“Modificare i criteri di elargizione inserendo una clausola contro chi licenzia” ribadisce sulle provvidenze regionali legate al covid il deputato regionale Claudio Fava (Cento Passi). Le dichiarazioni di Giulio Francese, presidente dell'Ordine in Sicilia, che oggi discute anche questo tema in una seduta straordinaria del Consiglio regionale, e del presidente dell'Assostampa Alberto Cicero. Il rappresentante del sindacato, "Non si può fare giornalismo senza giornalisti, basta operazioni di macelleria sociale".
“Non si può fare giornalismo senza i giornalisti. Sembra lapalissiano, ma, alla luce di quanto sta avvenendo, evidentemente qualcuno non la pensa così. Le ultime scelte degli editori del Giornale di Sicilia di Palermo, per esempio, dimostrano la volontà di colpire quelle redazioni che rappresentano l’asse portante dell’informazione”.
A dichiararlo è Alberto Cicero, presidente regionale dell’Assostampa, che così ha commentato la presa di posizione del deputato dei “Cento passi” Claudio Fava, nonché presidente della commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, il quale, a proposito delle previdenze regionali per l’editoria a bando con un decreto del Presidente della Regione di prossima uscita, ha chiesto di escludere gli editori che licenziano.
Il cosiddetto Piano Covid Sicilia, finanziato con fondi Fesr, rientra nelle misure previste dalla Legge di stabilità approvata in maggio dall’Ars e comprende bandi per 278 milioni, dieci dei quali per il sostegno all’editoria. Il quaranta per cento riguarda i quotidiani cartacei, il sette i periodici su carta, il venticinque le testate on line, altrettanto radio e tv, e il tre per cento per le agenzie di stampa.
“La Giunta di Governo – ha spiegato Fava al QdS – ha ancora la possibilità di modificare i criteri di elargizione inserendo questa clausola. Bisogna far comprendere che la Regione non è un bancomat e che tutti devono fare la propria parte, anche gli editori”.
“Così – ha aggiunto – se considero un obbligo che non ci siano riduzioni di personale, auspicherei, se non un attualmente improbabile aumento occupazionale, almeno la regolamentazione delle posizioni giornalistiche atipiche, causa di un forte disagio professionale”.
“A parte – ha aggiunto Cicero rincarando la dose – la brutale operazione di macelleria sociale che si sta cercando di attuare dimezzando la redazione (diciassette licenziamenti su un corpo redazionale di trentaquattro persone ndr), la condotta degli editori del Giornale di Sicilia sembra voler dare ragione a quella deriva secondo cui, ormai, ci si informa sui social media. Scordando, per esempio, quella legge europea sul diritto d’autore che dovrebbe cominciare molto presto a dare i suoi frutti facendo pagare ai social tutto ciò che rubano alle testate giornalistiche, siano esse on line o tradizionali”.
Sulla necessità di riservare le provvidenze soltanto agli editori che non licenziano il fronte dei giornalisti è compatto.
Abbiamo raggiunto ieri Giulio Francese, presidente dell’Ordine di Sicilia, in un momento di grande confusione: stava lavorando contemporaneamente sul rinvio delle elezioni ordinistiche, che avrebbero dovuto svolgersi domenica, e sulle numerose ricadute del Dpcm sulla struttura.
“Avevo convocato – ha detto – per domani (oggi per chi legge), una riunione in videoconferenza del Consiglio regionale dell’Ordine e, anche se non era all’ordine del giorno, porrò ai consiglieri il tema sollecitato da Fava. Credo sia indispensabile un dibattito sull’argomento, di grande importanza per la categoria, e chiederò che ciascuno faccia delle proposte per comprendere quale linea tenere. Non escludo che, dopo la riunione, ci sarà un nostro comunicato”.
“Dal canto mio – ha aggiunto – posso solo dire che secondo me Claudio Fava ha ragione. Mi sembra un richiamo alla ragionevolezza, come quello fatto dai redattori del Giornale di Sicilia con alcune proposte che non sono però state prese in considerazione”.
“Concludendo – ha chiosato -, a lume di logica penso sia giusto che qualunque sostegno debba anche servire a garantire i livelli occupazionali. Ma, visto che questo è più argomento da sindacato, mi limiterei a questa valutazione personale, senza aggiungere altro”.
