L’epidemiologo Pedalino avrà il compito di pianificare e organizzare il percorso della Fase 2. L’esperto nominato dal sindaco di Trapani al fianco degli operatori economici della città
TRAPANI – Notizie chiare e soprattutto vere. Informazioni scientifiche, quindi reali. Responsabilità, con l’esperienza sul campo. Strategia per evitare errori che potrebbero essere pagati a caro prezzo. Sostegno e confronto con chi oltre ad essere un cittadino è anche un tassello dell’economia di un territorio. Sono le parole d’ordine di Biagio Pedalino, l’epidemiologo che il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha voluto al suo fianco per pianificare ed organizzare la fase della ripresa dopo l’emergenza virus. Il suo curriculum medico è un elemento di garanzia. La sua azione – ha cominciato la collaborazione da consulente lo scorso 30 aprile, per essere poi nominato esperto ed in prima linea dal 13 maggio – è definita dalla natura del suo incarico. Il sindaco l’ha voluto con sé “per le materie attinenti le problematiche sanitarie relative all’azione di contrasto del contagio da Covid 19”. Ed in fase di ripartenza Pedalino – ed è quello che sta facendo – non poteva che essere un punto di riferimento per fare sintesi tra le regole per il rispetto delle condizioni di sicurezza e la necessità di rimettere in moto una città che si è dovuta fermare per l’emergenza. L’epidemiologo è infatti nelle condizioni di argomentare su ciò che è accaduto, sulle scelte per ripartire in sicurezza, e su quella che sarà la Fase 3.
Chiamato dal sindaco Tranchida a seguire la Fase 2 come esperto per le questioni sanitarie. Può fare il punto sulle condizioni della città di Trapani, su come ha affrontato l’emergenza e su quali rischi può ancora correre?
“A Trapani, la pandemia non ci ha colti di sorpresa. Il numero dei casi è aumentato quando già il lockdown era in atto a livello nazionale. Questo, insieme al rispetto – nella maggioranza dei casi – delle indicazioni, ha permesso di limitare la diffusione del virus di impedire il collasso delle strutture sanitarie preposte al trattamento. I rischi sono tanti, il virus circola ancora in Sicilia, in Italia e nel mondo, e pare sia sempre più difficile il rispetto delle norme di prevenzione, quali il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina laddove la distanza sia difficile da rispettare, ed il lavaggio frequente delle mani. A questo, si aggiunge la possibile riapertura della Sicilia già il 3 giugno senza alcun filtro sanitario. Gli esodi di marzo ci hanno insegnato che l’introduzione di pochi soggetti positivi asintomatici nel territorio potrebbe generare una seconda ondata. Riapertura senza filtri e rilancio economico non posso coesistere nella stessa strategia, e la priorità adesso è il rilancio economico del nostro territorio in vista anche della stagione estiva. Si impone dunque una riflessione accurata sulla necessità di introdurre una strategia di filtro mirata ad un ulteriore miglioramento della situazione epidemiologica siciliana già in ottime condizioni”.
In cosa consiste la sua assistenza alle attività commerciali, come da accordo con il Comune?
“Il mio accordo con il Comune prevede il supporto tecnico al sindaco Tranchida e alla sua Amministrazione per la riapertura di strutture e attività di pertinenza della stessa. Il sindaco ha altresì offerto alle attività commerciali, l’opportunità di sessioni – domande e risposte – in cui ci siamo confrontati sulle norme già contenute nel documento con le linee guida della conferenza delle Regioni, al fine di chiarire alcuni punti e offrire chiarimenti sull’applicazione razionale di alcune norme. Abbiamo svolto tre incontri con i ristoratori e ho risposto a richieste puntuali di chiarimenti da altre attività commerciali”.
Il virus è stato contenuto bene nella sua fase più dura. Un caso o i cittadini hanno risposto bene alle regole? Come ha funzionato la sanità locale?
“Il contagio di per sé è il risultato di una combinazione di probabilità, che si possono riassumere nell’ essere al posto sbagliato, al momento sbagliato. Una festa che genera 15 casi, una visita in una RSA più di 90 positivi/casi, l’ingresso non controllato di soggetti asintomatici infetti un’epidemia diffusa su di un territorio come la Sicilia. Penso che noi tutti cittadini abbiamo risposto bene alle indicazioni ricevute, con delle eccezioni ovviamente, ma fortunatamente poche. La sanità locale ha funzionato molto bene, ma, come ovunque, bisognerebbe riflettere sulla necessità di potenziare i servizi di sanità pubblica e territoriali, e non solo concentrare gli investimenti sui servizi ospedalieri”.
Vaccino o terapia specifica? Qual è la soluzione?
“Passeremo alla Fase 3 quando sarà disponibile un vaccino o una terapia specifica. Entrambi, purtroppo, di non facile o veloce formulazione”.