Diffusione colonnine elettriche: l’Italia ci crede, l’Isola arranca - QdS

Diffusione colonnine elettriche: l’Italia ci crede, l’Isola arranca

Mariaelena Casaretti

Diffusione colonnine elettriche: l’Italia ci crede, l’Isola arranca

venerdì 06 Febbraio 2015

Inaugurato a Pomezia il progetto Enel ed Eni “Fast recharge plus” a favore della mobilità sostenibile. In Sicilia presenti solo 7 colonnine nelle province di Catania, Palermo e Ragusa

ROMA – Aiutare l’ambiente e il proprio portafoglio, con un progetto che prevede per il 2015 la diffusione di colonnine elettriche per ricariche ultraveloci e multiutente sulla rete autostradale e nelle città metropolitane. È Pomezia a tagliare il nastro del progetto pilota fortemente voluto da Enel ed Eni per la prima installazione in Italia della “Fast recharge plus”, la prima colonnina di ricarica per le auto elettriche multistandard, ovvero compatibile con le circa 5000 vetture ibride attualmente in circolazione in Italia e in grado di consentire a più auto di rifornirsi contemporaneamente con tempi di ricarica di un quarto d’ora per l’80% e di circa mezz’ora per un pieno.
 
Il grande piano per la diffusione dell’auto elettrica è fortemente sentito dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che ne ha parlato in occasione dell’inaugurazione affermando che “L’Italia può vincere la sfida arrivando per prima e non per ultima, come sta accadendo con le autostrade digitali, in cui è emerso il dato vergognoso secondo cui siamo al pari con la Namibia, con tutto il rispetto per la Namibia”. L’obiettivo primario è quello di partire “con un numero di colonnine sufficienti” e i buoni propositi di certo non mancano.
A tal riguardo, già la prossima settimana è in programma un incontro con l’Aiscat e con le società energetiche e Lupi ha già chiesto alle concessionarie autostradali e al gruppo elettrico di presentarsi con un piano credibile e fattibile per il 2015. Secondo la casa automobilistica tedesca Bmw, nel 2030, l’80% del parco auto sarà totalmente elettrico e il ministro è pronto a crederci, pieno di speranze nei confronti di un possibile piano serio con risorse e tempi certi.
 
A dare qualche elemento dell’ordine di grandezza necessario per offrire agli italiani la possibilità di girare in sicurezza con l’auto elettrica, senza rimanere ‘a secco’ su qualche tangenziale, è l’ad dell’Enel, Francesco Starace: “Un buon inizio – calcola – sarebbero 15mila punti di ricarica, che potrebbero essere installati nell’arco di due anni”, con un investimento che non sarebbe straordinario, visto che per ogni colonnina ci vogliono “tra i due e i quattromila euro”. Un piano più ambizioso, tendente a “coprire l’Italia in maniera più aggressiva”, necessiterebbe invece di “100-200mila ricariche”.
 
Altro capitolo è poi quello delle ricariche domestiche, per le quali manca un regime che le regolamenti: “Abbiamo un appuntamento con l’Autorità per l’energia nelle prossime settimane anche per questo aspetto”, ha annunciato Starace. Affinchè l’Italia sia pronta al cambiamento è però necessario superare tanti ostacoli noti soprattutto al triangolo del Mediterraneo che di problemi con trasporti e innovazione può elencarne molti.
 Da Roma in giù è infatti attualmente impossibile trovare una colonnina nel raggio di pochi km e in particolare in tutta la Sicilia è possibile fare rifornimento in sole 7 postazioni per 9 province e naturalmente non si tratta di colonnine a copertura anche minima della regione più vasta d’Italia, ma di postazioni concentrate nelle sole province di Palermo, Catania e Ragusa. Prima tra le città interessate, Catania, con ben 4 colonnine elettriche site rispettivamente in via Messina, via Monsignore Domenico Orlando 1-3, uscita Zona industriale nord (Parcheggio Ikea) e presso la concessionaria Renault in via Valcorrente a Belpasso (Ct). Due le colonnine presenti nella provincia ragusana, entrambe in via Leonardo Sciascia a Comiso e un unico gestore di rifornimento Enel presente nel capoluogo di regione in via Marchese di Villabianca.
Che dire, se siete proprietari di un’auto elettrica e volete fare un viaggio “on the road” è preferibile al momento pensare a mete più fredde.

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