Ricerca, da un farmaco nuove speranze contro il tumore ai polmoni - QdS

Ricerca, da un farmaco nuove speranze contro il tumore ai polmoni

Ricerca, da un farmaco nuove speranze contro il tumore ai polmoni

martedì 02 Giugno 2020

ROMA – La molecola osimertinib ha dimostrato una riduzione dell’80% del rischio di recidiva della malattia o morte nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce positivi alla mutazione del fattore Egfr, dopo l’intervento chirurgico. Lo dimostrano i dati dello studio di fase III Adaura su 682 pazienti presentati in sessione plenaria al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco). A due anni dall’inizio del trattamento, l’89% dei pazienti trattati con osimertinib è vivo e libero da malattia contro il 53% di quelli trattati con placebo.

Una riduzione del rischio di recidiva o morte pari all’80%, in un setting di pazienti in stadio precoce e quindi potenzialmente curativo – ha affermato Filippo de Marinis, direttore divisione di Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano e principal investigator dello studio per l’Italia – è sicuramente un dato senza precedenti e che porterà ad un cambio della pratica clinica. Si tratta di risultati che vedranno inevitabilmente l’affermarsi delle terapie target e, in particolar modo, dell’inibitore di Egfr osimertinib, come terapia standard per questi pazienti”.

Il test per la ricerca delle mutazioni di Egfr è raccomandato da tutte le linee guida nazionali e internazionali per i pazienti che si presentano alla diagnosi con un tumore in stadio avanzato – sottolinea Antonio Marchetti, ordinario di Anatomia patologica e direttore del Centro di Medicina Molecolare e Predittiva dell’Università di Chieti -. I dati dello studio Adaura porteranno ad un cambio nell’approccio diagnostico anche per i pazienti che hanno una malattia in stadio precoce e per i quali sarà necessario prevedere, alla luce di quanto presentato nel corso del congresso Asco, l’implementazione del test per verificare l’eventuale presenza della mutazione, requisito fondamentale per il trattamento target con l’inibitore di Egfr”.

“Ogni anno – ha ricordato Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica al dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino – in Italia ci sono circa 36 mila nuove diagnosi di tumore del polmone non a piccole cellule. Questi risultati rappresentano un passo in avanti molto importante per tutta la comunità scientifica e aprono nuovi scenari per i pazienti con malattia in stadio precoce e che presentano una mutazione di Egfr. Si prospetta un vero e proprio cambio di paradigma, che vede finalmente l’introduzione della medicina di precisione in un setting in cui l’intento dei trattamenti è la cura”.

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