L’obiettivo principale è alleggerire il traffico veicolare e la circolazione dei mezzi privati, ma i tempi della burocrazia restano un grande ostacolo
di Giovanna Naccari e Gaspare Ingargiola
PALERMO – Intelligente, ecologica e sicura. La mobilità urbana post-Covid punterà ancora di più sulla tutela dell’ambiente e sulla riduzione dell’inquinamento. Anche se l’automobile privata rimane il mezzo di trasporto più a prova di contagio, osservatori e addetti ai lavori “spingono” perché le amministrazioni locali puntino le loro fiches sulla mobilità dolce e condivisa e riorganizzino da cima a fondo il trasporto pubblico puntando su isole pedonali, piste ciclabili, bike e car sharing, corsie preferenziali, segnaletica ad hoc e capienza ridotta su bus, tram e metropolitane per rispettare il distanziamento sociale, compensata da un aumento dei mezzi in circolazione e delle corse.
A Palermo però questa visione della mobilità futura si scontra fatalmente con gli atavici problemi economici e organizzativi dell’azienda di trasporto pubblico, l’Amat (è di una settimana fa l’ennesimo, preoccupato allarme dei sindacati sugli stipendi ancora una volta in ritardo) e con i cantieri eterni che intrappolano la città da anni.
La pandemia ha ulteriormente aggravato i già pesanti ritardi delle grandi opere: il bando dell’anello ferroviario risale al 2006, i primi “vagiti” del passante ferroviario addirittura al 2004. Senza dimenticare gli altri grandi progetti, dal collettore fognario alla Metropolitana automatica leggera, dal tram al centro direzionale della Regione Siciliana. Ma vediamo di fare il punto sui cantieri presenti e futuri di Palermo.
ANELLO FERROVIARIO
È il 2003, 17 anni fa, quando il Comune firma con le Ferrovie dello Stato la convezione per “chiudere” l’anello ferroviario, ossia il prolungamento circolare fino al Politeama della tratta da Notarbatolo a Giachery. Meno di 2 km (1,7 per la precisione) che non sono stati ancora ultimati. Tre le nuove fermate: Libertà, Porto e Politeama. La stazione appaltante è Rfi, che assegna la progettazione e la direzione dei lavori al suo “braccio” tecnico, l’Italferr, che nel 2006 pubblica la gara d’appalto. I lavori, dopo una serie di ricorsi e controricorsi a Tar e Consiglio di Stato, vengono aggiudicati alla Tecnis soltanto nel 2009. Stando a una relazione del 2015 dell’Anac (all’epoca presieduta da Raffaele Cantone), nel progetto esecutivo della Tecnis i costi dell’opera lievitano, a causa dell’introduzione di numerose varianti, dai 75,9 milioni stimati inizialmente a 172, i giorni di cantiere da 855 a 1.402. Italferr ne approva solo alcune (con un sovraccosto di “appena” 28 milioni, per un importo finale di 104) e nel luglio del 2014 consegna i lavori, che si rivelano da subito un’odissea: i malumori degli ambientalisti per il taglio degli alberi al Politeama, il braccio di ferro con il Comune per l’assegnazione delle aree di cantiere, le proteste di commercianti e residenti “ingabbiati” dalle trincee e degli operai per i ritardi cronici dei salari ma soprattutto l’inchiesta giudiziaria “Dama Nera” che nel 2015 investe il colosso etneo e ne decapita i vertici.
La Tecnis viene prima commissariata e poi messa in amministrazione straordinaria. Nel 2019 l’opera risulta ancora ferma al 20-30% ma a luglio l’impresa D’Agostino acquista il ramo d’azienda dalla Tecnis, mette in campo uomini e mezzi e imprime subito una decisa accelerazione. La fine dei lavori adesso è prevista per il 2022, l’apertura al pubblico per l’anno successivo. Intanto, nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), un mastodontico programma decennale da due miliardi di euro, l’Amministrazione comunale ha incluso (con vista sul 2030) la progettazione del secondo stralcio, ovvero la chiusura dell’anello dal Politeama alla Stazione Notarbartolo con la realizzazione della fermata Malaspina.
