Parla Vera Squatrito, madre di Giordana Di Stefano, uccisa barbaramente il 6 novembre 2015 dall’ex Luca Priolo. La donna si prende cura della piccola Asia. Anche lo Stato inerte: “La Legge 4/2018 è rimasta inapplicata”
CATANIA – Il 6 novembre del 2015 Luca Priolo ha ucciso Giordana Di Stefano, la sua ex compagna dalla quale aveva avuto una figlia. Da quel giorno a occuparsi della piccola Asia c’è la nonna materna, Vera Squatrito, nella totale assenza delle istituzioni.
Il femminicidio di Giordana, dopo la denuncia per stalking
La giovane mamma di Asia, Giordana Di Stefano, è stata uccisa barbaramente a 20 anni, nella periferia di Nicolosi (Ct) e, probabilmente, anche a causa della lentezza della giustizia. Infatti, la ragazza aveva denunciato l’ex compagno Luca Priolo per stalking già nel 2013, dopo fatti gravissimi come due ingressi in casa, la presenza di un’app che la spiava sul telefonino, insulti, atteggiamenti violenti testimoniati da amici e parenti.
Il giorno successivo all’omicidio, Giordana avrebbe dovuto partecipare alla prima udienza in tribunale. E si rifiutava, davanti alle pressioni dell’ex, di ritirare la denuncia, viste le ulteriori violenze poste in essere da quest’ultimo. I continui “no”, misti al tentativo di ricostruire la propria vita con un nuovo compagno e la rinnovata passione per la danza, sembrano aver decretato la sua morte.
Luca Priolo l’ha attesa nella notte di quel 6 novembre nei pressi della sua abitazione per circa un’ora, armato di pistola e coltello. Vedendola arrivare con la macchina, si è inserito attraverso lo sportello posteriore e l’ha uccisa barbaramente con 48 coltellate in 48 secondi. La giovane ha tentato fino alla fine, senza riuscirvi, di difendersi. Inutile il tentativo di fuga dell’assassino che, con valigia, documenti e passaporto, dopo essersi ripulito con cura, è stato recuperato a Milano dalle forze dell’ordine. Priolo è stato condannato a 30 anni, con sentenza confermata anche dalla Cassazione. Nessun attenuante riconosciuto, ma diverse le aggravanti, come la premeditazione e la crudeltà.
La piccola Asia, l’elaborazione della perdita
Asia, la figlioletta, all’epoca dei fatti aveva solo quattro anni. Sin da subito il papà, oggi 29enne, ha visto negata non solo la sua patria potestà, ma anche qualsiasi diritto di visita. Allo stesso modo, anche i nonni paterni, che non hanno mai avuto un rapporto effettivo continuativo con la piccola e che avrebbero continuamente giustificato la violenza del padre. Asia ha dovuto affrontare un percorso difficile, soprattutto perché si sentiva in colpa per l’assenza della mamma. Oggi la piccola ha elaborato la perdita, conosce i dettagli dell’omicidio e cerca in tutti i modi di non colpevolizzarsi. E nel frattempo, per sentirsi vicina a lei, segue i corsi di danza.
“I bambini orfani a causa di omicidio hanno un mostro dentro, che a volte si manifesta, a volte no. Bisogna aiutarli a fare uscire la rabbia, la mancanza, il dolore. Occorre lavorare sui concetti di amore, autostima, voglia di fare e di sfatare i pregiudizi altrui, che spesso confinano le vittime di violenza assistita”, dice la Squatrito. Una nonna come poche, che si è presa cura della bimba sin da subito, anche facendola seguire da terapisti competenti e facendole svolgere attività ludiche, come l’ippoterapia, adatte ad affrontare il suo trauma. Ovviamente, il tutto a sue spese, senza ricevere alcun sussidio dallo Stato, né dalla Regione.
La giovane nonna, oltre al mantenimento e all’accudimento della minore, ha dovuto sostenere importanti esborsi di denaro per tutte le “cure” di cui la bimba necessitava. Ma si ritiene “fortunata”, conoscendo nonni che devono occuparsi, sempre in situazioni estreme, di mantenere addirittura più bambini.
La legge per gli orfani di omicidio
“La legge n.4 del gennaio 2018 prevede delle agevolazioni per gli orfani a seguito di omicidio. Queste coinvolgono il mondo del lavoro, l’università. Si tratta di una legge di fatto mai applicata, perché mancano ancora i decreti attuativi che consentano a chi detiene la tutela genitoriale di accedervi”, ha dichiarato Vera Squatrito.
Tale mancanza però non è addebitabile solo al governo centrale, ma anche a quello regionale. “Esistono anche dei fondi utilizzabili dalle Regioni a questo scopo, ma le istituzioni non se ne occupano. Ho più volte chiesto di essere ricevuta dalla Regione siciliana, senza ottenere alcuna risposta. In Lazio, il decreto ministeriale degli orfani per omicidio prevede che i minori ricevano il primo anno 10mila euro e 5mila euro annui per quelli a venire, fino al raggiungimento del 29esimo anno di età”.
“Si tratta di sussidi davvero indispensabili per prendersi cura di questi piccoli, con tutte le dovute attenzioni. E potrebbero aggiungersi alle agevolazioni che un giorno, si spera presto, lo Stato deciderà finalmente di mettere loro a disposizione. Se decidiamo di assicurare i diritti umani agli assassini che, giustamente, devono essere recuperati, dobbiamo assolutamente garantirli alle vittime trasversali che restano in vita”, ha concluso.