Donare sangue … un gesto che dà colore a chi ne ha bisogno - QdS

Donare sangue … un gesto che dà colore a chi ne ha bisogno

Liliana Blanco

Donare sangue … un gesto che dà colore a chi ne ha bisogno

venerdì 28 Gennaio 2011

L’Adas fa un bilancio della sua attività di raccolta di sacche di sangue nella provincia nissena. è necessario svegliare le coscienze per donare di più e più volte durante l’anno

Tremilacinquecento sacche di sangue su una popolazione che sfiora gli 80.000 abitanti: una sconfitta ed una vittoria. Una sconfitta in quanto le potenzialità sono ben più alte dei reali risultati; una vittoria se si considera che si è cominciato con 300 donazioni ed adesso il numero è stato decuplicato. L’Adas fa un bilancio della sua attività di raccolta di sacche di sangue: l’ha fatto nel corso della 32° giornata del donatore e lo ricalca all’inizio di un nuovo anno, una nuova avventura verso la donazione considerata uno degli atti d’amore più alti che un uomo può fare nei confronti del proprio fratello. “Donare sangue … un gesto che dona colore alla vita di chi ne ha bisogno” è l’ultimo slogan lanciato dall’Adas per invogliare i cittadini ad essere più prodighi del liquido corporeo che non si può riprodurre in laboratorio e che serve per le emergenze e per i malati cronici del territorio. E di malati cronici la costa di Gela ne conta veramente tanti se si considera che l’estremo sul della costa siciliana è quella per antonomasia colpita dall’anemia mediterranea. A Gela c’è un reparto ad hoc che si occupa di questa patologia ma il reparto ospedaliero non avrebbe senso che non gestisse la quantità di sangue sufficiente per le trasfusioni dei pazienti colpiti da questa patologia. “I donatori a Gela siamo circa 2400 – ha detto il presidente dell’Adas Felice Damaggio – questo impegno ci ha permesso di abbattere il vergognoso mercato del sangue di cui soffriva la città fino a qualche anno fa. Ma ci vuole altro per debellare definitivamente il problema e superare il limite dell’autosufficienza.
È necessario svegliare le coscienze di tutti per donare di più e più volte durante l’arco di un anno”. Il presidente punta l’indice nei confronti dei giovani, troppo distratti da interessi pericolosi e fuori dalla morale: alcool, droghe e divertimenti sfrenati spesso fanno da deterrente alla voglia e all’interesse di accostarsi alla donazione ed in questo modo si perdono donatori preziosi per il presente e per il futuro, da plasmare nella cultura della donazione. A dare una mano non indifferente in questi ultimi anni alla donazione l’atteggiamento dei cittadini dei comuni di Mazzarino e Butera, dove si è registrato in pochi mesi un vero e proprio boom delle donazioni e dove i centri di raccolta hanno proliferato in fatto di adesioni e di nuovi donatori. I piccoli centri ancora incontaminati da distrazioni pericolose hanno risposto con un entusiasmo senza pari alla richiesta di aiuto dell’Adas. A Gela da anni le raccolte vengono effettuate non solo al centro trasfusionale dell’ospedale Vittorio Emanuele ma nelle scuole superiori, nelle scuole elementari ( indirizzate a genitori ed insegnanti) dove si diffonde fra i bambini la cultura delle donazione; nei luoghi di lavoro ( Palazzo di Città, Enichem, ditte private) e perfino negli ambulatori medici che hanno dato la disponibilità a rappresentare un luogo di raccolta. Da qualche mese l’Adas ha aperto anche un punto di raccolta esterno all’ospedale, sito nel quartiere Caposoprano, nei pressi della cittadella degli studenti.

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