Palazzo di cemento, manca ascensore, famiglie nel limbo - QdS

Palazzo di cemento, manca ascensore, famiglie nel limbo

Palazzo di cemento, manca ascensore, famiglie nel limbo

mercoledì 09 Settembre 2020

Dopo anni di attesa, forse la consegna a novembre. Il sindacato Sunia sul piede di guerra, l’assessore Trantino batte i pugni con la ditta in ritardo

CATANIA – La consegna non è avvenuta nei tempi annunciati. L’ex palazzo di cemento a Librino non è ancora pronto perché il tanto atteso ascensore non è arrivato e le famiglie che speravano di potere finalmente avere una casa restano nel limbo. Deludente l’incontro all’assessorato durante il quale hanno appreso la notizia. E adesso, guidati dal Sunia (il sindacato degli inquilini), non escludono manifestazioni di protesta.

Una data non c’è, si parla di una possibile consegna a novembre, dato che l’ascensore dovrebbe essere installato a ottobre, ma l’assessore ai Lavori pubblici Enrico Trantino afferma di non volere più assumere impegni “sulla base di quel che mi viene detto”.

“Ogni giorno – giura Trantino – incalzo perché mi rendo conto che è una situazione di esasperazione giustificatissima. Queste persone hanno il diritto ad entrare là dentro”. L’assessore aggiunge di aver chiesto “documenti scritti” pur di ottenere una data “certa” di consegna. E se la prende con l’azienda. “Manca solo l’ascensore e quindi stiamo aspettando che la Schindler (la ditta incaricata dei lavori, nda) mi mandi un documento ufficiale come richiesto”.

Gli aspiranti inquilini e il sindacato che li rappresenta, però, si sentono delusi e, come già detto, non escludono di organizzare ulteriori iniziative. “Per noi è importante che abbiano fiducia, hanno aspettato tanto. Il palazzo di cemento doveva essere consegnato due anni fa, ma la gente è in graduatoria da molto più tempo”.

Non sanno quando potranno avere gli appartamenti promessi e, come racconta la segretaria provinciale del Sunia, Giusi Milazzo, ci sperano così tanto che quasi ogni giorno vanno sul luogo a controllare la situazione. È vero che gli appartamenti non sono ancora stati assegnati, ma, spiega Milazzo, “si tratta dei primi in graduatoria da anni, hanno fatto la domanda prima del 2015 e quindi in pratica si sa già che sono destinati a loro”. Perché gli alloggi siano davvero completi servono anche altri accorgimenti come gli allacci all’energia elettrica così che ogni inquilino possa stipulare il proprio contratto.

Trantino però si dice tranquillo su tale punto perché “l’Enel ha già commissionato i contatori”. A ciò Milazzo aggiunge gli allacci per l’acqua e la pulizia della zona che è “abbandonata con cumuli di spazzatura”. Per questo ha scritto all’assessore all’ecologia del Comune, Fabio Cantarella, per sollecitare un intervento.

Il palazzo di cemento e i suoi circa 90 alloggi non solo i soli che aspettano i catanesi. Ci sono anche quelli di viale Biagio Pecorino, per i quali la strada è ancora in salita. Anzi “ancora non c’è nulla”, afferma laconicamente Milazzo.

Intanto, su un altro fronte, l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone ha annunciato, “entro poche settimane”, la partenza dei lavori per 21 nuovi alloggi in housing sociale in Corso Indipendenza. Un progetto da oltre sei milioni di euro. “Abbatteremo un inutile scheletro per fare posto a nuove case, spazi verdi e aree a uso ricreativo-sportivo, dando respiro alla domanda di edilizia sociale sempre alta a Catania. Una nota di merito va all’Iacp di Catania e alla sua governance per il virtuoso iter portato a compimento”, ha concluso Falcone.

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