Uso dei telefoni cellulari, pediatri: mai prima dei 10 anni - QdS

Uso dei telefoni cellulari, pediatri: mai prima dei 10 anni

Uso dei telefoni cellulari, pediatri: mai prima dei 10 anni

giovedì 29 Maggio 2014

L'interazione prolungata delle onde elettromagnetiche causa necrosi dei tessuti. Rischio di tumori cerebrali, disturbi di insonnia e aggressività

CATANIA – L’uso, o meglio l’abuso, del cellulare tra i più giovani si sta trasformando in autentica dipendenza che può compromettere seriamente lo sviluppo psichico e la salute dei nostri ragazzi. Questo il dato allarmante che ha risuonato durante il recente convegno casertano “Fimpaggiorna 2014”, organizzato dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) sull’interazione tra le onde elettromagnetiche e la salute dei bambini. Un dato preoccupante che parte dalla constatazione che l’Italia si colloca al primo posto in Europa per numero di telefonini posseduti, e che l’età media dei possessori diminuisce sempre di più. Un primato che allarma non solo i pediatri e che necessariamente spinge verso l’adozione di specifiche linee guida per un uso non nocivo del telefonino.
Questa la regola proposta: divieto assoluto del telefonino per i bambini sotto i dieci anni e una forte limitazione per i ragazzi.
Come noto, l’interazione prolungata di onde elettromagnetiche ad alta frequenza con i nostri tessuti, nel caso specifico quelli vicini all’orecchio, provoca riscaldamenti localizzati, spesso non controllati dal nostro meccanismo naturale di termoregolazione, con l’effetto risultante di una necrosi dei tessuti stessi e la probabile insorgenza di tumori cerebrali tra cui i neuromi acustici che colpiscono, appunto, il nervo acustico che collega la parte interna dell’orecchio al nostro cervello.
 
Un rischio già noto più volte palesato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro (Iarc) la quale, in una propria classifica, colloca il campo elettro-magnetico prodotto dai cellulari nella categoria 2B, che testualmente recita: “da considerare con attenzione per i possibili effetti cancerogeni per l’uomo”.
C’è poi anche l’aspetto, spesso evidenziato nel convegno, più squisitamente psichico che vede i nostri ragazzi, succubi di una vera e propria dipendenza, interagire per ore e ore con il telefonino con il deleterio risultato di una perdita di concentrazione e di memoria, oltre a una minore capacità di apprendimento e a un aumento dell’aggressività e dei disturbi del sonno. Per non parlare di quello sociale che vede molti ragazzi che, pur stando uno vicino all’altro, non si parlano ma continuano a tenere lo sguardo fisso sul telefonino in una condizione di quasi estraniazione dall’ambiente circostante.

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