Il sindaco della Città dello Stretto ha duramente contestato i provvedimenti presi a livello nazionale. Il primo cittadino ha annunciato l’arrivo di nuove ordinanze per sostenere i messinesi
MESSINA – Dopo i Dpcm sono in arrivo le ordinanze del sindaco Cateno De Luca, ma anche gli attacchi al premier Giuseppe Conte.
La curva dei contagi da Coronavirus preoccupa anche a Messina. Osservati speciali sono le scuole, dove l’Asp ha intensificato le operazioni di tracciamento dei positivi al Covid-19 individuando casi in buona parte degli istituti superiori cittadini. Proprio le scuole, l’organizzazione dei trasporti e del lavoro sono i punti su cui vuole incidere l’ultimo decreto nazionale e gli stessi su cui De Luca aveva previsto nei giorni scorsi delle ordinanze.
Sui trasporti pubblici è intervenuto il provvedimento del Governo regionale, in linea a quanto disposto a livello nazionale sui limiti alla capienza dei mezzi. “Abbiamo già predisposto una nostra ordinanza sindacale per introdurre le lezioni anche il pomeriggio, onde evitare assembramenti sugli autobus e all’entrata dei singoli plessi scolastici” ha scritto De Luca, ma senza specificare con quale modalità. Dopo la pubblicazione del testo definitivo del Presidente del Consiglio il primo cittadino ha dichiarato di averci capito poco, specie sul ruolo dei sindaci.
Nell’articolo 1 del decreto si legge che su “strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le 21” ma non si fa riferimento al potere di sindaci in merito.
“La norma – ha poi dichiarato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia – è stata smussata. In ogni caso se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”.
Ma De Luca ha attaccato sulla mancanza di chiarezza. “Il cortocircuito istituzionale è inevitabile. Il riferimento ai sindaci è sparito e non è stato indicato il soggetto che dovrebbe svolgere le attività di vigilanza ed eventuale chiusura delle piazze e luoghi eccessivamente affollati”.
I sindaci sono pronti ad assumersi ogni responsabilità – ha detto – ma non devono essere il capro espiatorio della mancanza di chiarezza e di coraggio nelle scelte calate dall’alto”.
Su piazze e strade si dovrà intensificare il controllo come stabilito in una delle ultime riunioni in Prefettura del Comitato per l’Ordine e la sicurezza. Sugli orari di entrata e uscita dai plessi scolastici per evitare assembramenti dovrà dare indicazioni l’ordinanza del sindaco anche per un raccordo con i dirigenti scolastici. In base alla previsione dei nuovi flussi, si dovrebbero adeguare anche gli orari di tram e bus.
Anche sul lavoro agile dei dipendenti comunali che per legge dovranno lavorare da casa, non è stato morbido il sindaco De Luca, che la scorsa settimana proprio sulla questione si è scontrato con rappresentanti sindacali e politici che avevano fortemente contestato le sue parole e i suoi numeri sullo smart working. “Conte – scriva il sindaco – rafforza il partito del 27 rappresentato dal lavoro nella Pubblica amministrazione con l’aumento dello smart working e vietando le riunioni in presenza”. Il sindaco sostiene che vedrà di intervenire anche sull’organizzazione dei servizi municipali oltre che su quelli scolastici e del trasporto pubblico locale.
Ma l’attacco di De Luca al provvedimento del Governo ha toccato anche altri aspetti. “Così – ha affermato in un video messaggio – si costringe al suicidio economico tanti piccoli imprenditori. Servono immediati e concreti aiuti economici del Governo per quanti subiranno un danno da queste restrizioni. Non so quanto sarà l’ammontare ma sono pronto ad intervenire come ho già fatto ad aprile, non posso fare morire la gente e soprattutto non accetto queste ipocrisie istituzionali, di non avere il coraggio di dire chiudete ma di farli morire lentamente…”.
De Luca ha poi invitato il Presidente del Consiglio Conte alla sua diretta di venerdì prossimo per chiarire i punti oscuri, ma soprattutto per presentare la sua ordinanza con la quale “cercherà di scongiurare i disastri economici che il decreto nazionale provocherà”.