Che cos’è l’attività Psc?
“È un’intuizione della normativa internazionale che già da qualche decennio ha istituito questi controlli da effettuare su navi di bandiera estera da parte d’ispettori europei”. Prima che entrasse a regime la convenzione Psc, qual era la situazione dei mari in termini di sicurezza? La sicurezza della navigazione trovava degli ostacoli nell’autonomie degli ordinamenti nazionali che decidevano quali erano i criteri. Ora, tutti i Paesi aderenti a questa convenzione possono controllare tutte le navi anche di bandiera estera”.
“Nell’ambito di questo tipo d’attività è ai vertici. Si è classificata anche quest’anno, per l’ottava volta al primo posto in Europa, cioè ha dimostrato un apparato d’ispezione talmente efficiente da sovrastare tutti gli altri Stati europei”.
“Chi fa questo tipo d’attività deve essere altamente professionale. L’attività Psc deve essere svolta con oculatezza per consentire all’interno del quadro normativo i traffici marittimi. Occorre che ci sia un bilanciamento degli interessi, dettato dalla professionalità di chi opera i controlli”.
Dal ruolo istituzionale dell’attività Psc, a quella sul campo. Antonio Missorici, ispettore, in servizio presso la Direzione Marittima di Catania spiega “da vicino” cosa a accade a bordo di un’unità navale nel corso di un’operazione di controllo.
Quando una nave è sottoposta a provvedimento di detenzione nel porto, quali irregolarità potrebbe presentare?
“Irregolarità più disparate. I controlli sono sia tecnici sia strutturali: scafo, l’ossatura della nave, mancanza di pompe antincendio, gli impianti, ma anche le condizioni dei marittimi, solo per citare alcune deficienze che è possibile riscontrare su un’unità navale”.
“In applicazione alle convenzioni internazionali, si verifica la certificazione della nave e dei marittimi che prestano servizio sulla stessa. Se non c’è corrispondenza fra ciò che dichiara la certificazione formalmente da un lato e la realtà della situazione della nave e dei marittimi, si opera un accertamento più specifico di controllo”.
“La forza dell’organizzazione Psc internazionale non sta nell’aspetto sanzionatorio in senso stretto, ma nella stessa misura di detenzione: una nave ferma in porto va in contro a delle pesanti ripercussioni economiche: spese di gestione, una serie di penali commerciali nei confronti dell’avente diritto della commessa”.