Inaugurato a Canicattì il “Muro della gentilezza” - QdS

Inaugurato a Canicattì il “Muro della gentilezza”

Inaugurato a Canicattì il “Muro della gentilezza”

martedì 26 Gennaio 2021

Associazioni e Comune hanno dato vita a un luogo di scambio sociale in cui poter portare capi di abbigliamento per i più bisognosi e dove potere ritirarli in relazione alle proprie necessità

CANICATTÌ (AG) – È stato inaugurato nei giorni scorsi il “Muro della gentilezza”, un luogo di scambio sociale dove portare capi di abbigliamento per i più bisognosi e dove poterli andare a ritirare in relazione alle proprie necessità.

L’iniziativa è stata lanciata dall’Istituto Walden – Centro di prossimità di Fondazione Ebbene, in collaborazione con il Comune di Canicattì, l’associazione La forza delle donne e la Società cooperativa sociale Background.

“La gentilezza del nostro muro – ha spiegato la coordinatrice dell’Istituto Walden, Lucia Alessi – vuole essere un luogo dove la generosità di chi dona incontra le necessità di chi spesso si vergogna a tendere la mano, di chi prova imbarazzo a mettersi in coda per un giaccone o qualsiasi indumento in buono stato. Vogliamo regalare alle persone una carezza che sia anche di buon auspicio per proseguire le nostre attività in un nuovo percorso, verso la condivisone di azioni di prossimità educative, culturali e sociali”.

Non un semplice muro ma anche un’istallazione artistica, realizzata grazie alla bravura di Andrea Di Pas, che è riuscito a fondere arte e occasioni di prossimità permettendo a quattro persone che fanno parte del Centro di prossimità, di diventare soggetti attivi del progetto, generando così opportunità di inclusione grazie al contributo della Fondazione Ebbene.

“È un’opera che non urla ma osserva – ha sottolineato Andrea Di Pas – ascolta e si lascia ricoprire da elementi gentili, come carezze. È un murales che viene generato dal contesto ma allo stesso tempo ne è in netto contrasto: il rumore delle auto e il silenzio del sottobosco, la strada asfaltata e il ricordo del parco, la pesantezza del ponte e la leggerezza del volo, il grido d’aiuto e il silenzioso gesto solidale. È la mia prima esperienza di un murales a dieci mani che ha generato l’incontro di vite prima sconosciute. Con l’auspicio che continuerà a provocare stupore, serenità, riflessione, speranza”.

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