Barcellona, tanti i nodi da sciogliere per i tre candidati - QdS

Barcellona, tanti i nodi da sciogliere per i tre candidati

Barcellona, tanti i nodi da sciogliere per i tre candidati

venerdì 18 Settembre 2020

Molte le questioni lasciate aperte dall’uscente Roberto Materia, che ha deciso di non candidarsi. Calabrò (centrodestra), Mamì (Pd e M5s) e Sottile (Vox Italia) si confrontano con i problemi della città

BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) – Una città di circa 41 mila abitanti con problemi comuni a molti Enti locali, dalle difficoltà finanziarie a quelle della gestione dei rifiuti, dalla disoccupazione alle infrastrutture obsolete, ma anche per le fragilità proprie del contesto. Barcellona Pozzo di Gotto è il più grande dei 12 Comuni del messinese che il prossimo 4 e 5 ottobre devono rinnovare le proprie amministrazioni.

Non sarà facile, per il prossimo sindaco, risolvere le tante questioni lasciate aperte dall’uscente Roberto Materia che ha deciso di non ricandidarsi e allontanarsi da un agone politico dove le regole del gioco, ha detto, sono cambiate e in cui è difficile per lui riconoscersi. Materia ha scoperto la gravità della situazione finanziaria dopo l’approvazione dei primi due bilanci. Ha fatto il riequilibrio aprendo gli oltre seimila fascicoli di contenziosi.

La difficoltà economica del Comune è legata principalmente alla mancanza di liquidità derivata dal 52% di evasione che il sindaco ha cercato di affrontare con l’affidamento esterno ad una ditta specializzata del servizio di accertamento e riscossione. Con il default dietro l’angolo non sarà facile fare investimenti ed innalzare la qualità dei servizi offerti ai cittadini, dallo smaltimento dei rifiuti, con una differenziata ferma al 24% al vecchio impianto idrico che ha bisogno ogni giorno di interventi.

Scenario complicato ma ci sono tre candidati che si dicono capaci di cambiarlo, contendendosi la poltrona di sindaco. Pinuccio Calabrò del centrodestra, sostenuto da 11 liste, Antonio Mamì centrosinistra e M5s, con tre formazioni e Giuseppe Sottile che si pone come alternativa ai due poli con una lista unica del movimento Vox Italia, per un totale di 360 candidati schierati per il rinnovo del Consiglio comunale, ridotto a 24 componenti dopo la riforma.

A Barcellona quindi, dopo l’ondata di liste più o meno espressione della società civile, delle scorse amministrative, i partiti sono tornati a presentare i propri simboli e a promuovere liste civiche della loro area, dove fare confluire simpatizzanti ed ex consiglieri.

Calabrò, avvocato penalista, sostenuto da Fi, Fdi, Lega, si dice in discontinuità con l’attuale Amministrazione (che aveva comunque come riferimento deputati del centrodestra) parlando di un progetto nuovo per Barcellona che mira al risanamento finanziario, ad una svolta nella gestione dei rifiuti e della macchina amministrativa con la digitalizzazione dei servizi.

Mamì, commercialista, consigliere comunale uscente del Pd, sostenuto da centrosinistra e M5s, conta sul malcontento generale che si percepisce nei confronti della precedente gestione di Palazzo Longano e nel voto disgiunto. Ma davanti ad una corazzata che punta a vincere al primo turno, che schiera il centrodestra, che si presenta compatto sul progetto di Calabrò, l’impresa non sarà semplice. Nel centrosinistra, il Pd mostra divisioni al suo interno tanto che il segretario Nino Novelli pare abbia faticato a comporre sia le liste che ad indicare gli assessori in caso di vittoria e poi c’è l’inedita alleanza con il Movimento 5 stelle nata, è stato ribadito, da battaglie condivise in questi anni e non dalla contingenza elettorale. Mamì si presenta con un programma “aperto e partecipato” pronto ad accogliere le istanze dei cittadini ma vuole puntare in particolare sulla programmazione europea che potrebbe portare sul territorio importanti risorse.

A non avere dubbi sulla rosa dei nomi con cui comporre una eventuale Giunta è Giuseppe Sottile che ha presentato subito l’intera squadra. Sottile, avvocato già candidato a sindaco le scorse amministrative, ha deciso di correre da solo dopo una intesa non riuscita con alcune componenti del centrodestra “che ripropone – dice- le medesime stantie logiche spartitorie di cinque anni fa”. Anche il suo è un programma aperto ai contributi di cittadini, associazioni e ordini professionali ma il suo punto prioritario è rivoluzionare il ciclo dei rifiuti.

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