Intervista al sindaco di Motta Camastra sul futuro di uno dei siti naturalistici più importanti dell’Isola. Blancato: “Senza gli interventi di consolidamento sarò costretto a chiudere il sito”
MOTTA CAMASTRA (ME) – O la messa in sicurezza o la chiusura. Per le Gole dell’Alcantara non si può più aspettare. L’ultimatum lanciato da Carmelo Blancato, sindaco di Motta Camastra, per una delle principali attrattive turistiche della Sicilia, è l’ennesimo tentativo di sbloccare un progetto che giace negli uffici palermitani del Dipartimento Territorio e Ambiente da ben sei anni.
Migliaia di turisti visitano ogni anno il sito e negli ultimi tempi ad aumentare l’interesse per questo luogo sono state le rappresentazioni di Inferno e Odissea, messi in scena utilizzando la naturale forza suggestiva delle Gole. L’incolumità dei visitatori, oltre alla salvaguardia di un grande patrimonio naturalistico, dovrebbe essere quindi una priorità.
Da due anni il sindaco cerca di capire perché il progetto di messa in sicurezza dei costoni rocciosi non viene esaminato. “Quando mi sono insediato nel 2018 – spiega – ho visto che c’era questa progettazione, trasmessa dal Parco Fluviale dell’Alcantara all’Arta nel 2014, che riguardava urgenti interventi di consolidamento, non ancora approvata. Sono andato a Palermo nell’ufficio preposto del Comitato regionale per la protezione del patrimonio naturale (Crppn) chiedendo spiegazioni al funzionario Giuseppe Maurici e avendo rassicurazioni. Ma da allora non si è mosso nulla. Neppure nel 2019, quando ho interloquito con il dirigente del Dipartimento Giuseppe Battaglia, il quale anche lui mi ha assicurato che il progetto sarebbe stato esaminato in tempi brevi. Lo scorso luglio ho ancora parlato con Maurici, il quale mi ha detto che il progetto sarebbe stato esaminato entro settembre, poi entro ottobre. La realtà è che tutto è ancora senza alcun parere di competenza, atto propedeutico all’approvazione tecnica ed amministrativa e la conseguente trasmissione al Commissario di Governo contro il Dissesto idrogeologico della Regione, in quanto l’area ricade nel vigente Pai”.
Il progetto prevede interventi per due milioni 270 mila euro, ma la cifra potrebbe lievitare dopo l’aggiornamento dei prezzi, visto che l’elaborato risale a oltre sei anni fa. È un progetto esecutivo, subito cantierabile, assicura Blancato, dunque trovare i finanziamenti non sarebbe un problema. Intanto, però, pesano i costi della progettazione, circa 80 mila euro, che deve pagare il Comune di Motta Camastra in compartecipazione con il Parco Fluviale.
“Rischiamo il decreto ingiuntivo da parte del progettista – sottolinea il sindaco – ma se non c’è il parere da Palermo non possiamo pagare. Ho scritto al presidente della Regione e all’assessore Territorio e Ambiente, ma se continuerò a non avere risposte mi rivolgerò alla Procura della Repubblica. Se la Sicilia è in balia di mostri come il Crppn la possiamo chiudere. Il prossimo anno se non saranno fatti i lavori di consolidamento sarò costretto a chiudere il sito, non mi prendo la responsabilità”.
Il Crppn è un organismo che ha una funzione consultiva su tutti i provvedimenti dell’Arta in tema di interventi nelle aree protette dell’Isola ed è composto dai rappresentanti delle tre Università siciliane, delle associazioni ambientaliste, dell’Anci, dell’Istituto nazionale Urbanistica e dell’Istituto internazionale di Geofisica. Se è inspiegabile come il Crppn non abbia dato ancora un parere, positivo o negativo che sia, altrettanto incomprensibile è il “non ruolo” del Parco fluviale dell’Alcantara, che pure è stato promotore del progetto, trasmesso nel maggio del 2014 all’Arta. Ente, questo, con i vertici dimissionari che da qualche settimana ha un commissario, Lorenzo Ruisi, nominato dalla Regione.
Le opere previste dal progetto serviranno a mettere in sicurezza una vasta zona, evitando ulteriori distacchi di parti di pietra lavica che precipitando nel fiume mettono a rischio l’incolumità dei visitatori. In caso di chiusura delle Gole non sarebbero di poco conto i danni non soltanto per il Comune di Motta Camastra, che dovrebbe rinunciare alle entrate che vengono dalla scala di accesso, me per l’economia di tutto il comprensorio, che conta molto sull’indotto messo in moto da flussi turistici dell’Alcantara.