunto al telefono, alla domanda su quale possa essere il futuro di un vino senza solfiti risponde: “L’azienda nella produzione di vini si tiene già al di sotto di un terzo rispetto al limite ammesso per legge. Tuttavia, se è corretto mirare a ridurre la presenza dell’anidride solforosa, è importante anche considerare un altro rischio e cioè quello di sostituire questo elemento con uno di gran lunga peggiore. Inoltre le percentuali possono essere ridotte e se ne può tendenzialmente fare a meno nei vini sfumati e in quelli rossi, in altri l’anidride solforosa è comunque necessaria”.