Ma il problema occupazionale non riguarda soltanto il quotidiano palermitano.
“Come molti hanno sottolineato – ha spiegato Cicero -, temiamo che l’azione di quelli del Giornale di Sicilia, possa rappresentare una testa d’ariete per consentire anche ad altri editori isolani di effettuare tagli indiscriminati del personale giornalistico. Con l’ovvia conseguenza di uno scadimento di quella qualità dell’informazione alla quale la stessa legge fa riferimento. E della quale la nostra democrazia, specie in questo momento storico, ha un grande bisogno”.
“Ecco perché concordiamo pienamente con il richiamo di Claudio Fava alla assoluta necessità che dalle provvidenze previste dalla legge regionale per i finanziamenti all’editoria, vengano esclusi quegli editori che licenziano giornalisti. Il contributo, insomma, non deve rappresentare soltanto un supporto per superare un gap tecnologico, ma anche una garanzia di occupazione”.
Giuseppe Lazzaro Danzuso
Contributi alle testate regionali sino al 75% del fatturato del 2019
Ma nella bozza del decreto non è premiato chi mantiene l’occupazione
L’editoria rientra nel piano di aiuto alle imprese colpite dal lockdown.
È del 26 ottobre scorso la delibera (la numero 463) in cui sono descritti tutti i dettagli per il settore.
La dotazione finanziaria prevista dal legislatore regionale è di dieci milioni di euro. Il quaranta per cento della somma è destinato ai quotidiani cartacei, il sette per cento a iniziative editoriali cartacee di diversa periodicità, il venticinque per cento a iniziative editoriali on-line, altrettanto a emittenti radiotelevisive, il tre per cento ad agenzie di stampa.
Per chi si chiede quali siano le testate ammesse, leggendo la delibera, risulta che le provvidenze sono riservate a quelle che abbiano prodotto un notiziario regionale sulla Sicilia da almeno un anno (si intende che un settore specifico delle informazioni prodotte deve essere dedicato a fatti, opinioni e notizie relative all’Isola). Le testate devono avere almeno un collaboratore attivo sul territorio della Regione (si intende una persona avente un rapporto di lavoro dipendente e/o di collaborazione professionale giornalistica con l’impresa richiedente). Occorre poi che abbiano prodotto, durante il 2019, almeno 180 edizioni giornaliere (in caso di iniziative editoriali cartacee quotidiane, o almeno quattro numeri se di diversa periodicità) e notiziari per almeno 90 giorni (in caso di iniziative editoriali on-line, di emittenti radiotelevisive e di agenzie di stampa).
Per quanto riguarda, invece, la misura dell’agevolazione spettante, questa sarà determinata sulla base di alcuni parametri, nello specifico. Occorrono poi la presenza di un direttore responsabile, iscritto all’Ordine dei giornalisti, non in pensione, un certo numero di collaboratori, inclusi i giornalisti. Indispensabili i dati di diffusione (Ads, Audipress, Audiweb, Auditel, Corecom. Vanno indicati poi il numero delle province in cui vengono distribuiti i prodotti editoriali, nel caso di imprese operanti nel settore dell’editoria cartacea, e il numero delle province in relazione alle quali sono forniti servizi informativi (nel caso di imprese operanti nel settore dell’editoria on-line).
In ogni caso, l’importo dell’agevolazione non può essere superiore al 75% del fatturato registrato dal soggetto richiedente durante il 2019.
L’Irfis – FinSicilia spa disciplinerà le modalità e i termini e potrà richiedere ulteriore documentazione, qualora quella prodotta non venga considerata sufficiente.
I tempi di pubblicazione del bando sono previsti nelle prime settimane di novembre e l’avviso per le selezioni dei beneficiari sarà effettuato in modalità valutativa a sportello.
La procedura è semplice: a seguito della quantificazione delle agevolazioni spettanti, Irfis – FinSicilia spa, entro venti giorni dal termine finale per la presentazione delle domande, adotta il provvedimento di concessione del finanziamento a fondo perduto, notificandolo all’indirizzo Pec del beneficiario. Poi, entro dieci giorni dalla notifica del provvedimento di concessione, viene disposta, sempre da Irfis, l’erogazione del finanziamento in un’unica soluzione, mediante trasferimento delle somme su uno specifico conto corrente bancario indicato dal richiedente.
Pietro Vultaggio