Il Presidente della Regione, preso nei balletti della sua Giunta – c’è chi esce e c’è chi entra agli ordini della segreteria nazionale – non ha uno straccio di progetto per i due obiettivi che egli ha l’obbligo e la responsabilità di precisare ai siciliani: di quanto può aumentare il Pil nel 2014, 2015 e 2016 e di quanto debba diminuire la disoccupazione nello stesso triennio. Il Dpef 2014 comunicato all’Assemblea regionale non precisa questi obiettivi.
E non precisa, soprattutto, le date entro cui il Presidente intenda far approvare le riforme propedeutiche al raggiungimento degli stessi.
La situazione si è ingarbugliata, perché nove consiglieri-deputati regionali del Pd hanno dichiarato di voler andare all’opposizione, in quanto non accontentati.
Questi signori, che continuano a bruciare 20 mila € al mese lordi, anche tenendo conto che una parte dei loro compensi non sono tassati, non si rendono conto che continuano a rovinare il tessuto sociale ed economico dell’Isola. Più gravi responsabilità sono a carico di quei consiglieri-deputati presenti in Assemblea da molti lustri e che ritengono di continuare a starci pur non avendo concluso niente di bene e forse avendo concluso molto di male.
Di fronte a questo scenario, i siciliani hanno un’occasione nella quale esprimere il loro dissenso e la condanna senza attenuanti nei confronti di questo ceto politico cui non si può ascrivere alcun merito ma, anzi, tante colpe.
La questione è oggettiva: chi, se non coloro che hanno avuto responsabilità istituzionali nell’ultimo ventennio, devono rispondere delle loro malefatte? E le malefatte sono sotto gli occhi di tutti: iniquità sociale, assenza di lavoro, foraggiamento dei privilegiati perché raccomandati, emorragia dei talenti e di tutti gli altri bravi siciliani, depauperamento del tessuto economico asfissiando le imprese, prepotenza continua di una burocrazia cieca e sorda.
Come? Andando a votare in massa e ponendo sulla scheda un “No” grande in segno di protesta civile e democratica. “No” a questa gente, “No” ai burocrati che percepiscono immeritatamente stipendi e indennità, “No” a quella parte della Classe dirigente collusa e connivente.
Occorre che il movimento non politico del “No” sia forte e rappresentativo di una gravissima malattia che ha bisogno di una terapia intensa e urgente.
Il movimento non politico del “No” ha un nome: Risorgimento Sicilia. Non sembri una contraddizione. Bisogna passare per la catarsi in modo da arrivare a rimettere in carreggiata il treno deragliato della nostra Isola.
Nella religione greca, la catarsi è il rito magico della purificazione, inteso a mondare il corpo contaminato. Ecco, occorre che il corpo contaminato politico e burocratico della Sicilia venga purificato: solo dopo vi può essere il Risorgimento della Sicilia.
La purificazione deve avvenire subito, perché vi è il rischio di nècrosi. Se fosse possibile, la purificazione dovrebbe avvenire ieri e non domani. Il ritardo è talmente forte che non c’è il tempo neanche di respirare. Il gap infrastrutturale, sociale ed economico con la media nazionale è enorme se si paragona con le otto regioni del Nord.
La Classe politica e burocratica siciliana, responsabile di questo disastro, dovrebbe vergognarsi e togliersi dai piedi. Invece rimane sulla ribalta a continuare a sfasciare.
Anche per questo abbiamo lanciato sul sito Qds.it un sondaggio con due quesiti: Commissariare la Regione fallita? Abrogare lo Statuto dei privilegiati? Tutti i siciliani sono invitati a votare. In questo caso, la Rete sarà giudice inappellabile.