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Catania – Per le residenze universitarie pochi posti e costi alle stelle

Catania – Per le residenze universitarie pochi posti e costi alle stelle

venerdì 29 Aprile 2011

La chiusura totale o parziale delle strutture più grandi ha reso necessario l’affitto di nuovi edifici. Secondo l’Ersu sono 1.600 i soggetti idonei, ma gli alloggi sono circa 800

CATANIA – Duecento posti letto in meno per la popolazione universitaria catanese in poco più di un anno e profondi problemi strutturali in diverse sedi: queste le problematiche di cui maggiormente risentono le residenze per studenti fuori sede. I posti letto, dunque, non solo non sono mai stati sufficienti per le circa 1.600 persone che risultano idonee secondo i parametri richiesti dall’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio), ma si sono ridotti da 1.000 a 800 circa. La causa sta soprattutto nel fatto che la residenza Costa di via Etnea è stata sgomberata dall’Ersu a causa di gravissimi problemi strutturali – dovuti soprattutto alle infiltrazioni d’acqua e a una mancata ristrutturazione e manutenzione per molti anni – perdendo così 250 posti. A tutto ciò va aggiunto che le residenze più grandi, ovvero la Cittadella e la Centro, non sono totalmente fruibili. Alcune aree, infatti, sono chiuse e si perdono così altri 120 posti circa.
La situazione perdura nel tempo. Si parla infatti da almeno otto anni di chiusura per la Cittadella e da almeno tre per la Centro, e la motivazione è facilmente intuibile: non si interviene per mancanza di fondi. Per quanto riguarda l’area chiusa della Centro, questa è situata proprio sopra il reparto mensa e lì i problemi strutturali sono davvero importanti e la riqualificazione, come ha detto Giuseppe Pignataro responsabile Ersu dell’Unità Operativa II, Residenze e Ristorazione universitarie “sarà inserita nell’appalto della ristrutturazione delle mense. Quindi bisognerà aspettare almeno un altro anno per capire se potrà essere utilizzata o no.
“La Cittadella – ha aggiunto Pignataro – è situata su una collina argillosa ed è franata un po’ rendendo inagibile la struttura. Da anni ormai abbiamo chiesto il denaro alla Regione, ci vogliono 600 mila euro, ma non abbiamo mai ricevuto niente”. Il rappresentante dell’Ersu ha anche annunciato un finanziamento nazionale che dovrebbe permettere un ampliamento di altri 75 posti in una struttura di proprietà dell’Ersu accanto alla Cittadella.
Per quanto riguarda la chiusura della Costa, che a quanto pare è stata completamente ristrutturata dalla famiglia che ne ha la proprietà, si valuterà se riprenderla in affitto o meno, anche sulla base del contenzioso in atto tra l’Ersu e i proprietari. Sono state comunque aperte delle nuove piccole residenze come quella di piazza Dante e quella di via Verona, ma tutto rimane insufficiente e non fa altro che aumentare i costi di gestione.
“Dovremo cercare – ha confermato Pignataro – di razionalizzare le residenze. Non possiamo permetterci tanti piccoli edifici che richiedono la stessa forza lavoro di quelle più grandi”.
I richiedenti il posto letto a Catania sono circa 3.000 all’anno, 1.600 ne risultano idonei e 800 sono i posti a disposizione, ma a quanto pare moltissimi, almeno 400 in media ci rinunciano. I motivi sono molteplici e legati soprattutto alla fatiscenza delle residenze in cui i giovani dovrebbero vivere. Per dirla con le parole dello stesso responsabile dell’Ersu, Giuseppe Pignataro: “Non tutte, ma si deve intervenire sulle case dello studente al più presto e in maniera massiccia perché sono in una situazione assurda”.
E cosa accadrebbe se anche Catania venisse scossa da un terremoto come quello che ha colpito L’Aquila e ha raso al suolo la Casa dello studente? Bisogna sempre aspettare una tragedia prima di poter intervenire?

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