Il Presidente del Consiglio dopo l'incontro con il premier spagnolo: “Dobbiamo osare, non possiamo essere indulgenti. C'è in gioco il mercato unico”
“Dobbiamo osare, non possiamo essere indulgenti. È in gioco il mercato unico: senza una risposta forte e coordinata dall’Ue, lo distruggeremmo, distruggeremmo le catene di valore europee. Ecco perché l’Europa deve agire unita. Dobbiamo finalizzare il pacchetto di risposte già entro la fine di questo mese”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ieri in conferenza stampa a Madrid, dopo il colloquio alla Moncloa con il premier spagnolo, Pedro Sanchez.
“Non possiamo indietreggiare rispetto alla proposta della Commissione Ue – ha aggiunto il presidente del Consiglio -. La proposta non è quella che forse in astratto avremmo preferito ma siamo consapevoli che occorre una buona dose di realismo. È una risposta utile per una reazione adeguata. L’Europa deve reagire unita e tornare subito a essere competitiva. Non possiamo permetterci di rinviare e tenere aperto un negoziato: la tempestività è un fattore chiave per valutare l’adeguatezza della risposta”.
“Questo passaggio – ha sottolineato – e anche l’incontro di ieri con il premier Costa rafforzano la nostra unità di intenti, ma non parlerei di un fronte del Sud: Italia, Spagna, Portogallo. Siamo partiti da una visione condivisa da 9 Paesi e oggi siamo molti di più. Se ci sono Paesi che esprimono distinguo, è legittimo, ma non va trovato un compromesso tra 27 Paesi perché significherebbe elaborare una risposta che non serve a nessuno. Serve una visione politica ambiziosa ed elevata, è la posizione di quasi tutti i Paesi e alla fine dovrà essere condivisa da tutti. Non va messa in discussione la proposta del Recovery Fund”.
Dal canto suo, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha ribadito che “Luglio deve essere il mese dell’accordo” in seno all’Unione Europea sulle misure di contrasto alla crisi economica e sanitaria della pandemia di coronavirus. Pedro Sanchez, inoltre, non ha escluso il ricorso al Mes, seppure non immediato. “Ciò che non ha molto senso – ha detto – è il creare degli strumenti e poi vergognarsi di usarli. Se si fanno progressi sulla risposta comunitaria non devono esserci remore nell’utilizzo: stiamo parlando di una linea di credito senza alcuna condizionalità e riservata alla spesa sanitaria”. Tuttavia, il premier spagnolo ha sottolineato come “ogni decisione in merito vada subordinata all’evoluzione della pandemia e come, al momento, la risposta europea consista in prestiti, e non trasferimenti di risorse: per questo è importante che i trasferimenti vengano mantenuti negli accordi europei”.
Sempre riguardo al Mes, Conte ha invece ribadito: “La mia posizione non cambia. Mi sembra sia ideologico dire adesso ‘prendiamo o non prendiamo il Mes’. Ci aggiorneremo con la situazione di finanza pubblica, quando sarà completato il negoziato valuteremo ciò che conviene e ciò che non conviene”.
Sul Mes, ha aggiunto il premier “concretamente ci metteremo intorno a un tavolo, valuteremo e porteremo in Parlamento una nostra proposta, che deve essere condivisa con il Parlamento e illustreremo i pro e i contro dei singoli strumenti rispetto alle esigenze dell’Italia. Credo che questo sia l’approccio più concreto e trasparente”.