Le linee guida italiane per la diagnosi della Fibrosi polmonare idiopatica - QdS

Le linee guida italiane per la diagnosi della Fibrosi polmonare idiopatica

Le linee guida italiane per la diagnosi della Fibrosi polmonare idiopatica

mercoledì 12 Febbraio 2020

Nuovi strumenti contro la Fibrosi polmonare idiopatica, malattia polmonare rara, invalidante e dall’esito infausto, che colpisce circa tre milioni di persone nel mondo

in collaborazione con ITALPRESS

MILANO – Presentata, nel corso di un convegno dedicato, la versione italiana delle Linee guida per la diagnosi della Fibrosi polmonare idiopatica. L’evento è stato promosso dall’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo-Itis) e dalla Società italiana di pneumologia (Sip-Irs), con il contributo non condizionante di Boehringer Ingelheim.

La Fibrosi polmonare idiopatica è una malattia polmonare rara, invalidante e dall’esito infausto, che colpisce circa tre milioni di persone nel mondo. La patologia causa formazione di tessuto cicatriziale a livello polmonare, con conseguente deterioramento progressivo e irreversibile della funzionalità polmonare e difficoltà respiratorie. È la forma più frequente e più grave di polmonite interstiziale idiopatica e l’unica per la quale sono disponibili in Italia trattamenti farmacologici approvati.

Nel nostro Paese si stima che circa 15.000 persone soffrano di questa patologia, con circa 4.500 nuovi casi l’anno. Data la natura imprevedibile della malattia e l’irreversibilità della perdita di funzionalità polmonare, gli specialisti ritengono molto importante la tempestività e l’accuratezza della diagnosi, per poter avviare rapidamente la terapia nei pazienti.

Si è dunque operato per una traduzione ufficiale delle Linee guida per la diagnosi della Fibrosi polmonare idiopatica, frutto del lavoro sinergico tra l’American thoracic society (Ats), l’European respiratory society (Ers), la Japanese respiratory society (Jrs) e la Latin american thoracic society (Alat), con il patrocinio delle Società scientifiche respiratorie nazionali.

Si tratta di un valido ed efficace strumento di lavoro, che consentirà di armonizzare gli interventi e di mettere in atto un approccio diagnostico alla patologia, che potrà essere il più possibile integrato e uniforme su tutto il territorio nazionale. La costituzione di reti fra i centri pneumologici di riferimento e i centri sul territorio nazionale, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella presa in carico del paziente con Ipf a supporto di una diagnosi sempre più precoce e accurata, nonché nella gestione del follow-up dei pazienti.

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