La povertà educativa del Mezzogiorno è anche nella scarsa offerta museale - QdS

La povertà educativa del Mezzogiorno è anche nella scarsa offerta museale

La povertà educativa del Mezzogiorno è anche nella scarsa offerta museale

martedì 19 Maggio 2020

Nell’ultimo report di Con i bambini e Open polis emergono tutte le difficoltà delle regioni del Sud. Si contano meno di due musei ogni 10 mila minori a Napoli, Caltanissetta e Taranto

ROMA – L’educazione dei minori non si misura soltanto dall’offerta scolastica, ma anche da una serie di attività che sono offerte nel territorio di appartenenza, dallo sport alla presenza di biblioteche, dalle attività ricreative all’aria aperta alle visite nei musei. Si tratta di opportunità educative tutt’altro che scontate nelle regioni del Mezzogiorno, dove il disagio economico delle famiglie spesso impedisce a bambini e ragazzi di avere una formazione completa. Uno spaccato che emerge con chiarezza nell’ultimo rapporto settimanale elaborato dall’Osservatorio povertà educativa, curato dall’impresa sociale “Con i bambini” e da Openpolis.

Secondo l’indagine, in Campania le famiglie in potenziale disagio economico nel 2011 sono il 7,6%, la percentuale più alta in Italia. A seguire Sicilia e Calabria, che registrano percentuali di famiglie in disagio superiori al 5%. A breve distanza le altre regioni del Sud. Al contrario, i territori di Centro e Nord Italia presentano livelli molto più bassi del fenomeno, che in nessuna di queste regioni supera l’1,5%.

Nel Mezzogiorno, le medie regionali si aggravano ulteriormente in diverse province. Le prime 20 per incidenza del fenomeno appartengono a Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Tra queste, spiccano in particolare le province di Napoli e Caserta, le più colpite, seguite da Palermo e Catania.

L’offerta museale nelle province con più disagio

Per mappare l’offerta museale per bambini e ragazzi, è stato necessario confrontare il numero di strutture del territorio, con il totale dei residenti tra 0 e 17 anni di età. Da questo calcolo, in Italia risultano in media circa 5 musei ogni 10.000 minori. Un dato che diminuisce in quasi tutte le 20 province più svantaggiate del Paese. Territori dove già l’accesso alle opportunità educative per i minori è in media più limitato. È proprio in quelle aree che sarebbe invece ancora più importante rafforzare la presenza di presidi culturali. Addirittura si contano meno di 2 musei ogni 10.000 minori nelle province di Napoli, Caltanissetta e Taranto.

Tra le province considerate, quelle agli ultimi posti per offerta museale per minori coincidono, in gran parte, con quelle che nella classifica precedente registravano le percentuali più alte di famiglie in disagio. Si tratta in particolare di province campane e siciliane. Caserta e Catania hanno entrambe il 7% di famiglie in disagio e solo 2 musei per 10.000 minori.
Le quote più alte di musei per minori si registrano in comuni che corrispondono alle principali mete turistiche del territorio. Tra questi le isole, la penisola sorrentina e il capoluogo, che offre 2,2 musei per 10.000 minori. La maggior parte degli altri territori sono invece privi di strutture, fatta eccezione per pochi comuni, tra cui Nola (4,9 musei per 10.000 minori)

“L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, – si legge all’interno del rapporto – fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali”.

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