Il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria: “Temono il rischio nonostante le garanzie”. “Difficilmente sanzionabili ma per tutelarsi le imprese possono rivolgersi all’arbitro bancario”
ROMA – “Alcune banche introducono criteri più restrittivi che possono allungare la durata dell’istruttoria o possono portare al diniego del prestito”.
Lo ha detto il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Paolo Angelini, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario.
“Pur essendo in presenza di una garanzia del 100%, alcune banche temono il rischio legale legato ad erogare a chi non ha merito di credito” ha spiegato “la mancanza di una norma che faccia salve esplicitamente le banche è uno dei motivi per cui le banche dichiarano di voler guardare le pratiche con attenzione”.
Secondo Angelini è “difficilissimo” che si possano configurare comportamenti sanzionabili per ritardi nell’erogazione dei prestiti. “Quello delle sanzioni alle banche è un tema molto articolato e ben regolamentato dalla legge e dal Tub” ha detto.
“Quello che Bankitalia fa – ha aggiunto – è attivare la macchina per consentire al cittadino e all’impresa di segnalare quanto avviene. Se a seguito di un esposto non c‘è una soluzione condivisa c’è la possibilità di ricorrere all’arbitro bancario, che ha un processo molto snello e dà risposte rapide, e poi al giudice. Se ci sono evidenze chiare di un comportamento scorretto bisogna che il cittadino si prenda la briga di usare questi strumenti. Sanzionare è più complicato”.
I problemi nell’erogazione dei prestiti, dunque, ci sono stati ma sarebbero adesso in via di risoluzione. “Il giudizio è positivo per le moratorie – ha spiegato Angelini – , c’è qualche problema in più sul fondo Gasparrini” mentre sui prestiti con garanzie dello Stato “il giudizio deve essere espresso con cautela perché questo meccanismo per il credito alle Pmi si è avviato con difficoltà anche se ora sembra si sia messo in moto”.
Le modifiche introdotte alle procedure dei prestiti del decreto Liquidità hanno portato effettivi vantaggi che superano qualche possibile ritardo nella loro applicazione.
“La nostra impressione è che ci siano i vantaggi portati da questi emendamenti – ha detto – quindi riteniamo che essendo la macchina avviata è molto probabile che questi rallentamenti, se pure ci saranno, non saranno delle dimensioni di quelli che abbiamo visto nel mese di maggio”.
È dunque necessario chiarire quanto prima le procedure per le domande per i prestiti già presentate dopo le modifiche introdotte in sede di conversione del decreto liquidità.
La legge, ha sottolineato, “non chiarisce le procedure per le domande già presentate e qui il lavoro da fare c’è sicuramente. Il Mediocredito è al lavoro su questo fronte e siamo fiduciosi”. “Una specifica disposizione consente ai debitori di chiedere l’adeguamento alle nuove condizioni dei finanziamenti concessi prima della conversione del decreto” ha rilevato Angelini sottolinendo che “peraltro, la norma non definisce le modalità per ottenere l’adeguamento”.
“In qualità di gestore del Fondo, MCC ha emanato specifiche istruzioni operative – ha aggiunto il capo della Vigilanza di Bankitalia – è presumibile che saranno necessarie integrazioni alle domande presentate da parte dei debitori e alle istruttorie degli intermediari, che andranno adeguatamente gestite per evitare nuovi rallentamenti”.
Nel corso dell’audizione è emersa la necessità di trovare un equilibrio, di certo molto difficile, tra le esigenze di tutti i soggetti coinvolti. “La difficoltà sta dunque nel conciliare: rapidità delle erogazioni, tutela dei conti dello Stato perché un prestito che sicuramente non verrà restituito si risolve in una perdita della garanzia e per il contribuente, e l’esigenza di tutelare la legalità e che i controlli antiriciclaggio e antimafia non vengano spazzati via, ha spiegato Angelini.
A queste difficoltà si aggiungono delle prospettive a breve termine tutt’altro che rosee, dal momento che “le banche sono imprese come le altre, e saranno colpite dalla crisi come le altre”. Le simulazioni fatte da Bankitalia non sono rassicuranti e la certezza è che la caduta del Pil non potrà non incidere anche sulle banche. A ben guardare, c’è poco da stare tranqilli.
Intanto, però, proseguono gli incontri tra la Banca e le Associazioni dei consumatori. Nei giorni 3, 4 e 5 giugno si è svolto il secondo ciclo di incontri bilaterali per valutare l’evolversi della situazione sulle difficoltà manifestate dai cittadini nell’accedere alle misure previste dai decreti Liquidità e Cura Italia.
È stato, in prevalenza, condiviso – si legge in una nota diffusa dalla Banca d’Italia, “un miglioramento complessivo delle relazioni tra banche e clienti nell’accesso alle misure di sostegno, dopo le difficoltà emerse nella fase di avvio soprattutto per le incertezze interpretative del quadro normativo e l’adeguamento dei processi operativi da parte degli intermediari e delle procedure informatiche di supporto”.
La Banca d’Italia ha confermato che continuerà a monitorare la correttezza dei comportamenti delle banche e a intervenire, ove opportuno, nonché a veicolare eventuali interventi normativi anche nell’ambito della task force cui partecipa. È stato concordato di proseguire a cadenze ravvicinate a nuovi confronti bilaterali nei prossimi mesi”.
Twitter: @PatriziaPenna