A Gela, nel Nisseno, il progetto sostenuto da Eni ha permesso di ridurre la dispersione nell' Istituto Majorana dal quarantotto al tre per cento in quattro anni. La dirigente Carmelinda Bentivegna: “Quattrocento studenti dotati di strumentazioni tecnologiche”
Il dato della dispersione scolastica, già critico nell’intera regione Sicilia, è allarmante nel territorio gelese e in particolare lo era negli istituti tecnici e professionali. Per questo motivo Eni ha deciso, in accordo con l’Istituto professionale “Ettore Majorana” di Gela, di sostenere un progetto per contenere il fenomeno dell’abbandono scolastico. L’innovazione didattica – all’interno di un ambiente stimolante, caratterizzato da linguaggi moderni e strumentazioni all’avanguardia – è stata il pilastro dell’iniziativa.
L’intervento è stato avviato nell’anno scolastico 2016-2017 e i risultati conseguiti in quattro anni di sperimentazione sono andati al di là delle aspettative, con il tasso di abbandono che dal 48% è crollato al 3% nell’anno 2019/2020. Dall’inizio della attività ad oggi sono state allestite 21 aule didattiche digitali e sono stati consegnati 400 iPad.
Al dirigente scolastico dell’Istituto, Carmelinda Bentivegna, abbiamo chiesto le caratteristiche principali del progetto e le strategie che si sono rivelate vincenti per abbattere il tasso di abbandono.
“Il progetto – ha dichiarato il dirigente scolastico – si basa su una didattica nuova che rende più accattivanti le lezioni e che ha avuto una grande valenza. Non si tratta solo di fornire gli strumenti digitali, ma di una didattica diversa, vicina agli studenti, e che non utilizza i libri di testo in maniera tradizionale. Devo dire grazie ad Eni per aver portato avanti questo progetto. In un quinquennio (considerando l’anno scolastico in corso), infatti, i ragazzi dalla classe prima alla classe quinta dell’indirizzo professionale sono stati dotati di iPad e aule digitali. Martedì abbiamo consegnato 84 iPad alle classi prime di quest’anno. Abbiamo così 400 studenti dotati di strumentazione tecnologica. In questo momento di difficoltà è stato un grosso ausilio soprattutto da quando abbiamo adottato la DAD a marzo. Quasi il 40% degli studenti dell’Istituto (che spesso appartengono alle famiglie meno abbienti del territorio) non avevano strumentazioni tecnologiche che consentissero di seguire adeguatamente le lezioni a distanza”.
Quanto è importante la formazione continua dei docenti?
“Con Eni, ogni anno, visto il rinnovo del corpo docenti tramite supplenze, abbiamo lavorato alla formazione continua che è fondamentale e consente di restare a passo coi tempi per costruire lezioni innovative”.
L’hardware, però, necessita di connessioni di rete adeguate…
“Si tratta di un aspetto critico. Alcune famiglie riscontrano difficoltà e non sempre c’è a disposizione una buona connessione all’interno di alcune abitazioni private. Ci stiamo attivando coi docenti e responsabili dell’ufficio tecnico per dare informazioni agli studenti in modo da consentire almeno l’attivazione dei Giga aggiuntivi offerti dalle compagnie telefoniche per la didattica a distanza”.
Ci delinea un bilancio personale del progetto avviato da Eni?
“Menomale che il progetto è stato attivato: ha avuto un’utilità al di là delle aspettative, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria. Senza tale iniziativa avremmo avuto difficoltà a raggiungere tutti gli alunni, in particolare coloro che non possono contare su famiglie in grado di sostenerli; avremmo sicuramente ‘perso’ una fetta importante della popolazione scolastica”.