Firmato dal centro di coordinamento Raee, dalle associazioni di categoria e dalla Regione Siciliana. Risultati deludenti, l’Isola deve correre per mettersi al passo dell’Europa
PALERMO – È stato presentato nella sede della Camera di Commercio, l’accordo di programma per la definizione delle condizioni generali di raccolta e gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). L’accordo, firmato dal centro di coordinamento Raee, dalle associazioni di categoria dei produttori, dei distributori e dalle aziende di raccolta e infine anche dalla Regione Siciliana, è, nelle intenzioni, il passo decisivo per mettersi alla pari con l’Europa e non rischiare le gravi sanzioni che l’Ue infliggerebbe all’Italia, se non dovesse attenersi ai parametri.
L’accordo ha validità triennale, e intende dar seguito al d.lgs n. 49 del 2014, in attuazione della direttiva europea 2012/19, per migliorare sensibilmente la gestione dei raee. L’obiettivo è quello di giungere, entro il 2019, a raccogliere 720 mila tonnellate di Raee, pari al 65 per cento circa di tutte le apparecchiature immesse sul mercato ogni anno.
Al momento i risultati in Italia sono assai deludenti, specie rispetto a quanto avviene in Europa, ancora meno in Sicilia e nel Centro Sud. “Ci sono – ha spiegato Davide Rossi, dg di Aires – in media, otto elettrodomestici in ognuna delle case degli italiani che sono dimenticati in attesa di finire nei centri di raccolta Raee. Se tutto funzionasse perfettamente in questo Paese non ci sarebbe bisogno dei commercianti che prendono in carico i rifiuti elettronici. Ci aspettano tre anni duri per agganciare i livelli europei. E se la Sicilia è in ritardo, il resto d’Italia è molto indietro rispetto all’Europa. E se non ci si metterà in linea – ha concluso – saranno guai serissimi per il nostro Paese”.
Basti pensare che, nell’ultimo rapporto Raee 2014, è stata censita una raccolta complessiva di apparecchiature pari a circa 231 mila tonnellate, più di un terzo meno dell’obiettivo fissato. La regione più virtuosa è la Lombardia, per un totale di 49 mila tonnellate. La Sicilia è ferma sulle 9 mila tonnellate, con una variazione negativa del 13 per cento rispetto al 2013 e un dato pro capite pari a 1,78 kg per abitante, il secondo più basso dopo quello della Calabria (1,71). Nelle nove province siciliane il dato più alto è registrato Catania (2.366 tonnellate), davanti a Palermo (1.887) e Messina (1.223).
Basta prendere in esame i numeri di Genova (4.246), Firenze (6.070) e Verona (3.565) per capire quanto si è ancora indietro. “Nelle macroaree italiane – ha spiegato il vice presidente di Ancra, Maurizio Calaciura – non c’è omogeneità. Abbiamo cercato di sviluppare queste microaree ecologiche di raccolta dove il cittadino può conferire il materiale da riutilizzare. Oggi come oggi non c’è questa uniformità e il consumatore di Palermo, per esempio, deve conferire il rifiuto a Termini Imerese o viceversa: non ha senso. Con le microaree si riesce a controllare meglio tutto. Il nostro obiettivo è di crearne in Sicilia fra 60 e 70 in un paio di anni. Ci auguriamo inoltre – ha concluso – che ci sia un dialogo territoriale”.
L’accordo siglato intende inoltre disciplinare modi e tempi di ritiro dei raee, nei luoghi di raggruppamento conferiti ai distributori, con l’organizzazione della raccolta in modo omogeneo e con premi di efficienza, il valore dei rimborsi premiali incrementati del 50 per cento rispetto a ora e soprattutto la realizzazione di queste microaree ecologiche a basso impatto ambientale per favorire la raccolte in realtà che al momento risultano disagiate.
Fabrizio D’Amico (Raee): “Fondamentale informare i cittadini”
PALERMO – “Quello firmato è un accordo di programma il più sistemico che si possa immaginare e migliora quello che c’era”. È il commento di Fabrizio D’Amico, presidente del centro coordinamento Raee, sull’accordo di programma relativo alla gestione dei rifiuti elettronici. “Lo scopo – ha spiegato – è quello di incrementare la raccolta ed è fondamentale una campagna che informi adeguatamente i cittadini. Un terzo d’Italia non fa registrare numeri sufficienti per la raccolta di questi materiali ed è un problema dato dalla mancanza di uniformità dei centri di raccolta. Il fine è quello di far sì che i cittadini possano conferire questo tipo di rifiuti in centri dove la raccolta è uniforme. L’accordo prevede che il cittadino può lasciare il proprio rifiuto senza essere obbligato ad acquistare un nuovo materiale, come prevede la legge. Gestione disastrosa in Sicilia? Questo non posso dirlo, anche se in alcune aree, inclusa la Sicilia, le cose vanno diversamente dal resto del Paese. Certo è anche che il mondo Raee è partito meno di dieci anni fa e subito è andato molto bene come picchi di raccolta, soprattutto dei grandi elettrodomestici. Non mi sento sfiduciato e con accordi come questo non posso che essere ottimista.