A gennaio di quest’anno, infine, un altro pezzo della Tecnis è passato di mano: l’Amec di Catania è subentrata nei lavori di realizzazione del collettore fognario, un’opera da 19 milioni che servirà a convogliare le acque nere che oggi confluiscono nell’area dei Cantieri Navali fino al depuratore di Acqua dei Corsari. Lo stesso depuratore in futuro sarà oggetto di un intervento di potenziamento.
PASSANTE FERROVIARIO
Il raddoppio di 30 km di linea ferroviaria tra il quartiere Roccella e l’aeroporto “Falcone & Borsellino”, 25 fermate metropolitane incluse dieci nuove stazioni, più di un miliardo di euro di costi, un migliaio di operai impiegati, 73 treni al giorno. Sono le cifre di una maxi opera in costruzione da dodici anni che non verrà terminata prima del 2025 con l’ultimo tassello, la stazione Lazio. I lavori delle tratte A (Stazione Centrale-Notarbartolo) e C (La Malfa-Carini) sono cominciati nel 2008, quelli della tratta B (Notarbartolo-La Malfa) a ottobre 2013. Anche il passante, come l’anello, ne ha viste di tutti i colori. Un episodio su tutti, il parziale cedimento di alcune palazzine in vicolo Bernava a causa di un imprevisto geologico che ha impedito il completamento della galleria Imera per soli 60 metri e ha fatto sfollare decine di famiglie. Alla fine, dopo un lungo iter tecnico e burocratico, la più drastica delle soluzioni: l’acquisto e la successiva demolizione delle palazzine, assegnata lo scorso febbraio alla Impresit Lavori Srl (per un milione di euro).
A complicare tutto, un anno fa, l’addio della Sis, che in precedenza aveva realizzato anche le prime quattro linee del tram (altro appalto complesso e travagliato): il colosso ispano-piemontese ha sbattuto la porta perché i costi si sono rivelati superiori al previsto. Rfi dovrà indire una nuova gara d’appalto per l’ultima tranche del progetto: il doppio binario è ormai ultimato dalla Stazione Centrale a Orleans e da San Lorenzo all’aeroporto ma due tratti (Orleans-Notarbartolo e Notarbartolo-San Lorenzo, poco meno di 3 km) per il momento restano a singolo binario. A ottobre 2018 la riapertura della navetta per l’aeroporto (circa un’ora di tragitto) dopo tre anni di chiusura. L’opera è ormai completa al 95%.
TRAM
I cantieri di anello e passante rappresentano solo una faccia dei problemi del trasporto pubblico palermitano. Il risvolto della medaglia è l’Amat: una partecipata in crisi che gestisce il trasporto tranviario e su gomma. La mancata intesa con Trenitalia sul biglietto unico integrato (“Si farà entro il 2020”, ha promesso l’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone) e l’arretratezza dei sistemi di bigliettazione sono tra i fattori che favoriscono l’alta evasione tariffaria su bus e tram. Lo scorso dicembre il Comune ha finalmente presentato PalerMobilità, un’app per acquistare online i biglietti e le schede per le strisce blu. Al momento nel capoluogo circolano quattro linee del tram ma altre tre sono in fase di progettazione e quattro in attesa di finanziamento. Alcune carenze nella documentazione per accedere al finanziamento (cui in verità l’Amministrazione ha posto rimedio) hanno fatto esplodere nei giorni scorsi la bagarre politica con il Consiglio comunale.
Intanto l’Amat fatica a mantenere le linee attualmente esistenti: nel 2018 sono costate 9,2 milioni, tutti a carico della partecipata, sia perché la Regione finora non ha erogato alcun contributo chilometrico sia perché il contratto di servizio del 2015, che non è mai stato aggiornato, non contemplava il tram. (gi)
Il waterfront
Autorità portuale e fronte mare tra demolizioni e riqualificazioni
PALERMO – Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, nell’ambito del piano di sviluppo del porto, ha lanciato una chiara politica di valorizzazione del waterfront, puntando sulle azioni di riqualificazione e restyling finalizzate a integrare lo scalo cittadino con la fascia urbana retrostante. In cantiere, dunque, ci sono opere che puntano a rendere quanto più godibile il paesaggio sul fronte mare e offrire servizi e spazi di relax a cittadini e ai turisti.
