Palermo, scontro fra l’Amap e il Comune per l’acqua inquinata - QdS

Palermo, scontro fra l’Amap e il Comune per l’acqua inquinata

Palermo, scontro fra l’Amap e il Comune per l’acqua inquinata

mercoledì 11 Marzo 2020

Balletto surreale di comunicati e rettifiche che nei giorni scorsi ha mandato nel caos i cittadini. Qualità del liquido distribuito nella norma, come confermato anche dai laboratori Asp

PALERMO – Come se non bastasse la psicosi da Coronavirus, nei giorni scorsi un clamoroso cortocircuito comunicativo tra Asp, Comune e Amap ha fatto credere per alcune ore che in mezza città l’acqua corrente fosse inquinata. Un balletto surreale di comunicati e rettifiche, analisi e controanalisi, ordinanze prima firmate e poi revocate ha scatenato il panico tra la popolazione con i supermercati presi d’assalto per acquistare le confezioni di minerale.

La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato. L’inchiesta vorrebbe far luce su questo incredibile caos, iniziato il 25 febbraio quando l’Asp comunicava al Comune gli esiti delle analisi chimiche effettuate sui campioni d’acqua prelevati da due serbatoi del capoluogo: nel serbatoio Petrazzi Alto e nel serbatoio Petrazzi Basso risultavano valori di Coliformi totali, Escherichia coli, Torbidità, Solfati e Alluminio “non conformi alla legge”. L’autorità sanitaria sollecitava quindi un’ordinanza sindacale per “inibire l’uso per il consumo umano della linea idrica interessata”, “attenzionare maggiormente la corretta clorazione delle acque prima della distribuzione” ed “estendere i controlli ad altri punti di distribuzione”.

L’Amap, che gestisce il servizio idrico in gran parte dell’area metropolitana, però, oltre a effettuare interventi di maggiore clorazione, decideva di avviare una serie di controanalisi (questo spiega il lasso di tempo trascorso prima dell’ordinanza) e il 3 marzo informava l’Asp che fino al 2 marzo i risultati dei campioni (prelevati, oltre che dai due serbatoi “incriminati”, da fontanelle piazzate in due punti a Mondello e in via San Lorenzo e viale del Fante) risultavano nella norma: Solfati a 130 su un limite massimo consentito di 250, torbidità descritta come “accettabile”, Escherichia Coli e Coliformi pari a zero. Il 3 e il 4 marzo, sulla base di nuovi controlli, la quantità di Solfati si riduceva ad una fascia compresa tra 116 e 121 mentre quella di Alluminio oscillava tra 183 e 199, vicinissimo al limite massimo di 200 (fontanelle Salita Belmonte, piazza Tonnara, piazza Vergine Maria, via Morici, via Carbone, via Partanna Mondello e via Trabucco).

Il 5 marzo, dunque, alla luce di nove giorni di controlli da una quindicina di serbatoi e fontanelle, dall’azienda di via Volturno partiva una nota indirizzata all’Asp e al Gabinetto del sindaco Leoluca Orlando che confermava che “non vi è alcun problema di carattere microbiologico nell’acqua distribuita in rete” e invitava gli uffici comunali a “sospendere l’ordinanza sindacale richiesta dall’Asp”. Se non fosse che l’indomani l’Asp ribatteva con un’altra nota di non essere affatto d’accordo (“discordanza dei risultati delle prove microbiologiche”) e di aver richiesto nuove analisi e confermava la necessità di un’ordinanza sindacale in attesa dei nuovi esiti. Necessità alla quale in poche ore il sindaco si atteneva: si spiega così il comunicato emanato dall’Amap venerdì scorso, poco dopo le 16, in cui si inibiva per il consumo umano l’uso dell’acqua corrente “e in particolare per i seguenti utilizzi: come bevanda; per le imprese alimentari; per la reidratazione e ricostituzione di alimenti; per la preparazione di alimenti e bevande in cui l’acqua costituisca ingrediente o entri in contatto con l’alimento per tempi prolungati; per le pratiche di igiene personale che comportino ingestione, anche se limitata, di acqua come ad esempio il lavaggio dei denti e del cavo orale”. Decine i quartieri coinvolti e panico in mezza città.

Ma Leoluca Orlando, letto il comunicato, tre ore dopo di fatto smentisce: “A seguito della diffusione di un comunicato stampa incompleto da parte dell’Amap circa l’emissione di una ordinanza sindacale relativa alla presunta inidoneità per uso umano dell’acqua distribuita in ampia parte della città, il sindaco chiarisce che la firma dell’ordinanza è un atto dovuto di fronte a una nota formale inviata dall’Asp all’Amministrazione comunale, ma tutti i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita in città ne confermano la potabilità e la qualità per uso umano. Mi aspetto che Amap curi con maggiore attenzione la propria comunicazione, non essendo possibile che suoi uffici diffondano notizie parziali che generano allarme nella popolazione”.

In seguito i tecnici di laboratorio dell’Asp hanno confermato in via definitiva che “l’acqua in distribuzione proveniente dai Serbatoio Petrazzi Alto e nel Serbatoio Petrazzi Basso e conforme ai valori di parametro, pertanto può essere revocata l’ordinanza”.

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