Cinquantadue consiglieri della Regione Piemonte sono indagati per distrazione di fondi rispetto alle loro finalità.
Andrea Franceschi, il sindaco della nota Cortina d’Ampezzo (eletto con una lista civica di centrodestra), è finito in carcere per abuso d’ufficio. Ricordiamo che ha difeso i commercianti-evasori contro le verifiche della Polizia tributaria.
è finito agli arresti domiciliari l’ex braccio destro di Bersani, Filippo Penati, cui la Corte dei Conti ha chiesto 109 milioni di euro per aver acquistato a prezzi maggiorati le azioni dell’autostrada Serravalle-Genova.
Nel Lazio, Francesco Fiorito-Batman (eletto nel Pdl con 26 mila voti di preferenza) è finito in carcere avendo sottratto, insieme a una cricca di consiglieri regionali, molti milioni di euro.
In Basilicata due assessori e un consigliere sono finiti in carcere, sempre per distrazione di somme pubbliche, e il governatore (Pd) Vito De Filippo si è dimesso.
Sarà che la Magistratura ce l’ha con la classe politica, cosa di cui dubitiamo, ma la verità comincia a venire a galla per l’abuso continuo di denaro pubblico cui i vampiri di una classe politica corrotta aspirano il sangue.
Intendiamo ribadire che vi sono politici onesti, corretti e capaci che, però, hanno la colpa di non denunciare i loro colleghi corrotti, con ciò assumendo una responsabilità oggettiva. Non è pensabile che la Magistratura possa intervenire su tutti i casi di corruzione nella Cosa pubblica ed è perciò indispensabile che il nuovo Governo approvi i decreti di attuazione delle leggi sulla trasparenza e anticorruzione (190/2012), anche perché occorre creare gli anticorpi naturali che la prevengano e la impediscano nella Cosa pubblica.
È a tutti noto che essa è più devastante del cancro, perché le sue metastasi uccidono le cellule buone e sono invasive. è nota la legge di Gresham, secondo cui la moneta cattiva scaccia quella buona. Se non si creano barriere insuperabili, la corruzione scaccerà la parte buona della Pubblica amministrazione e del ceto politico, che c’è.
La trasparenza (art.1, c. 2) … concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto a una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di un’amministrazione aperta, al servizio del cittadino.
Serve alla prevenzione, contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione (art. 1, c. 3).
Il Dlgs in esame obbliga tutte le amministrazioni, di qualunque ordine e grado, nonché le società partecipate, a istituire nel proprio sito un’apposita sezione denominata “Amministrazione trasparente” al cui interno sono contenuti i dati, le informazioni e i documenti pubblicati ai sensi della normativa vigente. Le amministrazioni non possono disporre filtri e altre soluzioni tecniche atte a impedire ai motori di ricerca web di indicizzare o effettuare ricerche all’interno della sezione indicata (art. 9, c. 1).
Altra importante novità è l’obbligatoria nomina del Responsabile della trasparenza di ogni amministrazione (art. 43, c. 1), con il suo nominativo indicato nel programma triennale per la trasparenza e l’integrità. Tale responsabile ha l’obbligo di far sì che tutti i dirigenti trasmettano tempestivamente i dati perché vengano pubblicati sul sito senza alcun ritardo.
Nella sezione Amministrazione trasparente vanno pubblicati gli organi di indirizzo politico e di amministrazione e gestione, l’articolazione degli uffici con competenze e risorse, i nomi dei dirigenti responsabili (art. 13, c. 1).
Ci auguriamo che politici e dirigenti capiscano che la festa è finita e che i cittadini hanno il diritto di sapere tutto.