Per far riemergere questo pezzo importante di vissuto è nato, grazie alla collaborazione attivata tra Comune di Catania e Consiglio Nazionale della Ricerca, uno spazio digitalizzato che permetterà al visitatore di “rivedere” la Catania romana grazie al semplice “touch” su un pannello interattivo.
Il progetto è stato presentato a Palazzo degli Elefanti dal sindaco Enzo Bianco, alla presenza del presidente del Cnr Italia, Luigi Nicolais, il responsabile del Cnr di Catania, Daniele Malfitana e Giuseppe Sajeva, direttore R&D Business Development di Engeneering spa, azienda capofila del progetto DiCeT. Presente alla conferenza è stato anche il consulente per il Marketing territoriale del sindaco, Livio Gigliuto. “Catania ha un grande patrimonio archeologico che ha uno scarso livello di comunicazione – ha dichiarato Gigliuto – Se ne sa molto poco, eppure è la seconda città italiana per presenza di beni archeologici romani. Questa caratteristica rimane praticamente sconosciuta. Il Living Lab permetterà alle persone che gireranno per il centro storico di Catania di conoscere in un solo luogo tutti i siti archeologici della città e scoprire com’erano una volta. All’interno del Living Lab è presente una ricostruzione tridimensionale dell’anfiteatro romano, sono presenti descrizioni dei luoghi attrattivi fatti direttamente dal Cnr, ma la cosa più interessante è che i documenti di questo spazio pubblico prevedono un continuo arricchimento garantito dal progredire della ricerca: tra sei mesi il visitatore potrà trovare materiali diversi”.
Il ruolo consapevole del turista sarà fondamentale, così come evidenziato dall’assessore alla Cultura del Comune di Catania, Orazio Licandro. “è una profonda emozione fare un altro passo concreto a favore della consapevolezza culturale dei nostri cittadini – ha dichiarato l’assessore – Incredibilmente la cultura non riesce ancora ad incidere sul Pil e questo accade in un momento in cui anche la figura del turista si evolve. Il viaggiatore diventa un “cittadino temporaneo”che sceglie la città da visitare con piena consapevolezza. Dunque va tutelato”.
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Catania, Enzo Bianco. “Grazie al Living Lab, Catania diventa all’avanguardia per utilizzo di nuove tecnologie sviluppate per il turismo e il turismo culturale. Nel suo passato questa città non ha mai sfruttato la sua vocazione turistico-culturale, gli albergatori hanno sempre fatto riferimento ai viaggiatori per “business”, quando, in realtà, con visite di mezza giornata siamo in grado di offrire un’esperienza culturale straordinaria. E’ giusto che anche la città di Catania desse il suo contributo al turismo che può scaturire dalla cultura”.
Living Lab Catania nasce da un’inedita sinergia tra Centro Nazionale della Ricerca e Amministrazione comunale. “Credo che con collaborazioni simili il gioco sia fatto – ha dichiarato in conferenza stampa il responsabile del Cnr di Catania, Daniele Malfitana – la ricerca specialistica deve uscire fuori dalla rete degli istituti per essere “sociale” ed essere a disposizione della comunità. Grazie a questo dialogo istituzionale, credo tutto ciò sia avvenuto. Catania vive una forte frammentazione, non c’è una visione completa del tessuto culturale della città, per questo la ricerca specialistica si mette a disposizione di questo territorio, utilizzando il linguaggio della comunità scientifica, ma al servizio della cittadinanza”.
Come evidenziato da Malfitana, la nascita del Living Lab è solo un punto di partenza. “A settembre presenteremo una piattaforma informatica per programmare lo sviluppo urbano, che metteremo a disposizione della pubblica amministrazione e anche a servizio della Soprintendenza ai Beni Culturali della città. Sarà un progetto utile che permetterà anche la crescita delle competenze dei giovani del Cnr”.
dedicato alla storia locale”
“A Roma il progetto si concentra più sull’idea di dare disponibilità di archivi e testi, qui invece si rendono fruibili elementi di archeologia. Chi desidera quindi entrare all’interno di questo nostro nuovo sistema di Living lab nazionale, lo farà con la voglia di conoscere Catania con le sue bellezze, addirittura scoprendone il sottosuolo, e attraverso la concezione di un nuovo tipo di “caffè culturale”. La gente entrerà negli spazi, ma la visita non servirà solo per usare un computer o scrivere un messaggio, ma per studiare, leggere, e rendersi conto di quello che sta cambiando nel mondo, lavorando con tecnologie più moderne e avere con loro un rapporto più confidenziale”.
Con l’apertura dello spazio di Catania, si amplia la rete di Living Lab in Italia e la si collega anche alla Sicilia. “La nostra idea – ha continuato Nicolais – è quella di creare un filo conduttore che arrivi fino a Catania. Questo per permettere essenzialmente al cittadino di accedere ad una conoscenza che normalmente non potrebbe avere in casa. Anche a Catania il Living Lab crea una connessione tra tecnologia e informativa, permette ai giovani di esprimersi al meglio e conserva la sua missione di sviluppo della conoscenza attraverso il progresso”.