La geografia politica all’interno dell’Assemblea cittadina si è completamente modificata. Atteso per lunedì il confronto decisivo in Aula. De Luca: “La città conoscerà il suo destino”
MESSINA – Le dimissioni del sindaco Cateno De Luca quasi certamente non arriveranno nemmeno questa volta. Il dibattito sul Cambio di passo voluto dall’Amministrazione riprenderà lunedì e per allora il primo cittadino ha annunciato importanti novità. “Pur essendo disponibile a proseguire i lavori – ha detto – non mi sono opposto a questa richiesta di rinvio perché non voglio essere accusato di voler forzare gli eventi. Lunedì comunque si chiuderà questa fase, così la città saprà quale destino la attende”. E già è stato organizzato un comizio, per domenica 2 febbraio, in piazza Unione europea.
L’epilogo di questa vicenda in realtà è stato tracciato negli ultimi giorni, nel corso di incontri e trattative fuori dall’Aula, ed espresso in qualche modo anche nel corso della seduta fiume di mercoledì dove, nei confronti nel sindaco, si sono alternati duri attacchi e manifestazioni di stima, intervallati dalla voglia di trovare una via d’uscita ed evitare il voto. In sostanza, la piattaforma programmatica presentata dal primo cittadino sarà modificata, come hanno chiesto, neppure troppo velatamente, Beppe Picciolo e Luigi Genovese, che hanno espresso quel numero tale di consiglieri da garantire, insieme ai pezzi persi da altri gruppi, quella maggioranza che De Luca ha chiesto per andare avanti con la sua azione amministrativa.
Il braccio di ferro che si è innescato, con la presentazione della piattaforma su cui il sindaco ha chiesto all’Aula una sorta di voto di fiducia, in realtà più che con il Consiglio è finito per coinvolgere quelle forze politiche che, secondo un intramontabile sistema, dettano la linea di alcuni gruppi del Civico consesso.
De Luca con l’idea dell’intergruppo, respinta da tutti, avrebbe voluto scardinare quel sistema ed essere l’unico riferimento di una maggioranza di consiglieri con cui “trattare” nei prossimi mesi, direttamente, senza interferenze esterne. Mentre è stato facile scomporre quei gruppi che non hanno una leadership politica di riferimento forte (vedi M5s e “LiberaMe”) non poteva essere semplice farlo con chi sente ancora forte l’appartenenza. Il tentativo ha quindi rotto quell’intesa che sembrava essersi instaurata sia con Genovese che con Picciolo, quest’ultimo forse anche deluso per un assessorato promesso dopo le elezioni europee e mai arrivato.
De Luca in questi 18 mesi ha avuto quasi sempre approvate le delibere presentate in Aula a cominciare dal Salva Messina con il quale ha voluto avviare un percorso di risanamento finanziario. Perché allora ha rilanciato con la richiesta di una “sua” maggioranza, provocando un irrigidimento anche in chi lo aveva finora sostenuto? Voleva tornare al voto convinto, magari, di potere essere rieletto e conquistare con le urne almeno 17 consiglieri a sostegno? Il rinvio a lunedì del voto è solo un fatto tecnico, legato alla predisposizione degli emendamenti o serve ancora tempo per trovare un modo che, da questa vicenda, faccia uscire tutti non troppo male?
Molti, durante il dibattito, hanno definito surreali queste sedute d’Aula in cui è stato messo ai voti un atto di indirizzo del sindaco su alcune modifiche del regolamento consiliare e sui titoli di un centinaio di delibere. Gli atti di indirizzo sono prerogativa del Consiglio e molti provvedimenti sono imposti dalle norme, perché allora chiedere un impegno preventivo? Tante domande, insomma, a cui si spera presto di poter dare risposta.
Intanto, la vicenda Cambio di passo – che da circa un mese sta impegnando sindaco e Consiglio – ha avuto l’effetto, come è stato ricordato dentro e fuori dall’Aula, di spegnere i riflettori su criticità importanti: dalla liquidazione Atm al Risanamento, dalla raccolta differenziata al Prg.
Ciò che è certo è che la geografia politica all’interno dell’Assemblea cittadina non è più la stessa, con un gruppo misto che continua a crescere. La frattura più eclatante si è verificata nel M5s, che in origine contava ben sette consiglieri e adesso due sono passati al gruppo misto (Giannetto e Cipolla) e uno (Schepis) sta in bilico tra il Movimento e la simpatia per il sindaco. Ha perso dei pezzi anche MessinaOra, mentre in Forza Italia, “LiberaMe” e Pd ci sono consiglieri che fin dall’inizio erano pronti a condividere la piattaforma di De Luca.