Crif, le frodi creditizie influenzano per il 7% sul costo dei finanziamenti. Sicilia tra le maglie nere, solo in Campania si delinque di più
I finanziamenti a famiglie e imprese ricominciano a crescere. Dopo ben oltre un biennio di regressione incontrastabile, i consumatori sono tornati a guardare con maggior fiducia alla possibilità di affrontare l’impegno finanziario di un prestito. E col web che permette di porre i
tassi IBL Banca a confronto con quelli di Agos, Findomestic ecc., in pochi e rapidi clic, gestire il rapporto con gli istituti è diventata un’operazione molto più semplice di qualche anno fa.
Ma non è ancora il tempo di sorridere. Di problemi e criticità sistemiche ce ne sono ancora parecchi. Uno di questi, come fa sapere l’
ultima rilevazione Crif, riguarda le frodi creditizie. Nei primi 6 mesi dell’anno, come pubblicato dall’Osservatorio, sarebbero oltre 9.000 le frodi ai danni del sistema dei finanziamenti. Una calamità che, oltre a indebolire le banche, provoca un aumento dei costi del 7%; aumento che, ovviamente, si rivale sui consumatori finali, cioè i cittadini e le imprese. Cioè tutti noi.
Il 60,3% delle frodi creditizie interessa gli uomini, ma sono in salita anche le truffe ai danni delle donne, che segna un +3,6% rispetto al primo semestre 2013. La fascia d’età compresa fra i 31 e i 40 anni è quella maggiormente interessata e assorbe oltre un quarto delle truffe complessive (il 25,6%), segue la fascia dei giovani sotto i 30 anni (24,8%), spesso eccessivamente superficiali nel divulgare dati e credenziali sensibili in rete. Aumentano sensibilmente i raggiri ai danni degli over 60, in crescita del 27,6% in relazione all’anno scorso. La maggior parte delle truffe è finalizzata all’acquisto di elettrodomestici e beni di elettronica, telefonia e informatica.
La Sicilia conquista la ben poco ambita medaglia d’argento delle frodi creditizie. Ben il 13,9% delle truffe al sistema dei finanziamenti si consuma nella nostra regione, solo in Campania (17,5%) se ne registrano di più; seguono Lombardia (10,6%), Lazio e Puglia. La Sicilia, inoltre, è terza per percentuali di truffe realizzate in rapporto all’erogato, alle spalle di Campania e Calabria.
Sono ben tre le province siciliane che conquistano la top 15 delle città più fraudolente d’Italia. Dei 1.167 casi di truffa registrati in Sicilia, 411 si sono verificati a Palermo (dove si realizza il 4,9% delle truffe totali su territorio nazionale), terza provincia d’Italia e preceduta soltanto da Napoli e Roma. Seguono Catania (254 truffe, quinta a livello nazionale), e Messina (113 casi, quindicesima). Caltanissetta e Enna le più virtuose, con ‘sole’, rispettivamente, 42 e 30 attività truffaldine riscontrate.