La crisi economica fa aumentare i reati - QdS

La crisi economica fa aumentare i reati

La crisi economica fa aumentare i reati

venerdì 17 Dicembre 2010

Forum con Teo Luzi, Comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo

L’attuale situazione economica, come si riflette sull’ordine pubblico? Avete registrato un aumento dei reati, oppure i dati in vostro possesso rispecchiano grosso modo quelli dai voi forniti durante il nostro ultimo incontro?
“Credo che nell’immediato futuro si registrerà un aumento dei reati. Oggi i livelli di sicurezza pubblica, nella loro complessità, rispecchiano sostanzialmente quelli di un anno fa. Tuttavia non dobbiamo sottovalutare le conseguenze della crisi economica. Se confrontiamo i dati in nostro possesso in relazione al numero di reati commessi e ai livelli di sicurezza, con quelli di altre città assimilabili a Palermo, le problematiche che affliggono città come Milano o Bologna sono più gravi rispetto a quelle della nostra città, soprattutto se andiamo a considerare il tasso di criminalità nelle rispettive aree periferiche. Il nostro più grande problema rimane infatti la criminalità di stampo mafioso, che continua a caratterizzare questa terra”.
La mentalità dei cittadini è cambiata? Come considerano oggi le Forze dell’ordine e il fenomeno mafioso in generale?
“I cittadini si stanno risvegliando e mostrano di giorno in giorno sempre più fiducia nei confronti delle Forze dell’ordine, anche per effetto dei messaggi mediatici. Gli studenti delle scuole sanno cos’è la mafia, ne parlano apertamente, e nel loro modo di pensare c’è una forma di rigetto nei confronti di questo fenomeno. Il problema di questi ragazzi è che giunti alla maggiore età dovranno scontrarsi con le problematiche legate al mondo del lavoro. L’impatto con la dura realtà che li attende, purtroppo in alcuni casi li rende una facile preda della criminalità. Dei passi avanti si sono dunque fatti e si stanno facendo, ma dobbiamo ancora fare i conti con le eredità storiche del territorio e con l’assenza di una vera e propria classe imprenditoriale palermitana. Guardando ancora una volta alla crisi, il futuro potrebbe essere quindi peggiore rispetto al presente dal punto di vista lavorativo e sempre più favorevole per la criminalità organizzata”.
Il Comando provinciale di Palermo conta diversi Nuclei operativi, ma in quali attività investe più risorse? La sua struttura è cambiata?
“Il Comando svolge un’attività preventiva e repressiva sul territorio, con particolare riguardo nei confronti della lotta alla criminalità organizzata. La struttura non ha subito grossi cambiamenti rispetto allo scorso anno. Abbiamo sempre due gruppi territoriali, il primo ha competenza sull’area metropolitana di Palermo e sull’estensione dell’area abitata che comprende Carini, Misilmeri e Bagheria. Il secondo gruppo ha sede a Monreale, conta sette compagnie e ha competenza su tutto il resto della provincia e quindi su Cefalù, Termini Imprese, Lercara Friddi, Partinico, Corleone e Petralia Sottana. In totale contiamo circa 3.000 uomini e 102 stazioni. Le attività svolte dai Nuclei variano dalla lotta alla criminalità organizzata, all’informazione, al servizio di ordine pubblico e al pronto intervento effettuato dal nucleo radio mobile, che concentra il suo operato soprattutto nell’area di Palermo. Abbiamo poi il Ros (Raggruppamento operativo speciale) che rappresenta il comando centrale esteso attraverso il “reparto anticrimine”, un’articolazione speciale che ha il compito di coordinare e di raccordare l’intera attività investigativa svolta dal Comando sulla provincia nei confronti di criminali di stampo mafioso.
Lo scorso 2 dicembre c’è stato il passaggio formale nella nuova caserma messa a disposizione dall’Iacp nel quartiere dello Zen. Contiamo di renderla operativa al 100 per cento per l’inizio del nuovo anno. Credo sia importante incrementare la nostra presenza in un quartiere così difficile e degradato, per un duplice motivo. Innanzitutto un presidio di polizia in zona funge da deterrente e in secondo luogo tutte quelle famiglie per bene che probabilmente sino ad oggi si sono sentite di serie B e abbandonate dalle istituzioni, si sentiranno più tutelate. Chiaramente sarà difficile rompere le diffidenze iniziali”.
 

 
Duri colpi a Cosa nostra, ma resta il racket. La criminalità è emigrata al Nord e all’estero

Qual è lo stato di salute di Cosa nostra? Quali risultati avete conseguito nell’ultimo anno?
“I risultati indubbiamente ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. La criminalità organizzata ha subito dei duri colpi e sta vivendo delle grosse difficoltà a livello organizzativo. Le famiglie mafiose continuano tuttavia ad esercitare il loro potere soprattutto sul fronte delle estorsioni, sostituendo i nuovi detenuti con criminali di rango inferiore. Il bisogno di denaro contante è cresciuto, soprattutto per pagare gli avvocati, per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e per pagare il lavoro svolto dai “picciotti”. In questa fase storica, oltre al super latitante Matteo Messina Denaro, non esistono figure in grado di coagulare intorno a sé un grande consenso”.
Quali sono i settori dell’economia che vedono una maggiore infiltrazione mafiosa?
“La mafia non è un fenomeno ascrivibile esclusivamente alle campagne del sud Italia. Gli interessi economici della criminalità organizzata si sono spostati da tempo anche al nord e addirittura fuori dal continente, soprattutto in Australia, Canada e Sud America. Nel corso degli anni i capitali sommersi a disposizione, provenienti in gran parte dallo spaccio degli stupefacenti, sono aumentati considerevolmente e sono stati reinvestiti soprattutto nel campo immobiliare e nella grande distribuzione alimentare. Ingenti somme sono state inoltre trasferite all’estero, rendendone difficile la tracciabilità”.
 


Curriculum
 
Nato a Cattolica (Rn) il 14 novembre 1959, tra il 1978 e il 1980 ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Ha retto vari incarichi sia in Italia che all’estero, tra cui quello di Comandante del Nucleo operativo e del Nucleo informativo della compagnia di Roma, Comandante provinciale di Savona, Capo di Stato Maggiore e responsabile del Nucleo organizzativo presso la “Multinational Specialized Unit” in Bosnia, in Kosovo e in Erzegovina. Oggi riveste la carica di Comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo.

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