"Renzi rifletta. Gela – ha commentato il governatore Crocetta – l’ha persa il candidato sindaco e il candidato l’hanno scelto i renziani.
Io volevo fare le primarie, ma hanno voluto mettere la loro bandierina. Non è nemmeno colpa del povero Fasulo. I renziani l’hanno imposto e poi l’hanno abbandonato. Se avesse vinto sarebbe stato un loro successo, ora che ha perso vogliono dare la colpa a me".
"La mia lista, il Megafono – sottolinea – a Gela al primo turno ha preso più voti dei Cinque Stelle. E il centrosinistra nel complesso in Sicilia non ha arretrato. Il risultato complessivo del centrosinistra nell’isola è tutt’altro che negativo. Abbiamo preso Bronte, Marsala. Il Pd non ha avuto cattivi risultati. Ovviamente, chi ha impostato il voto come un referendum nei miei confronti, ora interpreterà i ballottaggi persi come una mia sconfitta personale, ma chi ha questo atteggiamento è in malafede".
"Cosa c’entra – chiede Crocetta – il presidente della Regione Sicilia con Gela e Augusta? Questi due comuni fanno storia a sé.
Qui hanno pesato le scelte dell’Eni. Le elezioni si sono giocate sulla riconversione del petrolchimico e sulla raffineria. I cittadini sono spaventati: hanno paura di perdere il lavoro. Ma io devo andare avanti con la riconversione: non posso lasciare le cose come stanno sapendo che i veleni fanno ammalare le persone.
Si parla di vittoria dei Cinque Stelle, ma che vittoria è? Hanno preso i voti di tutti… Tutti insieme ai grillini: Ncd, Forza Italia… un fatto inaudito. I Cinque Stelle qui hanno difeso il petrolio e raffineria: sono in linea col partito di Berlusconi.
Ripeto: Gela è un caso a parte. Non so che significato politico possa avere quella vittoria".
"Quando mi sono presentato in prima persona – ricorda Crocetta – ho sempre vinto. Al primo turno a Gela, quando ero il candidato, ho preso il 65 per cento. Cosa vuole che le dica? Io mica sono un notabile, che controlla pacchetti di preferenze. Quello sui sindaci è un voto d’opinione. Non ho mai percepito ostilità nei miei confronti. Per me non cambia nulla, vado avanti serenamente".
"C’è un tema molto profondo – ha aggiunto Crocetta -, io voglio che nella mia città si riconverta l’industria e la gente non muoia più di cancro. Poi si può perdere anche una battuta d’arresto elettorale, ma alla fine credo che questa città la salveremo".
A chi chiede una risposta a quanti ritenevano queste consultazioni come un "referendum" su di lui, Crocetta ha detto: "E’ una speculazione da tre soldi".
Quindi il presidente della Regione ha concluso: "A Gela non hanno i numeri, se il centrosinistra dovesse decidere di non collaborare, cosa che farà in nome dell’interesse della città, non ci sarebbero le condizioni minime per governare. Non siamo di fronte a proposte di governabilità, la protesta è una cosa la governabilità un’altra".