ROMA – Il Garante nazionale delle persone private della libertà personale Marco Palma “invita tutti a unirsi per cercare gli strumenti più adeguati ad affrontare il rischio pandemia in carcere”. “Le soluzioni – ha sottolineato il Garante – sono difficili ma vanno trovate. Chi ha responsabilità politica in questo momento non ha un compito facile, ma pur rispettando i dubbi, è necessario trovare soluzioni comuni: è il momento che ce lo chiede. Non si può più ragionare come si è fatto finora. Oggi il problema è la crudezza del bene essenziale che è la vita”.
“Papa Francesco – ha sottolineato il Garante – ha voluto ricordare che il carcere non è un mondo separato, ma è parte di tutti noi e della società nella sua complessità. Lo ha fatto ricordando che tutte le persone hanno diritto alla tutela della loro salute”. Per questo “il Garante nazionale invita tutti ad accogliere il monito di Francesco e a unirsi per cercare gli strumenti più adeguati ad affrontare il rischio pandemia in carcere. In questi giorni in cui l’opinione pubblica è sgomenta, la figura del Papa riconnette il sociale diviso. Lo ribadiamo: società e forze politiche – anche se divise rispetto al tema dell’esecuzione penale o con posizioni più rigide o più aperte rispetto alle misure alternative – devono mettere da parte le divisioni e concentrarsi sulla tutela della salute delle persone detenute, di chi lavora in carcere e della collettività esterna, anche perché l’esplosione di una situazione in carcere avrebbe riflessi sull’intera collettività”.
Il Garante ha anche reso noto il bilancio delle presenze attuali nelle carceri italiani: sono 57.590 le persone detenute presenti negli Istituti, con un ulteriore calo, rispetto a venerdì, di 354 unità, ed “è un dato importante, che tuttavia si mantiene ancora troppo contenuto rispetto alle esigenze di reperire spazi al fine di garantire zone per l’isolamento sanitario precauzionale, per la domiciliazione fiduciaria per casi di positività. Occorrono misure più decise. Insieme, in coordinamento con il Garante nazionale, lo chiedono con chiarezza anche i Garanti delle persone private della libertà nominati da Regioni, Province e Comuni”.
I garanti regionali, infatti, hanno fatto appello ai sindaci e ai presidenti delle Regioni, delle Province e delle Aree metropolitane “affinché facciano sentire la loro voce presso il Governo e facciamo appello ai parlamentari della Repubblica, affinché nell’esame del decreto-legge contenente le norme finalizzate alla riduzione della popolazione detenuta vengano adottate misure più incisive, in grado di portare nel giro di pochi giorni la popolazione detenuta sotto la soglia della capienza regolamentare effettivamente disponibile”. Intanto è stato reso noto il provvedimento attuativo del decreto “Cura Italia” con cui si mettono a disposizione 5000 i braccialetti per il controllo delle persone detenute. Ricorda il Garante che “la capienza regolamentare calcolata nelle carceri è di 51.416, ma per affermazione dello stesso Dipartimento, i posti realmente disponibili non arrivano a 48.000. Alcune strutture risultano particolarmente affollate: per esempio in Puglia l’Istituto di Taranto è occupato al 194% e quello di Lecce al 182%; nel provveditorato di Lazio-Abruzzo-Molise sono affollate le strutture di Campobasso (175%) e di Latina (181%). Questi esempi rendono evidente come il dato medio sia poco indicativo se non lo si legge nelle specifiche situazioni detentive”.
Attualmente, sono state recuperate per l’isolamento sanitario Covid 740 stanze di varie dimensioni, raggruppate in 169 reparti di 120 Istituti. “Occorre tuttavia – ricorda il Garante – molta cautela perché sono a volte definite come isolamento le sezioni che indipendentemente dal prevedere collocazioni in stanza singola sono semplicemente separate dalle altre dell’Istituto”.