Manovre da 5 miliardi e 250 milioni € su: Fondo sanitario, Fondo di sviluppo e coesione e trasferimenti. Chiamparino: “Accettiamo il taglio dei 2 miliardi per la sanità sperando si limiti al solo 2015”
ROMA – Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, dichiara di aver raggiunto finalmente un’intesa col Governo in merito ai tagli previsti dalla Legge di Stabilità. “Le Regioni hanno affrontato responsabilmente il compito gravoso imposto dalla stessa Legge. Se il Governo conferma il testo proposto si arriverà quindi ad una condivisione”, conferma Chiamparino. E continua: “Siamo di fronte a manovre da 5 miliardi e 250 milioni che oltre al mancato incremento del Fondo Sanitario, andranno a toccare il Fondo di Sviluppo e Coesione e in parte altri fondi di trasferimento”.
Dunque le Regioni accettano il sacrificio della rinuncia all’incremento di 2 miliardi del fondo sanitario nazionale. Chiamparino a tal proposito dichiara: “Questo avviene con la promessa di lavorare assieme al Governo affinché questo taglio si riferisca solo ed esclusivamente al 2015 e sia concordato con una specifica intesa in Stato-Regioni. Per un anno si può infatti accettare un onere di questo genere, ma tenendo conto della necessità di garantire nuovi farmaci salvavita e la definizione dei nuovo Livelli essenziali di assistenza (Lea) la corda può essere tirata solo nella prospettiva di tornare a lavorare per garantire nel 2016 il livello di finanziamento previsto dal patto per la salute o comunque di dimensioni quantitative che consentano di far fronte alle due esigenze che ho prospettato: il giusto allargamento dei Lea e l’ampliamento dei farmaci salvavita”.
Al termine della Conferenza Stato-Regioni il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, ha poi confermato: “Abbiamo raggiunto l’intesa sulla Legge di Stabilità relativamente al taglio di 2 miliardi sulla sanità. Le Regioni hanno chiesto tempo per decidere nello specifico entro il 30 marzo dove e quanto tagliare. La decisione verrà presa in un tavolo comune con il Governo". E conclude Bressa: “L”intesa andava raggiunta entro il 28 febbraio altrimenti ci sarebbero stati problemi di tenuta della legge di Stabilità”.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome infittisce dunque la compartecipazione col Governo, portando sotto i riflettori un’ulteriore questione molto cara alle Regioni: le politiche per le agende digitali. Le Regioni premono per la crescita digitale; insistono sulla strategia per la banda ultra larga nella programmazione 2014-2020. Le Regioni e le Province Autonome credono che il digitale sia la leva del cambiamento del Paese, a servizio di una crescita sostenibile e inclusiva. L’idea è di ergere l’agenda a vero piano industriale e strategico, non restando solo un mero documento di auspicio ma un indirizzo per l’ adeguamento infrastrutturale e culturale. “L’Italia deve attuare interventi strutturali per essere in grado di sfruttare appieno le opportunità del digitale per produrre cambiamento nell’economia, nel tessuto sociale e nelle istituzioni”, confermano le Regioni.
Le politiche per il digitale devono quindi concorrere a creare un quadro normativo ed un ecosistema digitale favorevole alla crescita economica, attraendo gli investimenti e spingendo al rinnovamento. Ci si propone pertanto di sviluppare le reti tecnologiche, le reti sociali tra le persone, le reti tra istituzioni e tra le imprese. In questo ambito perciò le Regioni si assumono il ruolo di interlocutrici col territorio di competenza, con particolare riferimento alle città, sia in termini di coordinamento e collaborazione con gli Eell, che in termini di contatto e cooperazione con gli attori sociali ed economici che agiscono a livello locale.
Milleproroghe. Approvato un documento per il Governo
ROMA – Sempre durante la Conferenza delle Regioni è stato anche approvato un documento, consegnato al Governo in sede di Conferenza unificata, in merito al decreto "Milleproroghe".
Le Regioni si sono espresse con un parere favorevole, e sono state così presentate delle richieste emendative al decreto di proroga di termini previsti da disposizioni legislative. In particolare la proposta, tra l’altro, è di escludere dal patto di stabilità le spese per nuovi investimenti effettuati dalle Regioni. I temi che sono stati toccati dagli emendamenti riguardano poi l’esclusione degli investimenti dal pareggio di bilancio, la modifica del finanziamento della Sisac, la dirigenza sanitaria in merito al finanziamento della retribuzione di risultato, la proroga graduatorie di concorso farmacie ex, i veicoli storici e il personale delle province.