L’Istituto Piepoli: “Per il 48% degli italiani è la bevanda socializzante per eccellenza”. La regina della nuova normalità è la prescelta per cene (74%) e dopocena (19%) con gli amici
ROMA – È stata una fedele compagna nei lunghi mesi del lockdown ed è riuscita a creare socialità anche quando la socialità sembrava sospesa. La birra vince la Palma d’oro di bevanda socializzante per eccellenza per il 48% degli italiani, battendo un’istituzione come il caffè (14%), ma anche il vino rosso (10%), lo spumante (8%) e il vino bianco (5%). Lo afferma lo studio effettuato su un campione di 1.000 italiani realizzato dall’Istituto Piepoli, ‘‘La birra specchio della socialità dal pre al post Covid-19’’.
E sull’importanza del valore socializzante della birra si pronuncia anche l’antropologo Marino Niola: “La birra è stata ‘la’ bevanda sociale. Da sempre. Da che mondo è mondo, dove c’è birra c’è fermento e dove c’è fermento c’è convivialità, la base stessa della civiltà. Se in antichità il consumo di questa bevanda era legata a momenti di esaltazione rituale, nei secoli il suo vissuto si è evoluto come fattore di benessere quotidiano, di amicizia, di apertura all’altro. È per questo in fondo che viene considerata sacra. Perché bevendola insieme si celebra il legame sociale. Ecco perché, con la modernità, diventa la bevanda democratica, quella dei lavoratori, degli amici, dei compagni che condividono la fatica ma anche il riposo, lo svago, la festa”.
Un’inedita sfaccettatura del “new normal” degli italiani questa, che viene rivelata anche dalla settima ricerca dell’Osservatorio Birra, che ha intercettato nuove rotte, abitudini ed esigenze con cui i nostri connazionali stanno ritrovando la socialità dopo l’isolamento. Lo studio evidenzia una costante: cambiano stili di vita e modi di socializzare, magari in una dimensione più intima e domestica e con più attenzione nelle uscite fuori casa, ma sempre intorno ad una birra.
Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio, “la socialità resta importante per 8 italiani su 10, ma 7 su 10 sanno che niente sarà più come prima e che lo stare con gli altri andrà riconquistato in sicurezza”. E i nostri connazionali hanno già recepito le indicazioni delle Istituzioni per una “‘nuova normalità” nello stare con gli altri: mai senza mascherina (65%), per rispettare noi e gli altri, alla giusta distanza (52%) e se possibile all’aperto (19%). Prevedono un forte impatto di regole ferree soprattutto nei locali al chiuso (39%) e pensano di risolvere il problema selezionando gli amici e restringendo la cerchia di quelli da frequentare con maggiore frequenza (30%). Ma per quante incognite ci siano ancora oggi, per tutti o quasi (93%), anche in futuro, ci sarà sempre spazio per godersi, in sicurezza, una birra in compagnia.
Un’altra evoluzione indotta dall’emergenza Covid-19 è stata lo spostamento della socialità tra le mura domestiche e attorno a un boccale di birra: lo studio dell’Osservatorio Birra mostra infatti come il 65% degli italiani ha spostato i consumi prevalentemente in casa, mentre il 35% (solo tra i 24-30 si arriva al 51%) continua a preferire il fuori casa per sorseggiare una birra. Nonostante i limiti che hanno reso difficile approvvigionarsi di birra come di altri beni, il lockdown ha fatto prima flettere (per il 12% degli italiani) il consumo di birra, ma già da giugno a oggi per l’11% degli italiani i consumi sono stati in crescita, compensando quanto perso nei mesi prima.
Il Coronavirus non ha però cambiato l’approccio consapevole e responsabile degli italiani verso la birra: la cena (74%) e il dopocena (19%) si confermano le occasioni di consumo preferite negli ultimi mesi, ma risultano in crescita rispetto al passato anche pranzo (10%) e aperitivo (14%). Il consumo nei pasti guida anche la ripresa della birra nel fuori casa, dove pizzerie (46%) e ristoranti (30%) precedono pub (29%), bar (27%) e altre tipologie di locali (10%). Un altro dato simbolico evidenziato dallo studio è come la birra sia stata – per il 71% degli italiani – la bevanda più consumata nelle lunghe settimane di segregazione in casa e in questi primi mesi di libertà (quasi) riconquistata, assieme all’acqua (71%) e davanti a caffè (69%), tè (41%), vino rosso (39%) e bibite gassate (34%).
Le preferite dagli italiani sono sempre le chiare classiche (79%), ma dai giorni del lockdown a oggi sono molto cresciute le speciali (44%, rispetto al 30% dei mesi di chiusura in casa). Effetto, sottolinea la ricerca, probabilmente di un’attitudine a provare nuove tipologie o birre speciali che in quel periodo ha interessato il 35% degli italiani, con punte del 43% tra i giovani.
Tra i motivi di questo boom, i mesi di isolamento che hanno fatto crescere la voglia di “evasione” anche attraverso la degustazione di birre regionali e legate al territorio. Tra gli altri driver del consumo nei prossimi anni lo studio individua le birre realizzate in modo responsabile e sostenibile per l’ambiente e il territorio (28%), mentre per gli under 30 la birra new normal ruoterà attorno a esperienze di consumo alternative, come i piccoli formati, perfetti per assaggiare la birra anche in pausa pranzo e sempre alla temperatura giusta, o i fusti per spillatura domestica (20%), per replicare l’iconicità del servizio anche a casa.