Da Lampedusa gli operatori del turismo lanciano un “forte
grido d’allarme: sabato scorso sarebbero dovuti arrivare i primi charter da
Milano e Bologna, invece l’isola è ferma, le prenotazioni sono a quota zero, le
compagnie aeree hanno cancellato i voli e gli alberghi restano chiusi”. Le
parole sono del tour operator Antonio Martello, amministratore delegato di Sogni
nel Blu, che ha chiesto un immediato intervento dello Stato e della Regione
siciliana
“Ci hanno lasciati – ha detto – ancora una volta da soli.
Dal Governo nessun aiuto per un’isola di frontiera come la nostra. Abbiamo
bisogno di ossigeno, di immediate e concrete misure di sostegno economico e del
ripristino dei voli”.
“Siamo preoccupati – ha aggiunto il tour operator – perché
la cosiddetta zona rossa è quella da cui proviene la maggior parte dei turisti
che scelgono le nostre isole, ma mentre anche quelle regioni si stanno dando da
fare per ripartire, noi siamo fermi al palo nel disinteresse generale”.
In assenza di voli diretti, gli operatori stanno valutando
se e come far ripartire i charter: “Vorremmo poter ricominciare a fine giugno –
ha spiegato Martello – attingendo alle ultime disponibilità economiche. Le
strutture alberghiere si stanno adeguando alle disposizioni sanitarie che
chiedono sanificazioni e ridefinizione degli spazi. Un charter che parte mezzo
vuoto per le misure sanitarie costringerà il tour operator a recuperare ciò che
è perso dalle tariffe, con l’inevitabile aumento del biglietto fino al 60%, che
per un volo di andata e ritorno significa un costo tra 600 e 700 euro. Così un
numero nettamente ridotto di vacanzieri deciderà di raggiungere l’isola e oltre
al fatturato perso, ricadranno sulle nostre spalle anche i costi dell’invenduto”.