Salvatore Ombra (presidente Airgest) a capo dell’Associazione nazionale degli scali regionali. “L’obiettivo è diventare redditizi senza più pesare sui bilanci degli enti locali”
TRAPANI – Nasce Aira, associazione nazionale degli aeroporti regionali: a presiederla è Salvatore Ombra, vertice di Airgest (società di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi), mentre il vicepresidente è Frederick Wendler, direttore generale di SO.GE.A.P. spa, società di gestione dell’aeroporto di Parma. Obiettivo cardine? Consentire agli aeroporti regionali di svolgere il ruolo di potente strumento di sviluppo, così come detto da Ombra in una delle sue prime dichiarazioni.
Le problematiche sono molteplici e si intrecciano con le decisioni del governo regionale e nazionale, tra le future battaglie di Aira: l’opposizione all’adozione del recentissimo decreto che impone, anche agli aeroporti minori, l’onere di condurre impianti, sinora curati dall’Enav, che appesantisce gli aeroporti regionali, “una previsione errata che deve essere assolutamente e rapidamente rivista”, così come scritto nel comunicato stampa di Aira. Ed ancora, l’adozione di due semplici ed efficaci misure come la cancellazione dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco per il primo milione di passeggeri annui e la cancellazione della tassa di lusso sugli aerei privati.
“Queste imposte – commenta Salvatore Ombra – ad oggi generano complessivamente un gettito di meno di 20 milioni di euro per l’erario (nel 2019) mentre la loro rimozione può generare, in brevissimo termine, un incremento complessivo di 10 milioni di passeggeri l’anno. La conseguenza è un incremento del PIL di oltre 600 milioni e un maggior gettito di oltre 150 milioni, con un incremento dell’occupazione di 100 mila unità negli aeroporti regionali stessi, nell’indotto del turismo e nell’industria aeronautica nel suo insieme”.
“Aira – conclude Ombra – vuole essere una voce di riferimento del settore, stimolando l’adozione di provvedimenti semplici e mirati, che possano consentire rapidamente agli aeroporti regionali di svolgere il ruolo di potente strumento di sviluppo, divenendo essi stessi imprese redditizie che generano occupazione, senza più pesare sui bilanci degli enti locali”.