“Vogliamo mettere in campo misure più efficaci per il contenimento del contagio, tenuto conto che la gran parte delle persone si adegua alle restrizioni, ma c’è ancora una minoranza di irresponsabili che mettono a rischio la propria e l’altrui incolumità”. Così si è espresso il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, commentando la decisione dell’ufficio inquirente palermitano di chiedere una cinquantina di decreti penali di condanna per chi ha violato le norme imposte per il contenimento del Coronavirus.
Nel caso in cui si aggiungano anche false dichiarazioni nell’autocertificazione,
scatterà il più grave reato di falso.
La Procura, che invierà le richieste al gip, contesta non il
reato di inosservanza del provvedimento di una autorità, ma il più grave
illecito previsto dall’articolo 260 del Testo unico delle leggi sanitarie, che
punisce chi non osserva un ordine “legalmente dato per impedire l’invasione o
la diffusione di una malattia infettiva”. Un reato che prevede la pena
congiunta dell’arresto e dell’ammenda e che non si estingue con l’oblazione.
Se le violazioni riguardano casi più gravi, per esempio se a
trasgredire sono soggetti sottoposti a quarantena o positivi, verranno
contestati i reati di epidemia dolosa o colposa, che prevedono pene molto più
pesanti.