"In questi giorni non siamo allo stremo, ma in difficoltà - commenta il direttore sanitario del "Cimino", Cataldo Pellegrino - la situazione non è brillante perché i pazienti continuano ad arrivare".
Il 16 gennaio scorso si è conclusa la prima fase di vaccinazione all’ospedale “S. Cimino” di Termini Imerese. Complessivamente sono state vaccinate 1348 persone tra personale ospedaliero, medici di famiglia, pediatri di libera scelta e medici liberi professionisti, facenti parte, prevalentemente dei distretti di Termini Imerese e Bagheria.
Nessuno ha avuto conseguenze gravi, eccetto qualcuno con lievi dolori al braccio. Già è partita la seconda fase, con la somministrazione delle seconde dosi.
“In questi giorni non siamo allo stremo, ma in difficoltà – commenta il direttore sanitario del “Cimino”, Cataldo Pellegrino – la situazione non è brillante perché i pazienti continuano ad arrivare”.
Il medico ricorda che, all’inizio della seconda ondata, c’è stato un gran numero di casi di pazienti affetti da Sars-Cov-2 in un arco di tempo ristretto. “Quando abbiamo aperto il primo reparto Covid, gli unici ventiquattro posti letto disponibili sono stati occupati in soli due giorni”, ha aggiunto Pellegrino.
L’età media dei pazienti è in tendenza con il resto d’Italia, principalmente ultrasettantenni con patologie precedenti, ma ci sono stati casi di persone che rientravano nella fascia tra i cinquanta e i sessant’anni.
“Qualcuno, purtroppo, è deceduto”, ricorda il direttore sanitario, che ha sottolineato quanto la vaccinazione fosse importante non solo per la propria persona ma anche per chi ci sta intorno, soprattutto, le persone più fragili: “è un dovere etico e morale”.
Mario Catalano