Report “Ecosistema Urbano 2020”,calo dei passeggeri trasportati dal trasporto pubblico, scende la superficie dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità, poco più di un metro equivalente ogni 100 abitanti
Smog, trasporti, rifiuti e rete idrica: le metropoli italiane segnano un andamento lento nelle performance ambientali. È la fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore.
Nella classifica generale di Ecosistema Urbano 2020 in ripresa Torino 80esima in graduatoria (lo scorso anno era 88esima) e Bari 84esima (loscorso anno era 87esima), lieve calo in graduatoria invece per Bologna 16esima (lo scorso anno era 13esima) e Venezia 27esima (lo scorso annoera 16esima). I grandi centri faticano a dare risposte alle criticità che le attanagliano. A confermarlo i numeri sempre più elevati delle concentrazioni di biossido di azoto o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino, il crescente numero di auto circolanti per Torino e Roma (Torino a 64 auto ogni 100 abitanti, Roma a 62) e l’immobilismo nei numeri del trasporto pubblico ancora a Roma. Il 19,2% della raccolta differenziata a Palermo o il 36,2% fatto registrare da Napoli (il 35% era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006), oppure il 3,60 su 10 che Venezia raggiunge nell’indice dedicato al suolo consumato (era a 3,90/10 lo scorso anno), così come il fatto che a Bari quasi il 50% dell’acqua potabile immessa in rete vada sprecata.
Fa eccezione Milano, sempre più attenta negli ultimi anni alla mobilità sostenibile e intermodale, alla rigenerazione urbana e all’uso efficiente di suolo. In particolare il capoluogo lombardo ha invertito la proporzione tra crescita del consumo di suoloe variazione abitanti residenti. Inoltre è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno).
In fondo alla classifica generale si trovano Pescara, Palermo e Vibo Valentia. Il capoluogo abruzzese, terz’ultimo in graduatoria, non risponde da due anni alle domande di Legambiente. Palermo, penultima in graduatoria, oltre alla raccolta differenziata che si attesta al 19,2%, registra un calo dei passeggeri trasportati dal trasporto pubblico, scende la superficie dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità, facendo del capoluogo siculo uno dei peggiori del Paese con poco più di un metro equivalente ogni 100 abitanti.