Si fermi, Lombardo. Subito, prima che sia troppo tardi e consenta a chi ritenga di avere i requisiti di partecipare alle selezioni, e se è proprio necessario (ma non lo è) assumere ex novo altri 5 mila dipendenti in una Regione che ne ha in esubero altrettanti.
Il Lombardo quater è stato approvato informalmente con 46 voti (alla Regione non è prevista la fiducia). Una maggioranza esigua, debole e fragile. Tuttavia, volere o volare, la Giunta Lombardo deve innestare la quarta e procedere speditamente con il Piano di riforme alla base del suo quarto programma.
L’abolizione della incostituzionale lr 9/86 sulle Province, che vanno trasformate in Consorzi di Comuni ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto siciliano, è un inizio. Ma occorre impostare la finanziaria 2011 tagliando 2,9 miliardi di sprechi, più volte elencati in queste pagine. è poi urgente la riforma della Pubblica amministrazione, affidando ai 28 dirigenti generali il compito di coordinare i 430 direttori di servizi e i 66 direttori d’area all’interno di un Piano aziendale della Regione, in atto inesistente. Ai dirigenti generali vanno affidati obiettivi precisi cui collegare i loro premi, senza sconti. Chi non raggiunge gli obiettivi non solo non deve avere il premio, ma gli si deve rescindere il contratto. Un modo serio per fare politica.
è poi indispensabile attivare le procedure di spesa per immettere liquidità nel mercato siciliano. Ci riferiamo, beninteso, alla spesa per investimenti e non a quella corrente che, ripetiamo, va tagliata con l’accetta. Occore quindi il Piano regionale delle infrastrutture che deve collegarsi ai Parchi progetto dei 390 Comuni.
Vi è poi da rivedere con la massima urgenza il Pears (Piano energetico ambientale Regione Sicilia) che preveda la bonifica di quei territori fortemente inquinati a causa della produzione di raffinato fossile o di energia elettrica che utilizza ancora l’olio combustibile o pet coke, nonché la produzione di sostanze chimiche e fertilizzanti.
Assume particolare importanza la bonifica del Triangolo della morte ove, ancora oggi, vi è un indice quadriplicato, rispetto alla media nazionale, di morti per cancro e di nascite di bambini malformati. Tutto quel territorio va messo a norma, anche di sicurezza, senza pensare all’insano progetto del rigassificatore, che può essere approvato solo dopo che si sia provveduto a mettere in ordine il territorio, cioè fra dieci anni. Il nuovo assessore al ramo si legga bene le carte e faccia un sopralluogo personale prima di entrare nell’infernale strada che porterebbe a una dissennata approvazione del rigassificatore.
Altro capitolo urgente è quello della messa in sicurezza, dal punto di vista idrogeologico, di tutto il territorio montano nel quale insistono Comuni e frazioni. Non occorre aspettare tragedie come quella di Giampilieri per mettere in atto un programma di opere, con le quali si possono fare investimenti che aprirebbero tantissimi cantieri, in cui troverebbero lavoro molti degli attuali disoccupati.
Vi sono altre questioni importanti, più volte citate, che qui omettiamo. Ma una non possiamo sottacerla: a monte di tutto c’è l’urgenza che presidente e assessori governino ed esigano concretamente che i dirigenti generali escano dall’immobilismo. Anche loro innestino la quarta per velocizzare tutte le procedure, fare camminare i files (pardon, le carte), ottenere risultati. Di ciò ha bisogno la Sicilia: risultati, risultati, risultati. Ora.