“Abbiamo demolito gru, silos e strutture degradate e inutili – spiega Monti – e adesso stiamo costruendo il terminal aliscafi al Sammuzzo, con grande attenzione al verde. Abbiamo il progetto esecutivo del Molo Trapezoidale e a breve andranno a gara i lavori. A gara stiamo mandando anche le opere del varco Amari, anche qui abbiamo il progetto esecutivo, dove stiamo demolendo sette edifici per aprire visivamente su via Crispi, fondamentale per l’interfaccia città-porto”.
L’anno scorso è stato riaperto alla città il porticciolo di Sant’Erasmo. Il recupero è servito a dare continuità al “mare verde” del Foro Italico, come l’ha definito Monti, integrando i pescatori in un’area adeguata e riqualificando l’angolo che si allunga fino a Villa Giulia.
“A Sant’Erasmo – aggiunge Monti – una volta inaugurato il primo intervento, con i massi del salpamento del molo Sud si sta per realizzare una protezione per evitare i danneggiamenti provocati dal mare che, nei mesi invernali, si sono aggiunti a quelli dei vandali”.
“In dirittura d’arrivo – conclude il presidente dell’Autorità portuale – c’è anche la sistemazione dell’Acquasanta, dove è da ultimare la riqualificazione dell’omonima piazza con relativo arredo urbano. Per quanto riguarda l’Arenella, invece, stiamo lavorando alla stesura del progetto”. (gn)
Parla il sindaco Leoluca Orlando
Andare oltre la distinzione tra centro urbano e periferie
PALERMO – Per il sindaco Leoluca Orlando mobilità è comunità, avvicinando le periferie alla città, creando una rete di identità e mettendole in collegamento.
Il primo cittadino fa una panoramica sulle decisioni prese per il futuro urbano: “L’adottato schema di Piano esecutivo di gestione, le oltre 140 aree pedonali, le attuali quattro linee di tram in esercizio, altre sette di cui quattro progettate e finanziate e tre progettate e in via di finanziamento, le piste ciclabili”.
E continua citando “l’accoglienza della mobilità umana al trasporto pubblico gommato e ferrato ferroviario; l’aeroporto e grande porto, i sette porti di borgate marinare, l’imminente avvio di ristrutturazione della Stazione ferroviaria centrale, il bike, taxi e car sharing, anche con auto elettriche e per persone con disabilità in ormai dieci città e aeroporti della Sicilia occidentale, un servizio pronto a partire anche a Catania a cura dell’Amat, partecipata al 100% del Comune di Palermo”.
“Grazie alla mobilità sostenibile – sottolinea il sindaco – si sta superando la distinzione tra centro e periferie in una città destinata a essere comunità di quartieri, ognuno con la propria identità e tutti tra loro collegati”. Per Orlando questa visione “è diventata realtà per alcuni progetti già realizzati e lo diventerà per quelli in cantiere”.
Cosa vorrebbe lasciare il sindaco in eredità alle giovani generazioni? “Vorrei lasciare – conclude – l’esempio che visione, progetto e azione sono il modus operandi più efficace per raggiungere i risultati”. (gn)
Da Rete ferroviaria italiana un punto sui cantieri attivi
PALERMO – Negli ultimi giorni sono stati fatti passi avanti significativi per i lavori dell’anello ferroviario, tanto che il 15 giugno sarà restituita alla città la porzione di piazza Castelnuovo più vicina a via Ruggero Settimo, così come annunciato da Rete ferroviaria italiana. I lavori sono ripresi il 14 aprile scorso secondo le procedure previste per il post emergenza epidemiologica.
