Bonus Sicilia, da aiuto a “mancia” per le imprese - QdS

Bonus Sicilia, da aiuto a “mancia” per le imprese

Bonus Sicilia, da aiuto a “mancia” per le imprese

sabato 28 Novembre 2020

Alle quasi 58 mila aziende che si sono aggiudicate il contributo spetteranno 2 mila € una tantum (anziché i 12 mila annunciati). Assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano: “L’importo è un effetto della ripartizione della dotazione finanziaria”

PALERMO – Doveva essere un aiuto per le imprese che hanno dovuto affrontare con grande difficoltà la crisi legata all’emergenza sanitaria scoppiata nella primavera dell’anno in corso. Si è trasformato in una “mancia”, poco più di 2000 euro, dopo mesi di attesa.

Saranno 57.960 le imprese siciliane che riceveranno il “Bonus Sicilia”, il contributo a fondo perduto che la Regione Siciliana erogherà a favore delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi dell’Isola. Secondo i dati trasmessi dall’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica e resi pubblici dal dipartimento delle Attività produttive, le istanze presentate online tramite la piattaforma SiciliaPei entro i termini previsti dall’Avviso sono state 57.985, di cui solo 25 sono risultate non ammissibili per mancanza di requisiti, mentre 2.855 necessitano di un supplemento istruttorio. Considerata la dotazione finanziaria di 125 milioni di euro, il contributo spettante a ciascun impresa richiedente è di 2.156,65 euro.

“L’importo che la Regione verserà direttamente nei conti correnti di tutte le imprese che hanno partecipato al bando – spiega l’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana Mimmo Turano – è un effetto della ripartizione della dotazione finanziaria tra tutte le imprese per le quali l’attività istruttoria è conclusa ed è autorizzata la liquidazione. Si tratta dunque di un sostegno che, per quanto obiettivamente esiguo, potrebbe aiutare molti a resistere ai morsi di questa terribile crisi economica determinata dalla pandemia”.

Contestualmente all’erogazione dei contributi la Regione Siciliana procederà allo svolgimento dei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni rese dalle imprese per l’accesso al Bonus Sicilia. Il contributo era stato pensato proprio le imprese che hanno chiuso per effetto di uno dei vari Dpcm della Presidenza del Consiglio dei ministri o a causa di una delle ordinanze del presidente della Regione Nello Musumeci. Tutte le imprese del settore turistico, invece, potranno accedere agli aiuti. Per alberghi e altre aziende del settore basta certificare di aver chiuso, anche spontaneamente, o comunque di aver avuto danni gravi parametrati al fatturato degli anni precedenti. In origine, era previsto che le aziende ricevessero fondi da 5 a 35 mila euro secondo le tempistiche di apertura dell’impresa e del calo del fatturato medio. In media, secondo le stime dell’assessorato, ogni impresa avrebbe dovuto percepire circa 12 mila euro.

Per poter accedere alla prenotazione, è stato organizzato un famigerato click day, una corsa fra imprenditori che si è trasformata in un completo fallimento, tra problemi alla piattaforma informatica in fase preliminare, quando andavano caricati i dati per la pre-registrazione, e poi in fase di inserimento delle istanze, quando il sistema è completamente andato in tilt, e sono state rilevate troppe falle, come la visibilità di dati da un profilo utente all’altro.

Solo duemila euro, insomma, contro quello che doveva essere un vero aiuto per le imprese: il bando prevedeva fondi una tantum da 5 mila euro per chi ha avviato l’attività dopo il 31 dicembre 2018; una tantum di 6 mila euro per chi ha avviato l’attività prima dell’1 gennaio 2020 e che nel 2018 era in regime fiscale forfettario e una tantum di 5 mila euro, più un ulteriore 40% del fatturato medio di due mesi (periodo standard di chiusura) parametrato sul volume d’affari 2018 alle imprese che hanno avviato l’attività prima dell’1 gennaio 2019 ed erano in regime fiscale ordinario nell’anno di imposta 2018, fino a un massimo complessivo di 35 mila euro.

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