Ieri il ministro Romani ha incontrato i sindacati per illustrare i dettagli del piano. Domani la firma a Termini sull’accordo. Dubbi sull’impiego di 400 milioni. Lentini: “Non acquisteremo l’area. è la Fiat che ce la restituisce”
ROMA – Aspettando la tanto conclamata firma di domani a Termini Imerese, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, sull’accordo di programma da 450 milioni di euro che dovrà assicurare un futuro certo allo stabilimento Fiat dopo l’uscita di scena della casa torinese prevista per il prossimo anno, ieri sera il ministro ha ricevuto a Roma i sindacati per illustrare i dettagli dell’accordo.
L’incontro è stato preceduto, però, dai toni alti dell’ala più radicale e intransigente tra i rappresentanti dei lavoratori, la Fiom, che non ha mancato occasione di polemizzare con il governo, accusato in questo caso “di non aver mantenuto l’impegno di fissare entro gennaio un incontro con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria e la Rsu, per illustrare nel dettaglio i contenuti dei piani industriali, le ricadute occupazionali e gli investimenti contenuti nelle offerte e nei progetti di reindustrializzazione del sito produttivo di Termini Imerese che il gruppo Fiat vuole chiudere entro il 31 dicembre 2011. Questo non è ancora avvenuto – ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini – e nessun incontro è in calendario”.
Il sindacato del famoso “no” al referendum Fiat di Mirafiori, ha così espresso la sua contrarietà all’incontro presso il ministero dello Sviluppo in quanto, a suo dire rappresenta “un cambiamento di percorso incomprensibile tanto più che escono notizie sugli organi di informazione su ben 7/8 progetti industriali per Termini Imerese in cui si indica un aumento dei posti di lavoro e mai in nessuna sede ufficiale è stato possibile per le organizzazioni sindacali e per le Rsu conoscere gli imprenditori che hanno portato i progetti e i dettagli dei loro impegni. Così non va bene”.
Tornando all’accordo di programma che il ministro si prepara a sottoscrivere insieme alla Regione siciliana, la Provincia, il Comune, il Consorzio Asi di Termini e l’advisor Invitalia, restano forti dubbi sul passaggio in cui si prevede che la stessa Regione faccia da intermediaria nella vendita, acquistando l’area per poi rivenderla a sua volta ai nuovi acquirenti. A mostrare perplessità è il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, Totò Lentini (Udc), che proprio ieri ha detto: “La Regione non rileverà affatto l’area di Termini Imerese in cui sorge lo stabilimento Fiat. Ci siamo forse dimenticati che, a suo tempo, furono l’agenzia per il Mezzogiorno prima e la stessa Regione poi a cedere l’area ai signori Agnelli? Diciamo quindi che la Fiat ci restituisce quanto è nostro”.
Una vendita che resta quindi poco chiara proprio alla vigilia del passo decisivo per il futuro dello stabilimento siciliano. “Mi chiedo – prosegue Lentini – come verranno distribuiti i 400 milioni destinati alle nuove imprese interessate a lavorare a Termini e mi chiedo, soprattutto, come queste imprese siano state selezionate, in assenza di un bando. Lo dico da cittadino, prima ancora che da politico: in una situazione delicata come quella di Termini non poteva bastare la procedura di pubblico interesse”.
Il presidente della commissione Attività produttive ha mostrato, infine, dubbi anche in merito al responsabile del servizio occupazione della presidenza della Regione per aver divulgato informazioni tecniche su un accordo “che – dice – per sua stessa natura, può essere reso noto solo attraverso atti ufficiali”. Non resta quindi che attendere le prossime 24 ore per sapere se le nubi che tornano ad addensarsi sopra lo stabilimento palermitano, siano destinate a restare o se invece le parti interessate faranno finalmente chiarezza.
Uil e Ugl: “Non più rinvii ma soluzioni e risposte credibili”
ROMA – Diversi i toni tra i sindacati, prima dell’incontro al ministero su SicilFiat. Luigi Angeletti, segretario nazionale della Uil, ha fatto sapere di aspettarsi “soluzioni credibili sul piano industriale e soprattutto sulla salvaguardia dei posti di lavoro. Finché non li vediamo, non ci fidiamo delle parole. C’é stato tutto un lavoro preparatorio: ora si tratta di valutare quali sono effettivamente le offerte presentate e la loro congruità, soprattutto sul piano industriale”.
Sulla stessa linea d’onda anche l’Ugl con il segretario generale, Giovanni Centerella, secondo cui “ai lavoratori, diretti e dell’indotto così come ai cittadini di un territorio già fortemente in crisi, che ha bisogno può e deve recuperare un importante patrimonio, dobbiamo dare risposte, e non ulteriori rinvii, sia per garantire il domani con un segnale di concretezza sia per mettere fine alle polemiche, che anche in questo caso non sono mancate”.
Infine, l’appello del senatore del Pd, Giuseppe Lumia: “Il governo prenda in considerazione tutti i progetti utili, anche quelli che sono arrivati fuori tempo, affinché a Termini possa nascere un polo automobilistico moderno e venga rilanciata l’intera area industriale. Non si dia nulla per scontato e, insieme ai sindacati, si definisca un accordo di programma che impegni tutte le parti con responsabilità precise”.