“Il forzoso fermo delle attività di cantiere per un periodo di circa un mese – spiegano dall’Ufficio stampa di Rfi – e tutti i provvedimenti legati al lockdown, che hanno rallentato la ripresa delle attività produttive fino alla fine di maggio a causa delle difficoltà di spostamento del personale e delle merci, sia intra-regionali che interregionali, hanno determinato lo slittamento di tutti i programmi lavorativi. A esse vanno aggiunte le difficoltà operative, non dipendenti dalla Impresa D’Agostino, esecutrice dei lavori dell’anello ferroviario, che hanno investito anche gli Enti gestori dei sottoservizi che, nonostante la disponibilità dimostrata, hanno comunque richiesto maggiori tempi per risolvere le interferenze. Lo stesso problema si presenta per le attività del Genio militare che riguardano la bonifica da eventuali ordigni esplosivi, che hanno maturato ritardi sia per l’esecuzione che per il rilascio delle autorizzazioni”.
I prossimi lavori sono influenzati dal cantiere in via Roma relativo al collettore fognario La Cala, che sta realizzando un’altra impresa per conto del Comune. “Per tale motivo – sottolineano dall’Ufficio stampa di Rfi – si stanno verificando con il Comune i provvedimenti da adottare per il proseguimento dei vari cantieri in modo da riconsegnare entro l’anno alla cittadinanza tutte le aree occupate”.
“Dopo questa fase – aggiungono – si scaverà la galleria dall’interno e si realizzeranno durante il prossimo anno gli impianti tecnologici e di sicurezza per il completamento dell’opera”.
Operativo, nel frattempo, anche il cantiere di realizzazione della fermata Libertà, che comporta la sospensione dell’esercizio ferroviario fra Notarbartolo e Giachery fino a metà settembre.
Il passante ferroviario tra la stazione di Palermo centrale e l’aeroporto di Punta Raisi è operativo da ottobre 2018. “Sono già completati al 96% – dicono dall’Ufficio stampa di Rfi – e attualmente sono in corso interventi per oltre 20 milioni di euro”.
Questi i sette cantieri attivi: prolungamento viale Francia e sistemazione a verde della copertura della galleria di via Monti Iblei; realizzazione della nuova Sottostazione elettrica di Tommaso Natale; opere civili nella galleria fra Notarbartolo e Francia; nuova fermata di Capaci (via Kennedy); impianti per la sicurezza dei tunnel ferroviari e per l’integrazione degli impianti tecnologici della fermata Tommaso Natale. (gn)
Parcheggi e otto nuove piste ciclabili sono nei piani dell’Amministrazione
PALERMO – Nel 2030 l’intera rete tranviaria potrebbe trasportare fino a 78 milioni di passeggeri l’anno e il 55% della popolazione potrebbe muoversi con i mezzi pubblici o in modalità “dolce”, cioè a piedi, in bici o con altri mezzi. Sono le ottimistiche previsioni dello studio trasportistico che il Comune ha presentato di recente al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per ottenere il finanziamento per altre quattro linee del tram. Tra queste, un tracciato dallo stadio Renzo Barbera a Mondello di ben 23 km (50 minuti di tragitto).
Fino a qualche anno fa la località balneare avrebbe dovuto essere, nei sogni nel cassetto di Palazzo delle Aquile, il capolinea della Metropolitana automatica leggera (Mal), con partenza dallo svincolo Oreto. Costo 3,5 miliardi per 17 km, un miliardo tondo per il primo stralcio Oreto-Notarbartolo (del quale esisteva un progetto preliminare). Le nuove linee del tram porteranno in dote nuovi parcheggi: i primi quattro sono stati cofinanziati a fine maggio dalla Regione con 50 milioni (su una spesa complessiva di 121).
Tra gli obiettivi della Giunta Orlando anche la manutenzione e la creazione di otto piste ciclabili nell’ambito del progetto “Palermo Si-Cura” pensato per la Fase 2.
E mentre l’Amministrazione sta ancora definendo il nuovo Piano regolatore, anche la Regione si avvia a incidere sul tessuto connettivo della città con un centro congressi alla Fiera del Mediterraneo, un centro direzionale per uffici e assessorati in via Ugo La Malfa, nell’area dell’ex Ente minerario siciliano (è di pochi giorni fa la firma di un apposito accordo con la Cassa depositi e prestiti) e due mega poli ospedalieri che accorperanno rispettivamente il Cervello e Villa Sofia a Nord e il Civico e il Policlinico a Sud. Per quest’ultimo c’è già un nome: il Policivico. (gi)