A fronte di oltre 84 mila posti a tempo indeterminato disponibili, solo poco più di 19 mila sono stati i professori assunti quest’anno, neanche un quarto; e particolarmente grave è la situazione degli insegnanti di sostegno: ne sono stati assunti solo 1.657: il motivo è che le graduatorie da cui attingere sono sguarnite. Il numero restante di posti disponibili, pari a 65.514 sarà ricoperto da docenti supplenti, pari al 78% dei posti di insegnante; stessa cosa per il 62% del personale Ata. Anche un terzo delle posizioni dei direttori amministrativi sono rimaste sguarnite.
Nel complesso quest’anno oltre 200 mila docenti e 30 mila tra personale Ata saranno supplenti. A quasi un mese dalla riapertura delle scuole, l’Osservatorio ‘Futura’ della Cgil prova a fare un primo bilancio, evidenziando criticità e proposte per la ripresa della didattica in sicurezza. Tra le principali preoccupazioni indicate da genitori e insegnanti il mantenimento della distanza tra gli studenti (43%), il sovraffollamento dei mezzi pubblici (39%) e l’igienizzazione degli ambienti scolastici (21%). Le soluzioni ritenute più efficaci sono mascherine e distanziamento (25%), l’alternanza di lezioni in classe e Dad (15%), l’utilizzo di luoghi spaziosi, anche esterni (15%). Dalle duemila e due interviste realizzate a settembre attraverso questionari autocompilati online su panel web, emerge una platea divisa tra chi auspicava una ripresa di tutte le lezioni in presenza (41%) e chi credeva che la soluzione migliore fosse una didattica mista, in aula e a distanza (44%). Un 15% degli interpellati esprime preferenza per la sola Dad.
Tra luglio e settembre è diminuita la quota di quanti erano favorevoli all’opzione di svolgere tutte le lezioni in aula (- 6%), mentre è cresciuta quella per la didattica a distanza (+3%) e per la mista (+2%). Gli insegnanti della scuola pubblica dichiarano una preferenza per quest’ultima, mentre quelli della scuola privata propendono per le lezioni in presenza. Secondo gli intervistati, a prescindere dalla situazione determinata dall’emergenza sanitaria, la maggiore problematicità è rappresentata dalla qualità e sicurezza degli edifici scolastici (24%), seguono l’eccessivo distacco tra scuola e mondo del lavoro (21%), la mancanza di la mancanza di fondi (20%), il numero insufficiente di insegnanti (18%).