Com’è noto a tutto il mondo, l’Italia possiede beni culturali, archeologici, paesaggistici, storici e artistici più numerosi di qualunque altra Nazione e la Sicilia, di essi, ne ha oltre un quarto.
Essendo poi Roma la capitale mondiale del cattolicesimo, non si spiega come il richiamato turismo religioso possa collocarla dopo il Paese transalpino. Inoltre le presenze di turisti alle Baleari, che hanno 1.500 chilometri di coste come la Sicilia, sono undici volte di più.
Dal quadro che precede, si capisce che vi sono molte situazioni che non fanno funzionare il turismo come dovrebbe. Fra essi: servizi mediocri e non messi in rete, assenza di sinergie, prezzi elevati in rapporto ai servizi medesimi e, ultimo ma più importante, incapacità delle istituzioni nazionali, regionali e comunali, di creare al proprio interno task force capaci di effettuare azioni utili all’attrazione dei turisti.
Qualche anno fa, sono andato in Normandia, ove, a Caen, vi è il Museo dello sbarco del 6 giugno 1944. Vi è anche un Museo dei Plantagenets, cioé dei normanni, che iniziarono il loro percorso proprio dalla Francia per arrivare alla Sicilia. Ebbene, dopo aver fatto una fila di un’ora e mezza per entrare, ho visionato gli oggetti esposti, abbastanza insignificanti, che in Sicilia si possono trovare quasi ovunque.
Ma lì erano ordinati, catalogati, con la storia anche di una pietra, con sale digitali dove si proiettavano continuamente immagini. Insomma, Musei con scarsi contenuti ma molto bene organizzati. Ecco un esempio del come e del cosa si dovrebbe fare in Sicilia.
Il neo assessore al Turismo, il maestro Franco Battiato, non ha ancora messo in atto un progetto per attivare l’Oro blu con l’obiettivo chiarissimo di far aumentare il Pil settoriale e, conseguentemente, il lavoro autonomo e dipendente (non necessariamente i posti di lavoro). Facile a dirsi, difficile a realizzarsi.
Di tali dirigenti, sui circa 1.800 in organico, la Regione ne ha moltissimi non solo bravi e capaci, ma che metterebbero la loro buona volontà al servizio del proprio lavoro, fatto esclusivamente per raggiungere risultati.
Le chiacchiere stanno a zero nell’attività manageriale: o si raggiungono i risultati o si è incapaci. Poi, i perdenti cercano di trovare tutte le scuse per motivare la loro incapacità, ma non si accorgono che più scuse trovano e più si danno la zappa sui piedi. Perché chi non raggiunge i risultati è un incapace e dovrebbe cambiare mestiere.
Il Pil del turismo siciliano è di circa 2 miliardi e mezzo, pari approssimativamente al 3% di tutto il Pil regionale. Nel settore, considerando alberghi e ristoranti, lavorano circa 55 mila persone. Non vi è dubbio che, attivando i meccanismi cui prima abbiamo fatto cenno, la ricchezza prodotta (Pil) potrebbe raddoppiare.
In un programma quinquennale, tanti quanti ne ha davanti Battiato, raddoppiare il Pil e il lavoro non è molto difficile se si mettono in atto processi adatti a raggiungere gli obiettivi. In questo senso, l’assessore (lo chiamiamo in questo modo ufficiale anche se lui non vuole) potrebbe rivolgersi a società di consulenze internazionali come per esempio la McKinsey.
Battiato ha denunciato lo sperpero che vi è stato nell’assessorato ove non ci sarebbe più un euro. Ma il bilancio 2013 prevede per Turismo, Sport e Spettacolo una dotazione di 42 mln di euro. Egli deve utilizzare al massimo queste risorse, unitamente a quelle dell’Ue, dello Stato, dei Fas e dei Pac. Il che significa moltiplicare la disponibilità finanziaria. Se ben impiegata, questa massa di denaro potrebbe portare all’obiettivo prima indicato: più Pil, più lavoro.
Le nostre energie sono a disposizione di Battiato. Se serve, bussi alla nostra porta: gli sarà aperto.