Attività di controllo svolte dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). In Sicilia condotte attività in 40 diverse aree, distribuite lungo l’intero periplo costiero
PALERMO – Anche la Sicilia, tramite l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) di riferimento, ha partecipato al monitoraggio marino svolto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto su richiesta del ministero dell’Ambiente.
IL QUADRO GENERALE. A differenza della qualità dell’aria, che ha visto dei miglioramenti sensibili sin nelle prime settimane successive al lockdown, per l’acqua bisognerà attendere ancora del tempo, dal momento che in buona parte delle “coste nazionali, il quadro ambientale delle acque marino costiere è apparso in linea con quanto rilevato storicamente nelle stesse stazioni e nello stesso periodo dell’anno, in particolare rispetto alla concentrazione di composti chimici indicatori di pressioni dovute ad attività produttive, quali metalli pesanti e composti organici (come pesticidi, IPA, PCB, solventi)”. Gli esperti dicono che “questo risultato è spiegabile con una capacità di risposta del mare che si manifesta in tempi più lunghi di quelli del lockdown, così come sono stati necessari tempi lunghi per l’accumulo in mare di queste sostanze”.
I PARAMETRI MIGLIORATI. Ci sono stati comunque dei miglioramenti significativi a livello nazionale: nella relazione si legge che fanno parte di questo segmento la “qualità microbiologica, la trasparenza e la qualità trofica delle acque, che sono influenzate dagli apporti terrigeni di nutrienti e di solidi sospesi”. Le condizioni trofiche sono quelle “determinate dall’afflusso, nelle aree costiere, di scarichi urbani e di fertilizzanti a base di azoto e fosforo i quali stimolano la produzione di alghe e di fitoplancton che, nei casi estremi, determina eutrofizzazione, ovvero fenomeni di anossia, moria di pesci e di organismi sul fondo, colorazioni anomale e cattivi odori delle acque”. Un aspetto visibile di questo processo di alterate condizioni trofiche è la perdita di trasparenza delle acque. Tra le aree che hanno visto crescere la trasparenza delle loro acque, ci sono diverse località del Lazio mentre nella acque della Campania è diminuito significativamente anche l’inquinamento acustico.
IL QUADRO REGIONALE. In Sicilia, l’Arpa isolana, con la collaborazione delle Direzioni Marittime di Palermo e Catania, ha condotto attività di monitoraggio in 40 diverse aree, distribuite lungo l’intero periplo costiero siciliano, nelle quali sono state posizionate 85 stazioni di campionamento. La campagna di monitoraggio è stata condotta a partire dalla seconda metà del mese di maggio 2020 e sono state “effettuate misure dei principali parametri chimico-fisici con la sonda multiparametrica (pH, temperatura, salinità, ossigeno disciolto ecc.) e con il disco di Secchi (trasparenza), dei nutrienti, degli inquinanti chimici, della clorofilla ‘a’, del fitoplancton, del mesozooplancton e le analisi microbiologiche (Escherichia coli e/o Enterococchi fecali)”.
IL PROGETTO DEL MINISTRO. Per il ministro Costa adesso si tratta di fare in modo che “questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green”.